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La Battaglia di Civitate

Anno Domini 1053, da circa un decennio i Normanni, venuti nel sud della penisola nei primi anni del secolo ed assoldati come mercenari da alcuni principi longobardi, sono in rapida ascesa, grazie ai brillanti successi militari ottenuti sul campo. Fra gli scontri sostenuti, ben quattro si svolgono in Puglia e vedono vittoriosi i “Leoni di Normandia” sull’Olivento, a Monte Maggiore ed a Montepeloso, nel 1041, mentre soltanto a Taranto vengono fermati dai Bizantini l’anno successivo. La crescente ascesa della potenza normanna allarma il pontefice Leone IX, che chiede sostegno all’Imperatore del Sacro Romano Impero Enrico III, incontrandolo in Sassonia. Tuttavia l’unica cosa che ottiene sono 700 fanti Suebi. Rientrato a Roma cerca di formare una coalizione antinormanna, alla quale aderiscono il principe longobardo Rodolfo di Benevento, i conti di Aquino e Teano, la città e l’Arcivescovo di Amalfi, nonché Argiro di Bari, divenuto Catapano Bizantino per l’Italia, che essendo anch’essi spaventati dalla potenza normanna, voltano le spalle agli antichi alleati. Nella coalizione entra anche l’Imperatore bizantino Costantino X.

Avvertito il pericolo, anche i Normanni si preparano allo scontro, reclutando nuove forze al comando del Conte di Puglia Umfredo de Hauteville, dal suo fratello più giovane Roberto, successivamente detto “Il Guiscardo”, e da Riccardo I Conte di Aversa.

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Nel periodo immediatamente successivo alla Pasqua, Leone IX muove da Roma verso il nemico, alla testa di un esercito misto, composto da Longobardi, Suebi, Svevi, e Bizantini, e giunge a Benevento, che si consegna nelle sue mani. Tuttavia i Normanni controllano tutte le strade che portano in Capitanata attraverso gli Appennini. Il pontefice cerca di riunire le sue armate a quelle di Argiro, provenienti da Bari, muovendo verso il Fortore ed accampandosi sul Biferno, a ridosso delle mura di cinta di Civitate, oggi San Paolo di Civitate in Provincia di Foggia. L’incontro con Argiro è previsto a Siponto, da dove il papa intende cogliere alle spalle le armate normanne, ma il mancato arrivo del Catapano lo costringe a cambiare strategia. Nonostante tutto, i coalizzati dispongono di una grande superiorità numerica, potendo contare su 6 mila uomini fra fanti e cavalieri, contro i 500 fanti e 3 mila cavalieri della parte avversa.

Il 17 giugno i due eserciti giungono a contatto nella piana settentrionale della Puglia, dove il torrente Staina si getta nel Fortore, nei pressi di un antico ponte romano. I coalizzati si schierano con le mura della città alle spalle, disponendo nel centro i fanti suebi dell’Imperatore Enrico III, all’ala destra un corpo di mercenari tedeschi, mentre a sinistra si collocano le forze bizantine e longobarde, agli ordini del Duca Gerardo di Lorena e del Principe Rodolfo di Benevento. A questi si aggiungono reparti provenienti dal Lazio, dalla Campania, dalla Marca Anconitana e dai Marsi. Il piano normanno, invece, prevede un primo scontro contro le armate di Leone IX e successivamente contro quelle di Argiro nei pressi di Siponto, prima di un loro ancora possibile congiungimento.

