Calciatore ma anche con doti di organizzatore di eventi ed esperto di comunicazione, il “Pinturicchio del Salento” Pierandrea Fanigliulo, al suo terzo anno in Piemonte, con la testa per una grande stagione con l’Alpignano e il cuore per il Lecce e la sua terra, ci parla anche del cammino del Lecce.
Per uno come me che ama il mare e la propria terra in maniera viscerale, vivere lontano è un’idea alla quale non riesco proprio ad abituarmi. Il calcio, sin da quando ero ragazzino, è stato la mia più grande passione e da ormai diciott’anni in effetti ha rappresentato, e continua a rappresentare, quasi un lavoro.
Anche al nord hai continuato la tua carriera in eccellenza, tranne quest’anno che hai accettato di scendere in promozione vestendo la maglia dell’Alpignano.
Devo ammettere che non è mai scattata la scintilla tra me e il calcio piemontese, probabilmente per alcuni miei limiti caratteriali. Troppe differenze con il nostro. In Puglia lo viviamo con più professionalità, più pressione e più passione; giochiamo in stadi veri, spesso davanti a migliaia di spettatori e le rose son formate da signori giocatori con curriculum calcistici con anni di professionismo. Al nord viene vissuto in una dimensione più “dilettantistica”, dando maggior importanza ai settori giovanili. Riadattarmi a questa mentalità è stato molto faticoso. Quest’anno, per la prima volta da quando vivo a Torino, ho trovato un ambiente sano dove viene fatto calcio in maniera seria e preparata grazie al ds Vincenzo Pucci, al mister Davide Nastasi e tutto lo staff dell’Alpignano fatto di persone per bene e rispettose di questa nostra passione condivisa. Grazie a questo non rimpiango la scelta fatta e sono certo che a fine campionato ci toglieremo tutti insieme grandi soddisfazioni.
Ad Alpignano hai trovato come compagno un ex giallorosso, Ronaldo Vanin.
Ho avuto davvero il piacere di conoscere un ragazzo d’oro. Non mi sorprende la sua umiltà e la sua serietà. Siamo sempre i primi ad arrivare. Nella mia carriera ho giocato con tantissimi ex calciatori professionisti come Davide Mazzotta, che adesso fa parte dello staff tecnico di Antonio Conte, Raffaele Quaranta che rappresenta l’Inter nel mondo, il bomber Giampiero Cazzella e tanti altri. Tutti loro davano l’esempio con i fatti prima ancora che suggerirlo con le parole. Vale lo stesso anche per “Roni”, che per altro, ogni giorno, mi ripete quanto sia rimasto innamorato della nostra bellissima città e quanto fosse forte il Lecce del quale faceva parte.
A proposito di giallorossi. Dopo essere tornati nel purgatorio dopo tanti anni di inferno in Lega Pro, dove può arrivare questo Lecce targato Sticchi Damiani secondo Fanigliulo?
Il campionato di serie B è una maratona. Ormai i problemi societari, che sino a qualche anno fa riguardavano solo i campionati minori, influenzano anche l’andamento di quelli professionistici, risparmiando solo la serie A. La società giallorossa è composta da gente che sa cosa voglia dire programmare, donando così solidità e tranquillità all’ambiente. Questo fattore potrà consentire alla squadra di arrivare al termine di questa lunga corsa con la testa solo al rettangolo verde. In considerazione di ciò, e del fatto che non vedo squadre “ammazza campionato”, la differenza inevitabilmente la farà mister Liverani con la sua gestione tecnica di una rosa attrezzata per fare bene.