Film genere drammatico del 2014 diretto da Ferzan Ozpetek che ha curato anche la sceneggiatura insieme a Gianni Romoli, interamente ambientato nel Salento a Lecce e dintorni. Siamo a Lecce negli anni 2000 in cui si vive un piccolo boom economico, Elena (Kasia Smutniak) appartenente ad una ricca famiglia borghese, ha deciso di lasciare gli studi per fare la cameriera in un bar ma il suo sogno è quello di gestirne un giorno, uno proprio insieme con il suo miglior amico Fabio (Filippo Scicchitano), gay e innovativo.
Elena è fidanzata con Giorgio (Francesco Scianna), uomo di buone maniere appartenente al suo stesso stato sociale, fra i due c’è affetto ma ciò sembrerebbe non bastare. Un giorno ad una fermata d’autobus Elena incontra casualmente Antonio (Francesco Arca), un meccanico, suo antipodo, razzista, omofobo, rozzo, sin troppo schietto e istintivo che però ha un grande culto del proprio corpo, con muscoli scolpiti e numerosi tatuaggi. Inizialmente tra i due c’è una reciproca antipatia, ma molto presto scatterà la magia fra gli opposti che si attraggono e gradualmente si concretizzerà sempre di più il loro amore. Nonostante le reciproche relazioni sentimentali, anche Antonio è fidanzato, per di più con Silvia (Carolina Crescentini), migliore amica di Elena.
Dopo aver sfiorato l’amplesso nell’officina dell’uomo, Elena e Antonio dando sfogo alla passione, fanno per la prima volta l’amore al mare, quello è il primo atto della loro storia d’amore. Tredici anni dopo Elena è riuscita ad aprire il suo bar con Fabio, ha due bambini ed è sposata proprio con Antonio. Improvvisamente la sua vita viene stravolta e sconvolta da un tumore maligno di cui viene a conoscenza casualmente, grazie un controllo medico proposto dall’euforica zia Viviana (Elena Sofia Ricci) compagna sentimentale di sua madre Anna (Carla Signoris), donna di temperamento.
Nonostante in passato Antonio abbia tradito la moglie, in particolare con Maricla (Luisa Ranieri), una parrucchiera, esuberante, bella e generosa, dinanzi al momento di profonda difficoltà e sofferenza di sua moglie, le mostra tutto quell’amore che in realtà non era mai stato perduto, rivelando una sensibilità inimmaginabile per un uomo rude e che ha tradito sua moglie probabilmente perché non si sentiva adeguato e alla sua altezza. Davanti alla malattia tutti gli schemi, i pensieri, i dubbi saltano e il loro amore subisce un ritorno di fiamma.
Elena viene sostenuta dal suo medico (Giulia Michelini) che le fa sperare la guarigione, nonostante la morte per la stessa malattia, della compagna di stanza in ospedale, la simpatica Egle (Paola Minaccioni). Tuttavia la donna ha una premonizione, in cui si manifestano le sue angosce e i suoi pensieri ma non è tanto importante che si tratti della realtà o del frutto delle sue paure, ciò che conta è l’amore di Antonio che come un angelo custode vuole tenerla con se strappandola alla morte ed è per questo che “Un grande amore non avrà mai fine”.
In questo film in cui il regista esplora il mondo dei sentimenti, della coppia, del tradimento, dell’omosessualità, Lecce ancora una volta funge da palcoscenico offrendo la vista di Palazzo Tamborrino, casa della protagonista, Porta Napoli con l’Obelisco vicino al quale sorge un distributore dismesso di benzina AGIP, in cui viene ambientato il bar gestito da Elena e Fabio e che a seguito della notorietà avuta con il film è stato acquistato dal Comune di Lecce e potrebbe diventare grazie ad un’idea dello stesso regista un caffè letterario luogo di incontri culturali e con personaggi famosi. Suggestiva la spiaggia sul litorale Adriatico tra San Cataldo e San Foca, luogo dell’incontro amoroso fra i due protagonisti.
Il film ha avuto svariate Nomination al David di Donatello e ha ricevuto tre Nastri D’argento per migliore attrice protagonista, a Kasia Smutniak, migliore attrice non protagonista, a Paola Minaccioni, e miglior casting director, a Pino Pellegrino. Inoltre anche un Ciak d’oro per la migliore colonna sonora a Pasquale Catalano.
Francesco Stomeo