LECCE – Dopo le oltre cinque ore di conferenza sui primi tre anni di governo di Vincenzo Zara, avendo constatato di essere tra i pochissimi (forse l’unica testata) ad averla seguita tutta, vogliamo riproporre le relazioni più importanti. Quella dell’attuale rettore dell’Università del Salento è stata riportata sul Corrieresalentino.it, con tutti i numeri e le notizie positive, e nei prossimi giorni la riproporremo. Abbiamo chiesto al professore Cristante e ad altri di fornirci i loro interventi integrali: tutti avranno asilo sul nostro giornale, anche quegli interventi importanti che buona parte della stampa locale si è dimenticata di menzionare. Oggi vi proponiamo uno degli interventi più duri, che hanno contribuito a surriscaldare l’atmosfera: si tratta del discorso integrale di Domenico Laforgia, ex rettore e attuale numero uno del Dipartimento dell’Università della Regione Puglia. A chi esercita la mia professione chiedo, senza polemica e con spirito costruttivo: si può ricostruire un incontro così importante dimenticandosi dell’intervento dell’avversario di Zara, trascinato nelle aule dei tribunali penali dal suo ex amico, e oggi numero uno in Regione Puglia? Se Zara dice che la colpa dei 49 milioni perduti è dovuta ai tempi stretti imposti dalla burocrazia regionale, mi spiegate perché sui tanti organi di stampa locali non appare la replica di Laforgia?
Oggi, sembra che dare la voce a chi non la pensa come Zara significhi essere “laforgiano”. Ebbene, sappiate che nessun redattore del Corrieresalentino “tifa” Laforgia. Quando l’ex rettore era al potere, abbiamo scritto non pochi articoli fortemente critici nei suoi confronti. Noi diamo notizie, anche quelle che infastidiscono il potente di turno: siamo solo dalla parte dei lettori. Ecco perché, visto che nessuno cita puntualmente il discorso dell’ex rettore, lo riportiamo qui per intero. Un collega, durante la conferenza, si chiedeva ironicamente se era giusto trasformare un dibattito sui primi tre anni di governo Zara in una diatriba sull’edilizia. In tempi così difficili sì: 49 milioni non si trovano ogni giorno dietro l’angolo. Vogliamo capire perché l’Università del Salento li ha persi: insieme all’istituzione li ha persi il territorio, li hanno persi tante imprese locali in crisi e tutto l’indotto. La voce grossa di certi potenti, diretta a scoraggiare il nostro lavoro, non ci fermerà. Ecco cosa ha detto Domenico Laforgia due giorni fa, davanti a Zara:
“Ringrazio il rettore Zara per l’invito che mi ha rivolto attraverso il ‘Corriere Salentino’, a partecipare a questa Conferenza di Ateneo, munito di ‘atti e documenti che attestino quanto affermo con tanta sicurezza’, cito, quindi mi perdonerete se farò costante riferimento a delibere e documenti ufficiali, peraltro reperibili sul sito dell’Università.
E vorrei iniziare proprio con un paio di commenti alla nota del rettore Zara dell’ultimo CdA del 2 marzo 2017, in cui si legge di una anticipazione di cassa sui circa 13 milioni di euro per la realizzazione del Centro di Ateneo per la multimedialità e l’e-learning (Progetto CAME) e i due appalti di manutenzione straordinaria in cui c’è l’OGV (Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti), che la Regione non avrebbe ancora trasferito; si legge che Unisalento metterà in atto tutto quanto opportuno o necessario nei confronti della Regione Puglia per il recupero delle somme; un secondo commento è quello relativo alla proroga, citata al punto 8 della stessa Nota.
Si tratta delle ben note imperfezioni nella comunicazione adottate per passare da vittime invece che da responsabili di cattiva gestione.
Bene, cominciamo dal credito che Unisalento vanta nei confronti della Regione Puglia, che è fermo solo perché Unisalento NON HA ANCORA INVIATO LA DOCUMENTAZIONE RICHIESTA e la Regione, come sappiamo bene tutti, paga a presentazione della regolare documentazione. Provvedete ad inviarci quanto richiesto ed io mi preoccuperò di accelerare il processo di pagamento della Regione.
