LECCE – Ieri l’Accademia di Belle Arti di lecce ha offerto un ulteriore e significativo tributo all’artista contemporaneo Emilio Isgrò.
La mostra dal titolo: “Emilio Isgrò: Piccola ma preziosa mostra in Accademia” è stata curata dal critico d’arte Angelo Maria Monaco, in collaborazione con l’Architetto Ester M.V. Annunziata e il Centro culturale Scaramuzza Arte Contemporanea.
Presente all’inaugurazione il Sindaco Carlo Salvemini, che ha sottolineato l’importanza di questi eventi, facendo conoscere la bellezza dell’ex convento, aprendolo maggiormente ai cittadini in modo tale che possano avere più spesso contatto con la bellezza e non con il degrado e l’abbandono che solitamente le nostre città vivono. Ecco perché è compito dell’istituzioni trasmettere alle nuove generazioni l’importanza del decoro e del bello, attuando una profonda sinergia con quelle stesse istituzioni che nel passato non sempre si sono rivelate attente.
Tutto ciò nasce dall’idea del Prof. Andrea Rollo, Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Lecce, il quale dopo aver conferito la laurea Honoris Causa a Emilio Isgrò (artista che ha segnato la cultura italiana novecentesca); ha voluto creare un continuum, omaggiandolo con una piccola mostra, cercando in tal modo di sensibilizzare e coinvolgere gli alunni, i giovani artisti e l’intera comunità.
Lo stesso Direttore, inoltre, ha spiegato il concetto di creatività come valore: “se non c’è diversità non c’è creatività” ed è proprio questo il vero motore di tutto senza questi elementi non ci sarebbe arte e neppure bellezza!
Il curatore Angelo Maria Monaco ha illustrato questa preziosissima mostra dal titolo così emblematico, ponendo l’accento su due fondamentali aspetti: dapprima la motivazione museografica poiché l’allestimento è avvenuto in una piccola galleria e le opere sono di piccolo formato, la seconda è una motivazione prettamente museologica, nel senso che è di fondamentale importanza coltivare l’arte in Puglia, dove sempre più spesso si assiste alla spettacolarizzazione degli eventi piuttosto che alla qualità e al loro spessore.
Nella galleria si possono ammirare sette opere a forma di libri provenienti da collezioni private, esse creano un circuito ad anello e vengono racchiuse in due aree tematiche: l’Uomo e lo Spazio.
In senso orario la prima opera è Agamennone, 2005 (china su carta). Isgrò cancella i versi della tragedia della trilogia di Orèsteia di Eschilo e decide di lasciare solamente i verbi e aggettivi che simboleggiano ragione e follia.
L’artista lavora anche su testi estrapolati dai Vangeli, su Uomo, 2001, (acrilico su tela) l’unica parola che non viene cancellata sulla pagina del Vangelo secondo Giovanni è proprio il termine uomo. Anche l’uso dei colori rimanda alla Trinità e ad una dimensione puramente sovrannaturale. La seconda opera si incentra sulla lettura della I Domenica di Quaresima dove l’evangelista Marco racconta le tentazioni subite da Gesù ad opera di Satana nel deserto. Le opere Golfe du Lion (2006) e le carte geografiche Cuba (2000) e Vedo il Mar Tirreno (2003) sono realizzate con tecnica mista e a china su stampa tipografica, prospettano scenari futuri di grande intensità assolutamente destabilizzanti. L’opera di Brahms negli emirati (2010) infine, è un’opera altamente concettuale che pur non mancando di aspetti ironici improbabili come indirizzi email e insetti, creano un ponte significativo tra presente e passato.
Forse non riusciremo mai a sapere se “la bellezza salverà il mondo”, sicuramente la presenza di Emilio Isgrò nel nostro territorio e la sua preziosissima mostra ci portano a pensare che aver conosciuto la storia di un uomo del nostro tempo, un uomo dall’instancabile voglia di ricercare il bello in tutte le sue forme, con le sue cancellature ha svelato un’incredibile e rara bellezza.
Mariagrazia De Giorgi