Ed ecco che, dopo un tempo vissuto, Franco Maci si trova a meditare su di esso e scrive, con l’emozione e l’amore che lo contraddistinguono, la prima raccolta di poesie: “Negramaro. L’alba del poeta” (Aletti Editore).
Al primo esordio si espone con sincerità e chiarezza, si rivolge al lettore prendendolo per mano come un autentico amico. È innamorato della vita, della donna, Musa ispiratrice del quotidiano. Lo accompagna nell’eternità. Franco Maci con tale silloge riscopre l’eterno, il tempo dell’abbraccio, dell’unione, in quanto dimostra di avere l’esigenza di incontrarsi, incontrare l’altra, la vita, lei, l’anima, e “continua a cercare il barlume quando la luna invita il cielo al tramonto” (p. 15); aggiunge: «mi basta il pensiero che ci / sei. / Quando non ti troverò / andrò là / dove mi porta l’anima» (p. 19).
La poesia, dunque, per Maci è comunicazione. È relazione. È ricerca dell’incontro, da diffondere e condividere l’amore: questo sentimento integro, dignitoso, discreto, ma avvolgente. Canta l’amore: «Aspetto il bussar della / parola per comporre / versi poveri / ricchi di momenti amati,/ mai dimenticati./ Cerco di nutrire la mia anima, ed il vostro cuore / navigo a vista sotto le tante / stelle, che mi stanno a guardare» (p. 27). Adora il bello della vita, la sua interezza, attendendo l’amore.
Sa attendere l’autore, sa aspettare e sognare proprio come un giovane visionario. Animato dal desiderio della parola, della bella parola, curata, scelta per capire la bellezza femminile, Madre Natura. Oltre al tempo, all’amore, un’altra peculiarità della silloge “Negramaro. L’alba del poeta” è il silenzio: «Il nostro silenzio / aveva prevaricato / le avversità / felici di essere entrati / nelle nostre vite / continuando a sfogliare / il tempo / da quel lontano e felice / momento» (p. 55).
Così, nella prefazione, Maria Cristina Parise Martirano evidenzia l’inizio della storia del poeta che riesce con il suo primo innamoramento; è dall’amore che scaturisce e si alimenta la poesia. È sottolineato anche l’amore per la sua terra, il Salento, emerge e riaffiora a chiare lettere persino nel titolo. L’amore, scrive ancora Martirano, per la terra è amore materno, della donna.
Dai titoli scelti accuratamente da Franco Maci si cela, non troppo, il bisogno dell’amore, i momenti scanditi dalla natura, come l’alba, i tempi dell’anima, la quale generosa accoglie la poesia e si bea di tanta bellezza. Maci, in modo magnanimo, con “Negramaro. L’alba del poeta”, diffonde la parola legata a doppio nodo dal filo conduttore dell’emozione.
Alessandra Peluso