Di Francesco Oliva
LECCE – Svolta nell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nas sui dispositivi medici scaduti sequestrati nei giorni scorsi in alcuni reparti dell’ospedale “Vito Fazzi“. Il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di due soggetti accusati di commercio o somministrazione di medicinali guasti (articolo 443 del codice penale). L’apertura di un fascicolo è un atto dovuto sulla scorta della prima informativa depositata nelle scorse ore dai carabinieri del Nas (Nucleo Antisofisticazione) che hanno stilato un primo bilancio dei controlli e delle ispezioni eseguiti nei giorni scorsi.
I militari, di propria iniziativa, hanno setacciato vari reparti dell’ospedale leccese. Si sono intrattenuti nella sala angiografica del primo piano dell’Unità complessa di Cardiologia interventistica ed emodinamica dove sono stati trovati dispositivi medici e farmaci scaduti custoditi con quelli in corso di validità. Sotto sequestro sono finite anche specialità medicinali e siringhe pronte all’uso contenenti farmaci con indicazione lasciate a penna sulle date di scadenza ormai superate.
L’ispezione si è soffermata anche su altro. E gli accertamenti hanno fatto emergere ulteriori anomalie. Sotto la lente degli investigatori sono finite centinaia di dispositivi medici sempre con data di scadenza superata: set di infusione, introduttori di filo guida, sonde, kit multiuso e provette sterili. Anche nell’Unità operativa complessa di Neuroradiologia, nell’unica sala di angiografia in uso al reparto, sono stati trovati alcuni dispositivi medici scaduti. Tutto il materiale sequestrato è risultato di proprietà del presidio ospedaliero.
Nei prossimi giorni dovrebbero continuare gli ascolti dei responsabili delle sale monitorate dai militari che rischiano contestazioni di illeciti di natura amministrativa. La direzione generale della Asl ha già comunicato che saranno disposti controlli anche in tutti gli altri reparti.