di Gaetano Gorgoni
LECCE – I conteggi del Ministero non lasciano spazio a speranze, l’Università del Salento è penultima: ha ormai pochi punti organico utilizzabili, si piazza avanti all’Università di Cassino, ma di poco. La stretta sulle assunzioni incatena molte università del sud, soprattutto quelle medio-piccole: tanti professori universitari che sono idonei chissà quanti anni ancora dovranno aspettare prima di essere assunti. Infatti, i docenti di prima fascia che sono già idonei a diventare ordinari solo a Lecce sono circa 70. Nel limbo anche i ricercatori che dovrebbero diventare associati. In tempi di spending review, dove le assunzioni possono essere fatte solo con il contagocce, per molti la carriera resta sospesa, bloccata, in un’attesa frustrante. Gli indicatori di spese e personale segnano l’80,66 per cento di spesa per l’Unisalento (1,02 l’indicatore ISEF): 6,77 i punti utilizzabili. Subito dopo c’è Cassino, che negli indicatori di spese e personale segna 89,83 punti già utilizzati della spesa prevista.
Gli Atenei medio-piccoli con questo sistema di conteggio sono destinati a non crescere: i parametri per i punti organico partono dalla situazione attuale, ma si basano sulle cessioni dell’anno precedente, quindi, si parte sempre da una capacità bassa di assumere. C’è una buona notizia, però, come annuncia il direttore generale di Unisalento, Emanuele Fidora: «È chiaro che qualcuno rimarrà fuori, ma abbiamo un paio di annualità di punti non spesi e qualche residuo del 2015: quindi siamo intorno ai 10 punti, unendo quello che è rimasto ai 6,77. Ma in questo punteggio rientrano tutti: ricercatori, personale organico, docenti. Ci sono circa 70 docenti in attesa, ma potrebbero aumentare. La pressione è forte: la maggior parte di questi vengono da ruoli dell’Ateneo». Il guaio è che i buchi sono ovunque, anche nel settore tecnico amministrativo, e il direttore avvisa che potrebbero essere spesi buona parte dei punti disponibili per coprire quel settore.
«Non siamo liberi di assumere solo interni, c’è il vincolo sull’assunzione degli esterni. Due esterni e una decina di interni potrebbero essere assunti, ma oggi non sappiamo se sono questi i numeri – continua il direttore dell’Università del Salento – La scelta su come distribuire i punti organico viene fatta dai nostri organi di governo, che potrebbero decidere di assumere anche solo personale tecnico -amministrativo. Abbiamo fatto alcune procedure per il personale tecnico, per quello docente no – spiega il direttore Fidora – Molti amministrativi e docenti sono andati in pensione: ci sono troppi settori scoperti. La politica del turnover, subito dopo la legge Gelmini, costringeva a restringere la pianta organica. Andavano in pensione in dieci e ne potevamo assumere una. Oggi la situazione è diversa, ma restano dei buchi».
Negli anni, dunque, c’è stato un restringimento complessivo della pianta organica: molti settori disciplinari restano in sofferenza, come spiega anche il direttore. «Lingue, ad esempio, è in sofferenza, ma un minimo di investimento si potrà fare, anche se la scelta tra l’assunzione di amministrativi o docenti resta una prerogativa degli organi universitari» – conclude Fidora. Per chi è idoneo, insomma, nessuna certezza, tranne quella dell’attesa: nella speranza che non si tratti di attendere Godot.