LECCE – Offensiva della Procura contro i No Tap. Due anni di indagini sfociano in un avviso di conclusione fatto notificare nelle scorse ore a 46 indagati. Una maxi inchiesta in cui vengono ripercorsi manifestazioni non autorizzate, scritte contro il gasdotto sui muri di Lecce, insulti e lanci di oggetti contro gli agenti di polizia, minacce e intimidazioni contro un metronotte e un ingegnere. C’è tutto questo e molto altro nell’avviso di conclusione con cui il procuratore aggiunto della Dda Guglielmo Cataldi e il sostituto procuratore della Procura ordinaria Maria Consolata Moschettini hanno incartato ben 78 capi d’imputazione sulla scorta delle indagini condotte dagli agenti della Digos di Lecce.
L’avviso è stato notificato ad Angela Argentiero, 29 anni, di Grottaglie; Antonella Bizzarro, 37 anni, di Melendugno; Ilaria Bonazza, 31, residente a Muggia (in provincia di Trieste); Roberto Bottamedi, 29 anni, residente a Civezzano (in provincia di Trento); Marco Caione, 38 anni, di Roma; Mattia Candido, 20 anni, di Melendugno; Maria Concetta Cappello, 42 anni, di Scorrano; Marco Carati, 31 anni, di Martano; Stefano Coppola, 47 anni, di Carmiano; Lorenzo Cortese, 41 anni, di Melissano; Valentino Curlante, 36 anni, di Melendugno.
Poi ancora: Leonardo Curti, 45 anni, di Lecce; Beatrice Maria De Santis, 22 anni, di Calimera; Francesca Di Pietro, 33 anni, di Taranto; Andrea Stefania Durante, 29 anni, di Melendugno; Clara Evangelio, 22 anni, di Melendugno; Marina Angela Ferrari, 41 anni, di Lecce; Andrea Ferrari, 44 anni, di Lecce; Simone Fina, 26 anni, di Melendugno; Paolo Fiore, 33 anni, di Leverano; Sabine Giese, 54 anni, di Piacenza; Mauro Greco, 53 anni, di Melendugno; Patrizia Greco, 64 anni, di Lecce; Walter Legittimo, 31 anni, di Lecce; Elena Lorenzo, 29 anni, di Lizzanello; Giuseppina Margherito, 39 anni, di Brindisi; Alessandro Martella, 33 anni, di Lecce; Aurora Mingiano, 29 anni, di Lizzanello; Ivan Mirto, 50 anni, di Martano; Giacomo Montefusco, 32 anni, di Martano; Federico Oliva, 28 anni, di Trepuzzi.
Infine: Riccardo Palma, 22 anni, di Carpignano Salentino; Massimo Passamani, 47 anni, di Rovereto (in provincia di Trento); Giulio Patarnello, 25 anni, di Lequile; Saverio Pellegrino, 53 anni, di Lecce; Alice Persano, 32 anni, di Longiano (provincia di Forlì); Andrea Pizzuto, 21 anni, di Borgagne (frazione di Melendugno); Giuliana Ratano, 34 anni, di Lecce; Ferruccio Rizzo, 32 anni, di Lecce; Luca Romeo, 40 anni, di Melendugno; Lucia Sampere, 31 anni, di Alessano; Francesco Serafini, 40 anni, di Melendugno; Silvia Spadina, 21 anni, di Verona; Antonia Tommasi, 57 anni, di San Foca; Anna Maria Vergari, 61 anni, di Soleto. Le accuse, a vario titolo, contestate sono quelle di deturpamento o danneggiamento di cose altrui, getto pericoloso di cose, resistenza a pubblico ufficiale, tentata e consumata violenza privata, oltraggio a pubblico ufficiale, danneggiamento aggravato, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale, accensioni ed esplosioni pericolose, furto aggravato e interruzione di pubblico servizio.
Una maxi indagine, dunque. Che va da novembre del 2017 fino al 19 giugno del 2018. Un lavoro frutto della raccolta delle centinaia e centinaia di filmati che hanno ripreso cortei, manifestazioni, raduni che hanno scandito la protesta dei No Tap contro la realizzazione del gasdotto a Melendugno. E non solo. Nello specifico gli episodi più salienti.
MANIFESTAZIONI 2017
Come accaduto il 24 novembre del 2017 quando una quarantina di manifestanti radunatasi nelle vicinanze dell’Hotel President raggiunse via Templari dove hanno sede gli uffici della multinazionale. Corto scandito dal lancio di uova piene di vernice rossa contro lo stabile in cui si trovano gli uffici. Stesso spartito caratterizzò la manifestazione di protesta dell’8 dicembre sempre di due anni fa a cui parteciparono un centinaio di persone: lancio di uova e di oggetti contro la sede stradale, i poliziotti e i muri. Sempre quella sera, con un elicottero a volteggiare in cielo, uno degli odierni indagati avrebbe tentato di impedire ad un fotografo freelance di riprendere la manifestazione tentando di sottrargli la macchina fotografica.