Ma voglio anche ricordare che tale anticipazione è del 5% ad OGV conseguita, 15% alla firma dei contratti e fino al 95% potrà essere liquidato soltanto a presentazioni delle regolari rendicontazioni. Sul CAME mi risulta che siete a buon punto e avete richiesto 1.175.000 Euro, mentre i due appalti sulla manutenzione straordinaria sono ancora in corso, uno presenta addirittura un contenzioso in corso presso il Consiglio di Stato, l’altro ha il contratto alla firma. Per questi due mi risulta che non avete chiesto alcuna anticipazione ad OGV conseguita.
I ritardi di questa amministrazione non è la prima volta che accadono. Anche per il finanziamento FIR c’è stato un problema analogo: l’anticipazione pari a 6.412.500,00 euro è stata erogata a Unisalento a fine luglio 2015, in ritardo rispetto alle altre Università pugliesi che erano state liquidate in aprile, sempre a causa delle irregolarità amministrative di Unisalento, in questo caso problemi con il DURC.
Quindi nessun ritardo da parte della Regione Puglia ma documentazione inviata da Unisalento non adeguata per sbloccare il pagamento. Per chiarire a tutti: rispetto ad un credito di 1.175.000 la Regione ha lasciato nelle mani di questa Università oltre 6.400.000 da Luglio 2015, di cui gran parte deve ancora essere spesa. Non male per un presunto cattivo pagatore. Forse la Regione dovrebbe avere un approccio più prudente con questa Università!
Per eventuali altri crediti sui progetti, invito il rettore a farmi un elenco puntuale, visto che mai mi è pervenuta alcuna richiesta, ed io provvederò personalmente a sbloccare eventuali collaudi incagliati. Così si opera tra amministrazioni pubbliche senza lamentarsi inutilmente sui giornali ma utilizzando cortesia e rispetto reciproci.
Chiarito questo punto passiamo alla proroga.
Relativamente alla proroga devo dire che non condivido l’approccio portato avanti finora per diversi motivi:
– discutiamo sulla proroga mentre si dovrebbe discutere dei motivi per cui si è giunti a chiedere una proroga;
– discutiamo ancora di una proroga come se ci fosse ancora speranza di averla;
– discutiamo di proroga come se fosse collegata a doppio filo con l’attività di progettazione.
Non è così. Così come non è stata una strategia lungimirante quella di aver atteso l’effettiva disponibilità dei fondi e finché non sono pubblicati in Gazzetta Ufficiale ‘che nessuno si muova!’ C’era un Accordo di Programma Quadro, una delibera CIPE, c’erano le condizioni per portare avanti le progettazioni, già in stato avanzato (verso il definitivo) quando io ho concluso il mio mandato, proprio per non farsi trovare impreparati quando le risorse fossero state rese disponibili. D’altra parte, il fatto che 2 progetti del Piano per il Sud abbiano ottenuto le OGV nei tempi dimostra che era possibile anche per gli altri. Bastava replicare la best practice sugli altri interventi.
E lo dico con cognizione di causa perché so bene che eredità ho lasciato a novembre 2013. Scorrendo le delibere del CdA si comprende la strategia messa in atto dall’attuale amministrazione, si comprende che è stata una scelta politica, non tecnica, né una scelta obbligata dalle tempistiche procedurali. Si legge in queste delibere l’invito a rispettare la scadenza della Obbligazioni Giuridicamente Vincolanti e contestualmente si avvia una serie di azioni, tutte coerenti tra loro, che hanno il solo scopo di ritardare le procedure che dovrebbero portare all’acquisizione delle OGV. Insomma un circolo vizioso dal quale non si è più usciti.
