LECCE – La sua bottega affaccia sulla bellissima piazza Duomo a Lecce e non è raro trovarlo intento a dipingere le sue opere tra turisti curiosi di ammirarle e collezionisti di quadri desiderosi di comprarle. Lui è Mario Donno, pittore molto conosciuto in città. E noi lo abbiamo intervistato.
Dove nasce l’artista? “Nasco quando gli echi della guerra avevano terminato da poco il loro tuonare. Sono cresciuto all’ombra del barocco di questa splendida città:Lecce. Il progresso ancora non aveva colonizzato le nostre città e con gli amici di infanzia ci rincorrevamo tra i vicoli nascondendoci dietro le mille carrozze che popolavano il centro storico. L’educazione era abbastanza dura e la scolarità iniziava a presentarsi ad una platea molto ampia. Si iniziava a ricostruire l’Italia e i nostri genitori, reduci dalle profonde difficoltà che avevano dovuto superare e consapevoli che la cultura poteva aiutare la crescita delle nuove generazioni ci tenevano alchè l’istruzione avesse un profondo peso nella nostra vita educativa. I metodi scolastici erano dei più duri e spesso non venivamo risparmiati dalle bacchettate. Ma si cresceva in un clima più sereno dove rispetto e socialità venivano coniugati nella loro vera essenza.”
Che corsi di studio hai seguito?
“Ho seguito il corso di studi obbligatorio e la scuola d’arte, ma il mio animo non era vincolato ad uno schema fisso. Sin da giovane sono stato bizzarro ed intraprendente. La libertà di pensiero non mi ha mai legato ad alcun tipo di archetipo. Ho vissuto coltivando le mie idee e le mie aspirazioni. Non ho voluto mai crearmi la sistemazione; così la chiamavano i nostri genitori. La vita sarebbe stata per me insopportabile dietro la scrivania di un ufficio; non sarei sicuramente sopravvissuto. Il mio modo di fare è stato molto bohemiene in ogni senso. Due i motivi principali che hanno dominato la mia esistenza: l’arte e l’amore. Entrambi li ho interpretati nel pieno della mia libertà. La passione non è stata mai per me una catena così come recita una ben nota canzone della tradizione napoletana. In questa convinzione ho coltivato la mia vita ed i miei rapporti sociali. L’amore è stato dominante ed abbastanza intricato e non l’ho vissuto nella maniera tradizionale. Mai schiavo dell’amore ma solo un interprete nel vero senso della parola. E così per la mia ispirazione artistica. La mia attività di pittore non è stata mai rivolta al semplice procurarsi del denaro eppure è l’unica attività della mia esistenza. Oggi più che mai mi ritrovo ancora a confrontarmi con questo mio modo d’esser e sono sempre più convinto che nella mia vita non potevo fare scelta migliore. Diversamente non avrei potuto sperimentare i mille percorsi intrapresi nel campo artistico. L’unica fonte della mia ispirazione è stata la libertà vissuta non passionalmente ma esclusivamente interpretata secondo le mie scelte di vita. Ritengo che sia tedioso raccontare quante mostre abbia fatto o quanti riconoscimenti abbia potuto ricevere. Mi presento esclusivamente con le mie opere che sono l’unica etichetta vera che rappresenti me, la mia esistenza ed il mio modo di interpretare l’arte.”