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Alcuni legati di Umfredo si presentano al papa, offrendo proposte di pace, tuttavia queste vengono rifiutate poiché Leone IX spera ancora nell’arrivo di Argiro, ma anche sotto pressione degli Svevi che lo costringono a non accettarle. Umfredo de Hauteville ha l’accortezza di scrutare il nemico a distanza, osservandone i movimenti poi, prima che le trattative fra i suoi emissari ed il pontefice giungano a termine, scatena improvvisamente l’offensiva. Presa la collina che domina la piana, all’alba del 18 giugno parte il primo attacco normanno, mentre il nemico riposa ancora. Lo scontro vero e proprio inizia con una carica di cavalleria, guidata da Riccardo d’Aversa, lungo la riva del Fortore che getta lo scompiglio fra le forza coalizzate, permettendo ai cavalieri normanni di dilagare sulla piana, sbarrando la via di fuga al nemico. Successivamente, giunti di fronte alle fila longobarde, penetrano attraverso le maglie dello schieramento, frazionandolo e rompendone l’ordine, costringendo le unità ad una rotta disordinata.

Durante tale fase sopraggiungono le forze comandate da Riccardo Drengot che travolgono Longobardi e pontifici. Nel centro dello schieramento, però, le cose vanno diversamente, infatti Umfredo de Hauteville incontra una forte resistenza opposta dai cavalieri svevi, mentre i Suebi, nonostante l’inferiorità numerica, guadagnano la collina e ricacciano indietro le forze normanne. Viste le difficoltà incontrate dal fratello, Roberto de Hauteville invia in suo soccorso Gerardo di Buonalbergo, alla testa di un contingente composto prevalentemente da calabresi. La manovra alleggerisce la pressione dei Suebi sulle forze di Umfredo, tuttavia la situazione è ancora critica. A questo punto arrivano le forze del Conte d’Aversa, reduci dal massacro di Longobardi operato nella piana, che colgono alle spalle i Suebi. Le linee dei coalizzati si sgretolano, consentendo ai Normanni di decidere lo scontro. È un massacro!

Con tale scontro, si afferma definitivamente la potenza normanna che, nel volgere di breve tempo, li porterà ad controllo totale dell’intero meridione d’Italia ed all’instaurazione del Regno di Sicilia.

 

Cosimo Enrico Marseglia

Nato a Lecce, città in cui vive. Ha frequentato i corsi regolari dell’Accademia Militare dell’Esercito Italiano in Modena e della Scuola di Applicazione dell’Arma TRAMAT presso la cittadella militare Cecchignola in Roma, ed ha prestato servizio come ufficiale dell’Esercito presso il 3° Battaglione Logistico di Manovra in Milano, il Distretto Militare di Lecce ed il Battaglione Logistico della Brigata Pinerolo in Bari. Dopo otto anni in servizio permanente effettivo, ha lasciato la carriera militare, dedicandosi alla musica jazz ed al teatro. Attualmente collabora con il Dipartimento di Studi Storici dell’Università del Salento, come esperto di Storia Militare, e dal 2009 è ufficiale commissario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana. Scrive per L’Autiere, organo ufficiale dell’ANAI (Associazione Nazionale Autieri d’Italia), Sallentina Tellus (Rivista dell’Ordine del Santo Sepolcro), per L’Idomeneo (Rivista dell’Associazione di Storia Patria) e per altre testate. Ha già pubblicato Les Enfants de la Patrie. La Rivoluzione Francese ed il Primo Impero vissuti sui campi di battaglia (2007), Il Flagello Militare. L’Arte della Guerra in Giovan Battista Martena, artigliere del XVII secolo (2009), Battaglie e fatti d’arme in Puglia. La regione come teatro di scontro dall’antichità all’età contemporanea (2011), Devoto ad Ippocrate. Rodolfo Foscarini ufficiale medico C.R.I. fra ricerca e grande guerra (2015), Marseglia. Storia di una famiglia attraverso i secoli (2016) per la Edit Santoro, e Attacco a Maruggio. 13 giugno 1637. Cronaca di una giornata di pirateria turca nel contesto politico-sociale europeo (2010) per la Apulus, quest’ultimo insieme al Dott. Tonino Filomena. Ha conseguito il Diploma Universitario in Scienze Strategiche presso l’Università di Modena e Reggio.

 

 

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