– Parlo della scelta di non dotarsi, entro il 7 giugno 2014, di un comitato interno di valutazione dei progetti (previsto dall’ex art. 44 e seguenti del DPR n. 207/2010), che avrebbe enormemente accorciato i tempi di approvazione dei progetti. Entro il 7 giugno 2014 perché fino ad allora UniSalento, in qualità di ente appaltante, era esentata per un periodo di 3 anni a partire dall’entrata in vigore della legge (norme transitorie del DPR 207/2010). Prima che scadesse il mio mandato (il 5 dicembre 2012) avevamo anche costituito un gruppo di lavoro composto dai Dott. Alessandro Quarta, dott.ssa Elisabetta Caricato e avv. Silvia Colaci, perché studiassero la questione e fornissero all’amministrazione le procedure da seguire. Tale gruppo di lavoro già il 21 dicembre 2012 aveva dato una prima indicazione riservandosi altro tempo per approfondire, ma stranamente niente si è più fatto fino al 27 giugno 2014 quando una tardiva relazione finale venne presentata ma oltre il termine del 7 Giugno 2014 previsto per l’esenzione dalla prescrizione. Stranamente il 6 Giugno 2014 la dott.ssa Caricato si dimetteva da quel gruppo di lavoro, il giorno prima della scadenza. Strana coincidenza! Impensabile, quindi, che Zara non sapesse tutto. Lascio a Voi le ulteriori considerazioni.
– L’amministrazione, come dicevo, ha deciso di non dotarsi all’interno del Comitato di valutazione e ha preferito rivolgersi all’esterno, nel caso specifico al Provveditorato interregionale alle Opere Pubbliche della Campania, Molise Puglia e Basilicata, con cui ha stipulato una convenzione ma solo a dicembre 2015, un anno e mezzo dopo la relazione finale del gruppo di lavoro, 6 mesi prima che scadessero i termini imposti dal CIPE per la presentazione delle OGV.
Ricordo, ancora, l’enorme e ingiustificato ritardo (un anno) nell’affidamento degli incarichi di progettazione, sia interni che esterni, ingiustificato in quanto le coperture finanziarie per gli esterni erano disponibili; le avevamo deliberate in Consiglio di Amministrazione nel settembre 2013 dopo aver firmato (nell’aprile 2013) l’Accordo Quadro di Programma con MIUR, rappresentato proprio dal dottor FIDORA, col MISE e con la Regione Puglia per l’attuazione della delibera CIPE. Quindi le condizioni per andare avanti con le progettazioni c’erano tutte, ma nel frattempo Zara si è guardato bene dall’incontrare i progettisti e spingere verso la consegna del tutto come lui stesso aveva fatto insieme a me a settembre 2013; in 18 mesi io ho incontrato i progettisti 28 volte, Zara neppure una volta in oltre 3 anni. Non è un project manager e non ha le competenze mi si potrebbe obiettare, ma allora doveva utilizzare meglio le competenze di decine di professori della Facoltà di ingegneria capaci di fare meglio di lui. Ricordo che in meno di 60 giorni questa Università ha costituito un forte gruppo di progettazione con l’aiuto dei docenti della Facoltà di Ingegneria, con un solo ingegnere esterno, e progettato un Ospedale nuovo in forma di progetto definitivo, indispensabile per salvare 140 milioni di Euro di finanziamenti alla ASL Lecce. La ASL ci ha ringraziato e perfino retribuito il nostro lavoro. Un vero miracolo a riprova che le persone capaci c’erano tutte nella nostra Università, solo il rettore era diverso.
– Riprendiamo l’analisi: a partire dal maggio 2014, quando il CdA approva la rimodulazione imposta dal taglio dei fondi di circa il 10%, le delibere si concludono con prese d’atto e con la seguente frase: “Dare mandato al Rettore di porre in essere quanto necessario per ulteriori provvedimenti in merito e di procedere alla loro approvazione con decreti rettorali da portare in approvazione..” dove sono i decreti rettorali che dovevano sbloccare i lavori?
