LECCE – Passeggiando tra le suggestive strade leccesi, rese ancora più romantiche dai lastricati bagnati si giunge, dopo il consueto caffè mattutino, a S.Antonio a Fulgenzio a Lecce, a molti noto come il convento dei frati minori.
Si direbbe una mattinata tranquilla, un momento in cui si avverte il bisogno di fermarsi un attimo prima delle tante corse frenetiche della giornata, di riconciliarsi o di ritrovarsi, ognuno secondo la proprie ‘necessità’.
Il complesso, già dall’esterno, è un invito al passaggio dall’impazienza della vita contemporanea alla pace della preghiera. Un invito che diviene opportunità di attraversare quella porta e di ritrovarsi di fronte ad uno scenario a dir poco meraviglioso, connubio unico tra arte e spiritualità: la bellezza espressa nel ciclo pittorico di P. Raffaello Pantaloni.
L’armonia percepita viene subito interrotta da un’immagine catturata dal mio sguardo:
“piove nella Chiesa di sant’Antonio a Fulgenzio”.
Un’immagine fissata dal mio telefono, che rimane fissa nella mia mente. Ovviamente non si grida al miracolo: chissà quanta gente accorrerebbe!!!
Si fa un appello a chi di competenza! È un appello al cuore dell’uomo che non può rimanere insensibile di fronte a situazioni del genere.
I frati minori sono là, a piedi scalzi, ad asciugare l’acqua caduta dal ‘cielo’, tentando di tutelare e custodire, un patrimonio spirituale e artistico, spazio dello spirito, ma spazio che appartiene all’uomo a tutti gli uomini, ai leccesi in particolare.
Fanno il possibile e spesso anche ‘l’impossibile’!
E allora autorità politiche ed ecclesiastiche, per quanto vi compete, correte in aiuto.
E noi passanti, spesso insensibili, cominciamo «col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile», come insegna S. Francesco d’Assisi.
“Il viandante distratto non vede l’isola del tesoro”: ma ci si può sempre fermare e in qualunque momento si può agire sorprendendoci a “fare l’impossibile”.
Io inizio da qui. E tu ci aiuti?
Manuela Marzo