di Gaetano Gorgoni
LECCE – Una gioia con la B maiuscola per le vie della città: B-estiale. È il giorno atteso da 6 anni: fuori dal limbo, torniamo nel calcio che conta. In piazza ci sono tutti: famiglie, bambini, anziani e gli immancabili temerari che fanno il bagno vestiti nella fontana. La gioia vince ogni resistenza. Il calcio, “che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo”, pure questa volta ha un effetto catartico. La gente scende in piazza e grida, esulta, sente di aver vinto. Il Lecce ha vinto, la città ha vinto. I padri hanno i loro piccoli in spalle: suonano clacson e trombe. Non ci sono i petardi degli anni scorsi, ma qualche fumogeno in piazza Mazzini viene acceso. La prima parte della festa è intorno alla fontana: tutti a guardare i quattro coraggiosi del “bagno della vittoria”. Una sorta di rito atavico purificatore, dopo anni di polverosa serie C.
Poi, c’è la sfilata di motori e auto con la gente che sventola la bandiera e osserva. Sono tutti divertiti e festanti: è una gioia contagiosa anche per chi non segue il calcio. Questo è uno sport che ha a che fare col lato onirico dell’umanità. Si soffre, ci si arrabbia, si esulta e si sogna. Ma, poi, c’è l’aspetto economico: una città che si distingue in campo nazionale vincendo il campionato di C e rientrando nei campionati che contano significa marketing gratuito. Sui media nazionali viaggia il nome della città di Lecce. È un traguardo importante. Un passo fondamentale verso quel sogno chiamato serie A, che ci fece impazzire per la prima volta nel lontano ‘85.
Ma ora è tempo di godersi il presente: quando sono circa le 21 la festa è ancora all’inizio. Da Piazza Mazzini si va verso piazza Sant’Oronzo: i festeggiamenti saranno lunghissimi. Si va verso l’Anfiteatro con la squadra e con gli ultrà: i gladiatori della C meritano tutta la notte con i fuochi d’artificio annessi, sparati verso le 22:45 (guardate i video e le foto cliccando sulle immagini).