EPISODI 2018
Gli agenti della Digos hanno ricostruito quanto accaduto il 18 gennaio nel corso di una manifestazione a San Basilio nei pressi del perimetro del cantiere Tap. In quattro avrebbero impedito ai veicoli delle maestranze impegnate nella costruzione del gasdotto ed agli operai di poter entrare e uscire dal cantiere posizionando delle pietre al centro della strada e sferrando calci e pugni contro alcuni furgoni delle ditte impegnate nella realizzazione dell’opera. E poi una fitta sassaiola contro i mezzi parcheggiati nel cantiere.
Il 9 febbraio lo stesso canovaccio sarebbe stato riproposto. Sassi, detriti e cancelli sarebbero stati posizionati in corrispondenza dei varchi di accesso e altri massi sarebbero stati lanciati all’indirizzo delle forze dell’ordine intervenute per garantire l’esecuzione dei lavori già programmati ed arginare forme di protesta violente. E poi insulti e offese all’indirizzo di alcuni rappresentanti della polizia.
VISITA MINISTRO SALVINI
Risale al 15 febbraio del 2018. Secondo quanto contestato dagli inquirenti, sarebbe stata organizzata una manifestazione di dissenso in occasione della visita del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini a Martano. Manifestazione caratterizzata da alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine con un fitto lancio di sassi, fumogeni e uova. In più ad alcuni partecipanti sarebbe stato impedito di raggiungere liberamente il luogo dell’incontro politico preelettorale. In più insulti e offese all’indirizzo degli agenti della Digos con espressioni del tipo: “Fascisti del cazzo, vergognatevi…ma chi state difendendo”.
2 MARZO 2018
In quattro sono accusati di aver costretto una dipendente dell’istituto di vigilanza dell’AlmaRoma (che gestisce il servizio di guardianìa del cantiere Tap) ad abbandonare il posto di lavoro. “Devi andare via, devi sparire” mentre la dipendente era intenta ad aprire l’ufficio. E poi nastro bianco e rosso per simulare un sequestro dell’area mentre altri soggetti lanciavano uova contro la vetrata dell’ufficio tanto che la dipendente fu costretta ad abbandonare l’ufficio e ad uscire da una porta secondaria per il timore di essere aggredita.
16 Marzo 2018
Altra manifestazione per le vie di Lecce. Una manifestazione macchiata dall’imbrattamento dei muri della città e del centro storico, in particolare. Scritte del tipo: “No Tap”; “No alla militarizzazione”; i muri dello storico palazzo delle Poste con la scritta: “Lo stupratore non è malato ma è il figlio sano del patriarcato”; “Fuoco alle galere”; “Dio è violento e mi molesta”.
4 APRILE 2018
Nelle 34 pagine dell’avviso viene ricostruita anche un’intimidazione ai danni di un ingegnere che si stava allontanando in auto dopo aver eseguito un sopralluogo nell’azienda agricola “Le Paesane” a Melendugno. La sua macchina sarebbe stata accerchiata, colpita con calci e pugni mentre l’ingegnere sarebbe stato insultato: “Ingegnerino, te ne devi andare non da qua ma dal Salento”.
11 APRILE 2018
In dieci sono accusati di interruzione di pubblico servizio. Si sarebbero posizionati al centro della carreggiata tra viale Otranto e viale Gallipoli impedendo ad un autobus di linea di partire intimando al conducente di spegnere il motore. Di fatto sarebbe stato ostacolato un servizio di trasporto pubblico ripristinato solo venti minuti dopo.
Fin qui l’ampio fronte delle accuse. Gli indagati, come è loro diritto, hanno ora venti giorni per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive per fornire la propria ricostruzione ai vari capi d’imputazione. Lo potranno fare assistiti dagli avvocati Giampiero Mattei, Daniele Scala, Roberto Tarantino, Francesco Stella, Alexia Pinto, Giuseppe Milli, Francesco Calabro, Elena Papadia, Carlo Sariconi, Cristiano Solinas, Pompeo Demitri; Cristian Marchello, Giandomenico Daniele, Carlo Giuseppe Reho, Sergio Luceri, Giuseppe Minerva, Angelo Terragno, Vincenzo Carbone, Francesca Manta, Maria D’Oria, Angelo Greco, Danilo Spano, Roberto Gubello, Loredana Maruccia e Laura Bruno.