Delicata “come un’orchidea bianca” giunge la silloge di Lilli Pati, per via di una persona discreta quale è Claudio Casalini; la stessa cura e attenzione ho rivolto alle poesie dell’autrice.
Si tratta di versi d’amore, di musica, di un’espressione artistica dell’esistenza. Lilli Pati sembra scrivere come gesto di gratitudine alla vita, a ciò che le ha donato. Così si danza tra le “note di Chopin” e ci si abbaglia, restando incantati, come scrive Casalini. Romantico, sognatore è il testo di Pati. Versi liberi albergano nella semplicità e nella leggerezza, come è consono a un funambolo: “percorro in bilico senza voltarmi / esito / respiro ancora / più lentamente / apro le braccia della vita / come un funambolo / metto un passo dopo l’altro” (p. 49).
E tra un io e un tu, carezzevole come una folata di vento arriva un noi ed ecco la magia per Lilli Pati. In “Come un’orchidea bianca” l’amore è la via di accesso perché l’ingresso nei “frammenti di vita” dell’autrice sia garantito. E sfogliando la silloge, un diario tra le mani, Pati riflette “tra mille maschere / riconoscerò sempre la tua / disincantata e persa / tra sorrisi senza tempo / e sguardi senza fine” (p. 60); e ancora, “scrolla tutto ciò che è inutile / di negativo / perché quel malessere è come un sottile veleno che / uccide silente / ricomincia a sognare” (p. 61). Un invito al sogno, tra i ricordi e le stagioni della vita, si giunge all’assenza, mentre un viandante, chissà se lei, tu, o noi, proseguono il cammino.
“Ehi tu / stanco viandante / che cammini verso un sentiero ignoto / ignaro di ciò che il cuore cela / i confini di libertà li conosci solo attraverso la ragione / che urla echi di non ritorno” (p. 74). Ma, la poesia è ragione o istinto? È equilibrio o follia? Segue un andamento rettilineo o è discontinuo? Chissà. È il caos.
Intanto, con “Come un’orchidea bianca” di Lilli Pati, edito dalla casa editrice Kimerik, la poesia, le parole, la scrittura, auguro a voi tutti un nuovo anno di pensieri pensati senza depensamenti o risentimenti.
Grazie ancora a Claudio Casalini per la dedizione che riveste nella cultura.
Buon 2019
Alessandra Peluso