– Nell’ottobre 2014 l’Università riceve dalla Regione Puglia i disciplinari, che sono dei documenti tecnici utili all’acquisizione delle Obbligazioni giuridicamente vincolanti; a febbraio 2015 riceve il parere positivo del Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici, e invece di dare una disperata accelerazione per l’acquisizione delle OGV, nel CdA di Marzo si riportano le perplessità del gruppo di lavoro costituito da Zara sull’edilizia “per quanto attiene all’effettiva esigenza di ulteriori spazi previsti” e, per togliersi ogni dubbio, il rettore Zara avanza la proposta di affidare una stima del fabbisogno degli spazi al Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze per soli 12 mila euro, soldi sprecati con le competenza che avevamo in Università;
– La delibera del CdA del 16 giugno 2015 è un capolavoro: si scopre che UniSalento deve fornire una quantità enorme di dati e documentazione allo studio TESI perché i colleghi fiorentini possano fare la stima di quanti spazi effettivamente ci servono. Forse quel tempo poteva essere impiegato diversamente!; si scopre che un gruppo di lavoro costituito dal Prof. Boscia in qualità di prorettore e coordinatore del gruppo, dal Prof. Biliotti per le esigenze di bilancio e dalla Prof.ssa Gabriella De Giorgi per la parte legale, ( è casuale che manchi un ingegnere?), ha redatto un documento sulla spesa annuale dei nuovi edifici, e questo documento viene indicato come allegato 4, che però non trova corrispondenza nell’elenco degli allegati al verbale. L’all. 4, infatti, è il contratto del Direttore Generale e non la relazione. Ma su questo torneremo magari dopo.
Scusate, mi fate capire, da ingegnere, che bisogno c’era di ulteriore approfondimenti se non per prendere tempo e tentare di dimostrare che quei finanziamenti non servivano?
– Parliamo, poi, dell’iniziativa del Dipartimento di Matematica e Fisica che costituisce anch’esso un gruppo di lavoro e anche in questo gruppo di lavoro non c’è neppure un ingegnere! e avvia in modo del tutto autonomo e contrario alle deliberazioni degli Organi Collegiali, un suo studio sulla fattibilità del Piano per il Sud arrivando alla conclusione che non abbiamo bisogno di nuove strutture e che l’intero progetto andrebbe riformulato. Un campionario di sciocchezze senza documentarsi proprio con la Analisi costi benefici approvata dal Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici. Apro e chiudo una parentesi: mi piacerebbe anche capire come mai tra i soli 2 interventi recuperati figuri proprio il Fiorini, sede del dipartimento di Matematica e Fisica, e non, per esempio, la Stecca o altro edificio. Paradossalmente proprio quel dipartimento che si è così tanto adoperato per dimostrare che non avevamo bisogno di quei fondi è l’unico beneficiario. Quando si dice l’ironia della sorte!
Al dipartimento di Matematica e Fisica segue quello di Studi Giuridici, che fidandosi dei risultati dei colleghi di Fisica ma non del lavoro della Ripartizione tecnica, del CIPE, del Nucleo di Valutazione degli investimenti pubblici, della Regione Puglia, del rettore-ingegnere e del delegato all’edilizia, delibera la ‘rimodulazione del Piano per il Sud’, come se fosse una cosa dipendente da UniSalento e non un programma di finanziamento europeo. Sottolineo ora che nessuna possibilità di avere risorse per la manutenzione straordinaria è ora possibile senza tutto il resto perché la normativa europea considera questi aiuti di stato e li impedisce. Beata ignoranza di quelli che vorrebbero fare soltanto le manutenzioni straordinarie!
Qui tutti sembrano aver dimenticato che quei fondi sono stati stanziati per un piano di potenziamento della nostra Università, che nel 2012 confezionammo come una ‘visione strategica, non frammentaria bensì in logica di lotti funzionali di un unico insieme per lo sviluppo dell’Università’, ho citato dal documento ufficiale inviato al CIPE, e che il CIPE, il Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici, la Regione Puglia hanno approvato nelle varie fasi e hanno finanziato. Quel programma aveva un senso nella visione di potenziamento dell’Università del Salento e come tale doveva essere completato.
Il programma originale prevedeva investimenti per oltre 131 milioni di Euro e fu tagliato a 70 milioni in sede regionale e dal CIPE. Esso prevedeva tutte le esigenze dell’Università compresa la ristrutturazione del Principe Umberto e del Codacci Pisanelli su cui gruppi di progettazioni già lavorarono senza aspettare alcunché ben prima che ci fossero assegnati i fondi definendo i vari progetti preliminari. Il piano approvato come tale deve essere completato o dovrebbe ripassare da capo in tutti gli stadi pre-valutativi della procedura, di nuovo al Nucleo di valutazione degli investimenti pubblici solo per fare un esempio, come è stato fatto in seguito al taglio del 10%. Sostenere il contrario significa non conoscere le procedure e le norme.
