F.Oli.
LIZZANELLO (Lecce) – La scure della giustizia si abbatte sui presunti componenti del sodalizio smantellato con l’operazione “Federico II”. Condanne dure, in alcuni casi più alte delle stesse richieste della Procura, per oltre 650 anni di reclusione oltre ad una serie di pene accessorie tra cui la sospensione della responsabilità genitoriale per 33 imputati (prevista quando una condanna supera i 5 anni di reclusione). Non appena la sentenza diventerà definitiva non potranno più avere alcun potere sui loro figli se ancora minorenni. Non potranno avere alcun peso nelle decisioni di vita dei loro ragazzi: quale università frequentare, decidere o meno su un viaggio d’istruzione o su una visita medica. Fino al raggiungimento della maggiore età. Nulla di nulla. Tutto passerà da un giudice nominato dal Tribunale che dovrà eventualmente seguire passo passo la crescita dei figli minorenni dei 33 imputati se non hanno un altro genitore.
Nello specifico in abbreviato il gup Cinzia Vergine ha inflitto 20 anni di reclusione a Kristaq Boci, 47, di Valona e Giuseppino Mero, detto quello dai capelli lunghi, 52, di Cavallino, recentemente coinvolto nell’inchiesta sulla morte di un giovane di Lizzanello vittima di un caso di lupara bianca nel 1999; 18 anni e 5 mesi e 10 giorni ad Antonia Gabriella De Dominicis, 55, di Merine, frazione di Lizzanello; 16 anni e 8 mesi ad Alessandro Antonucci, 26, di Lizzanello; 16 anni ad Andrea Leo, detto “Vernel”, 45, di Vernole, considerato il capo e già detenuto; 14 anni e 2 mesi Mario Mandurrino, 28, di Lecce; 14 anni, 2 mesi e 20 giorni di reclusione a Klaid Hasanaj, detto “il cavallo e Claudio”, 48, di origini albanesi residente a Lecce; 12 anni, 5 mesi e 10 giorni di reclusione a Francesca De Dominicis, 48, anni, di Lizzanello; 12 anni e 5 mesi a Gianluca Antonio Spiri, 42, di Racale; 11 anni e 8 mesi a Maria Valeria Ingrosso, 37, di Merine, frazione di Lizzanello; 11 anni e 6 mesi a Francesco Mungelli, 40, di Lecce; 11 anni per Emiliano Sulka, 23, di Lizzanello e Angelo Montinaro, 46, di Caprarica di Lecce; 10 anni 9 mesi e 10 giorni a Pellumb Drenova, 56, di origini albanesi residente a Montecchio Maggiore, in provincia di Vicenza.
Poi ancora: 10 anni 6 mesi e 20 giorni ad Antonio Leto, 27, di Caprarica di Lecce; 10 anni e 5 mesi a Damiano Pierpaolo Vignacastrisi, 32, di Matino; 10 anni ad Alessandro Greco, detto “Alessandrino di Santa Rosa”, 33, di Lecce; 9 anni 6 mesi e 20 giorni a Bilal Bocaj, 49, di nazionalità albanese ma residente a Poggiardo (8 anni); 8 anni e 8 mesi ad Umberto Nicoletti, detto Roberto, 40, di Lecce, a fronte dei 10 richiesti; 8 anni e 8 mesi per Mario Accogli, detto quello della legna, 42, di Scorrano; 8 anni e 4 mesi e 44mila euro di multa a Francesco De Cagna, detto “quello della benzina”, 49, di Scorrano così come a Giuseppe Grasso, detto il “Pelato”, 47, di Lecce; 8 anni, 4 mesi e 40mila euro di multa a Cosimino Maggio, 48, originario di Minervino ma residente a Reggio Emilia; 8 anni a Carmelo De Pascalis, 53, di Cavallino originario di Trepuzzi; 7 anni e 5 mesi a Brenda Potenza, 30 anni, di Taviano; 7 anni a Paola Caputo, 28, di Racale; 6 anni e 8 mesi e 30mila euro di multa a Luca Giannone, 40, di Calimera;
Inoltre: 5 anni e 8 mesi e 44mila euro di multa a Yuri Rosafio, 40enne, di Brindisi; 5 anni e 8 mesi e 44mila euro di multa a Cristian Quarta, 39, di San Pietro Vernotico; 5 anni e 24mila euro di multa a Nicolò Capone, 23, di Lizzanello (unico imputato giudicato in abbreviato condizionato) 5 anni a Pierluigi Pierri, 28, di Torre San Giovanni, frazione di Ugento; 5 anni e 30mila euro di multa ad Ortis Banda, 36enne di origini albanesi residente a Maniago; 5 anni ad Adriano Alessio, 43, di Lizzanello; 4 anni e 8 mesi e 20mila euro di multa ad Anila Hasanaj, 46, di origini albanesi ma residente a Lecce.
Infine: 4 anni e 14mila euro di multa a Luciano Pagano, 42, di Brindisi; 4 anni e 14mila euro di multa a Emanuele Soliberto, 38, di Martina Franca; 6 mesi e 6mila euro di multa a Vincenzo D’Ignazio, di Brindisi, 39 anni. L’unica assoluzione è stata disposta per Antonio Accogli, detto quello della legna, 44, di Scorrano, assistito dagli avvocati Mario e Mario Antonio Blandolino e Luigi Corvaglia. Il deposito delle motivazioni è fissato per i prossimi 90 giorni.
L’inchiesta, condotta dagli agenti della Dia e coordinata dall’allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Guglielmo Cataldi, si chiuse con un maxi blitz nel dicembre del 2016 ed è frutto delle precedenti operazioni “Augusta” e “Network”. Le indagini si sono focalizzate, ancora una volta, sull’operatività del gruppo “Vernel”, gravitante attorno alla figura di Andrea Leo di Vernole. Sullo sfondo anche una seconda consorteria capeggiata da Kristaq Boci che importava ingenti quantitativi di eroina dall’Albania.
Il mercato della droga avrebbe rappresentato il core business del clan mafioso capeggiato da Leo a conduzione familiare. Le redini del presunto clan sarebbe stato gestito dalla compagna Maria Valeria Ingrosso e il cognato di lei Alessandro Antonucci. Fondamentale si è rivelata la microspia piazzata in casa di Gabriella De Dominicis, moglie del detenuto Massimo Signore, mentre si trovava agli arresti domiciliari: ha captato il via vai di indagati. Tra gli imputati compare Giuseppino Mero, di recente condannato in primo grado nel processo ribattezzato “Oceano” a 8 anni e 4 mesi e ad 1 anno e mezzo per aver investito e ucciso un anziano in un incidente stradale. Tutto nella stessa giornata. Di recente il suo nome compare anche nell’inchiesta sulla morte di un giovane di Lizzanello vittima nel 1999 di un caso di lupara bianca.
Il collegio difensivo è completato dagli avvocati Antonio Savoia; Giancarlo Dei Lazzaretti; Cosimo Rampino; Fabrizio Pisanello; Elvia Belmonte; Giovanni Gabellone, Giuseppe Gennaccari; Francesca Conte; Francesco Marchello; Biagio Palamà; Cinzia Cavallo; Giuseppe Presicce; Federico Massa; Pantaleo Cannoletta; Giovanni Garzia; Silvio Verri, Raffaele Benfatto; Danilo Di Serio; Maria Corvaglia; Umberto Leo; Stefano Prontera; Donata Perrone; Alberto Ghezzi; Ladislao Massari; Antonio Bolognese; Mario Ciardo.