di Francesco Oliva
TREPUZZI (Lecce) – Altre accuse franano su un presunto prete pedofilo di Trepuzzi. Una nuova denuncia è stata depositata nelle scorse ore ed è finita sul tavolo del magistrato inquirente Stefania Mininni. La vittima ha 40 anni. E’ originaria di Pisignano (frazione di Vernole) e in una dettagliata denuncia-querela ha messo per iscritto i presunti abusi quando aveva poco più di 10 anni insieme ad un amichetto. Stretto il riserbo sul contenuto dell’atto depositato tramite il proprio avvocato, un legale del Foro di Roma. Sul sito retel’abuso.it viene riportato il contenuto della denuncia che risale al 1984. Il giovane sarebbe entrato nella stanza dove vide un amico accovacciato sul tavolo mentre veniva sodomizzato. Ha poi chiuso la porta per continuare a fare quello che stava facendo. Alle minacce di lanciargli una seggiola il parroco riferì che se anche avessero raccontato qualcosa non sarebbero stati creduti da nessuno. Ma a lui che era un sacerdote. Poi avrebbe offerto dei dolcetti.
Anche questa nuova denuncia, così come almeno altre sei finite al vaglio di investigatori e inquirenti, è condizionata sempre dallo stesso intoppo: i fatti denunciati sono molto datati e i reati risultano già prescritti. Manca, in termini meno tecnici, l’attualità delle condotte per consentire di tenere vivo un fascicolo bollente di suo per la gravità delle accuse. In ogni caso la nuova denuncia potrebbe convincere gli inquirenti ad acquisire la testimonianza diretta dell’uomo per cristallizzare al meglio i fatti e contestualizzarli in un preciso periodo di tempo.
L’indagine, già pubblicata a giugno su questo sito, si è irrobustita nel mese di febbraio della pubblicazione sul sito Retel’abuso.it di una conversazione tra il sacerdote e un’altra presunta vittima in cui il parroco giustificherebbe gli abusi. I fatti, anche in questo caso, sono piuttosto datati. Risalgono a 30 anni fa quando la vittima aveva appena 9 anni. E il parroco si sarebbe offerto di aiutarlo nella crescita sostituendosi alla figura genitoriale per mascherare gli obbrobri di cui si sarebbe macchiato.
Da più di un anno, ormai, il prete è stato sospeso dall’attività pastorale e non può svolgere più alcuna funzione in pubblico. In più è stato già invitato ad allontanarsi dalla Diocesi e a ritirarsi in un monastero per continuare a gestire la vita privata lontano, però, da una comunità di fedeli. La vicenda getta un’ombra sinistra sul mondo della Chiesta e sulla piaga dei prete pedofili su cui Papa Francesco si è impegnato a lungo in questi mesi. Nelle scorse settimane, durante il summit in Vaticano contro gli abusi sui minori, il Pontefice ha rivolto una preghiera a Dio chiedendo che doni il coraggio a lui e alla comunità ecclesiale nella sua interessa per dire la verità sugli abusi compiuti da preti pedofili. Il papa ha anche lanciato un appello affinché i parroci coinvolti in simili vicende abbiano la sapienza necessaria per riconoscere dove si è peccato.