– Relativamente alla relazione dei colleghi dell’Università di Firenze, che dovevano dirci di quanti spazi avevamo effettivamente bisogno, si perdono le tracce nonostante sia stata consegnata a luglio 2015. Curiosamente il rettore non la cita neppure nel CdA monotematico sul Piano per il Sud del 13 luglio 2015, due settimane dopo la consegna della relazione.
La relazione ricompare per magia in un documento molto più recente, il Piano strategico anni 2016-18, inviato ai dipartimenti a gennaio 2017. Qui, al punto B si legge: “L’attenzione alle strutture e ai locali rivolti alla didattica di Ateneo nasce dalle risultanze emerse nello studio sul “CALCOLO del FABBISOGNO DEGLI SPAZI PER L’UNIVERSITA’ DEL SALENTO”, redatto dall’Università degli Studi di Firenze a fine Luglio 2015. Lo studio ha inteso calcolare il fabbisogno di spazi finalizzato a supportare le attività di pianificazione e di programmazione dello sviluppo edilizio dell’Università del Salento. L’analisi ha riguardato, tra l’altro, il fabbisogno, per ciascuna Facoltà e Dipartimento di Università del Salento, degli spazi necessari per lo svolgimento delle attività didattiche gestite da orario, delle attività formative autonomamente curate dagli studenti, nonché delle attività di ricerca, documentazione e gestione e amministrazione. Rinviando eventualmente ai dettagli esposti nello studio, per gli scopi del presente documento si rileva che l’Ateneo è risultato deficitario di spazi dedicati alle attività della didattica, se si tiene conto della ipotesi base definita nelle diverse simulazioni, in diverse Facoltà.”
Allora anche il collega fiorentino ha confermato che siamo sottodimensionati come spazi soprattutto quelli dedicati agli studenti mentre vi affannavate tutti a sostenere il contrario?
E veniamo all’eredità che la mia amministrazione ha lasciato a questa amministrazione. Progetti preliminari tutti completati, gruppi di progettazione definiti e organizzati, risorse per pagare le competenze dei progettisti esterni e la capacità di un gruppo di progettazione che poteva facilmente conseguire tutti gli obiettivi se solo fosse stato seguito attentamente dal Rettore o da un suo delegato all’altezza del compito.
Del Piano per il Sud abbiamo trovato le risorse che Voi avete perduto, inesorabilmente perduto.
Inutile illudersi che qualche miracolo possa intervenire, il Ministro De Vincenti è stato tranchant su chi non è stato capace di rispettare gli impegni e il milleproroghe ha visto bocciare l’emendamento proposto dall’on. Rocco Palese, sempre generoso verso la Sua terra.
Ma alla luce di quanto detto appare evidente che il Rettore Zara non si è comportato come chi volesse quelle risorse, ha sempre dichiarato che l’edilizia non era una priorità del suo mandato. Non era evidentemente interessato a realizzare i nuovi edifici, visto che non riesce ad aprire neppure quelli nuovi che sono stati completati da almeno un anno, e con il proprio atteggiamento indeciso ed incerto ha di fatto provocato tutti i ritardi che hanno impedito di conseguire le OGV nei tempi previsti. Anche i banali appalti per le manutenzioni straordinarie non sono stati completati per tempo.
Ho incontrato e sollecitato questa amministrazione 3 volte nel primo semestre del 2016 per cercare di salvare il salvabile, ma solo l’ultimo giorno utile prima della scadenza hanno scritto una lettera per chiedere la proroga. Se avessero voluto realizzare veramente il Piano per il Sud avrebbero dovuto dimostrare ben altra solerzia avendo anche la Regione al proprio fianco.
Ho dato anche consigli per salvare una parte della liquidità, ma anche in questo caso nessuna proposta di rimodulazione, pur predisposta dall’ufficio preposto, è stata inoltrata alla Regione. Una negligenza assoluta del rettore Zara, che è l’unico responsabile, come è stato dimostrato dalla documentazione richiamata, di aver perduto il 49 milioni del piano per il Sud”.
Garcin