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Luigi Corvaglia all’OSCE denuncia le relazioni fra le sette e alcuni attivisti dei “diritti civili”

Luigi Corvaglia all'OSCE denuncia le relazioni fra le sette e alcuni attivisti dei “diritti civili" - Corriere Salentino“I leader religiosi rivendicano la libertà per se stessi in nome del principio liberale e della società aperta, per poi sopprimerla negli altri, in nome del principio religioso”. È questa la forte denuncia che Luigi Corvaglia, past president del Centro studi Abusi Psicologici (CeSAP) e componente del direttivo della FECRIS (Federazione Europea dei Centri di Ricerca e Informazione sul Settarismo) ha lanciato nel corso della Warsaw Human Dimension Conference, la Conferenza sui diritti umani dell’OSCE che si tiene a Varsavia.

Difendere a spada tratta la libertà religiosa per nascondere gli abusi che si perpetrano nei gruppi totalitari è ciò che fanno alcuni attivisti dei “diritti civili” che tutelano gruppi controversi, scaricando ogni responsabilità sulle vittime, come se fosse una loro scelta libera e consapevole rimanere all’interno di un culto abusante.

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La conferenza, svoltasi dal 26 settembre al 7 ottobre 2022, organizzata annualmente dall’Ufficio diritti umani dell’OSCE di Varsavia, è lo spazio in cui si discute sulla condizione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell’area OSCE e degli impegni da prendere per garantirne il rispetto e la tutela.

Proprio in questo consesso Luigi Corvaglia ha posto all’attenzione internazionale le incongruenze della logica degli “apologeti dei culti”, i quali si appellano alla difesa della “libertà religiosa” per proteggere gruppi controversi, definiti tali perché totalitari ed abusanti. Inoltre, ha messo in rilievo le oscure relazioni fra i sedicenti difensori delle libertà civili e le stesse sette, così come il loro frenetico attivismo nel cercare di sopprimere realtà come Fecris, che invece si batte, in Europa, per garantire il rispetto della persona e delle libertà individuali.

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Ecco il testo dell’intervento:

“La libertà religiosa è uno dei fondamenti del consesso civile e un pilastro della convivenza nelle società liberali e democratiche. Tuttavia, altre libertà e i diritti che vengono regolarmente violati nei gruppi violenti non sono subordinati ad essa. Il paradosso è che i leader religiosi rivendicano la libertà per se stessi in nome del principio liberale e della società aperta, per poi sopprimerla negli altri in nome del principio religioso. Una contraddizione logica che porta a un doppio standard di valutazione (e al declassamento dei diritti dei membri del gruppo).

Ciò che sembra essere rispetto e tolleranza non è sempre lo è.

È inaccettabile che una ONG come FECRIS, rappresentata nella Piattaforma dei diritti fondamentali, debba talvolta difendersi dall’accusa di essere una minaccia alla libertà religiosa quando denuncia i crimini, gli abusi e le molestie che si verificano in alcune sette o gruppi religiosi.

Alcuni sedicenti attivisti per i diritti civili, i cui legami con gruppi controversi non sono particolarmente nascosti, hanno chiesto quest’anno la revoca dello status consultivo del FECRIS presso il Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite.

FECRIS riunisce una serie di associazioni europee ed extraeuropee la cui missione principale è quella di aiutare le vittime di influenze indebita delle sette. Rispetta profondamente la libertà di ogni individuo di scegliere le proprie opinioni filosofiche o religiose: è politicamente, filosoficamente e religiosamente neutrale, ma fermamente radicata nei valori occidentali.

Questi sedicenti difensori delle libertà civili, che spesso sono lontani dalla società aperta e dall’ecumenismo a cui si appellano, hanno ragione a denunciare le leadership totalitarie di Paesi non democratici, come fa la FECRIS, ma vogliono nascondere il fatto che alcuni culti sono versioni non territoriali (anche se a volte transnazionali) di quello stesso totalitarismo. Nessuna società democratica basata sulla ragione dovrebbe essere ingannata”.

Il link dell’intervento: https://www.youtube.com/watch?v=VhphLWo59Cw

Luigi Corvaglia – psicologo-psicoterapeuta, da anni si dedica allo studio della persuasione indebita nei culti totalitari. Su questo argomento ha pubblicato saggi e tenuto conferenze in molti Paesi. Già presidente del Centro studi psicologici (Cesap), membro del Consiglio di amministrazione e del Comitato scientifico della Fecris (European federation of Centre of researc and information on cults and sects). Originario della provincia di Lecce, è dirigente psicologo presso il dipartimento dipendenze patologiche dell’ASL di Bari. Il suo ultimo libro è “No Guru. Le sette e i loro difensori”, CV edizioni, collana Scientia et causa, 2020.

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