Sarà presentato domani 7 maggio 2024 presso il Castello di Copertino partire dalle ore 9:00 il libro A New World Emperor Charles V and the Beginnings of Globalization (a cura di Anna Trono, Paul Arthur, Alain Servantie and Encarnación Sánchez García, pubblicato con i tipi del Gruppo editoriale Tab s.r.l.).
L’incontro, organizzato dall’I.I.S.S. “Bachelet” di Copertino e Direzione Regionale Musei di Puglia Castello di Copertino, si propone di illustrare il valore dei percorsi e degli itinerari culturali europei, che vivono attualmente una fase di grande popolarità, consentendo di allargare oltre i confini europei le opportunità di dialogo e collaborazione tra i popoli. Obiettivi che ben si allineano a quelli che cinquecento anni fa si proponeva l’Imperatore Carlo V, il sovrano sul cui Impero Universale non tramontava mai il sole e il cui operato nel 2015 il Consiglio d’Europa ha legittimato con il riconoscimento degli European Routes of the Emperor Charles V.
Ma chi era Carlo V. Carlo V d’Asburgo (Gand, 24 febbraio 1500 – Cuacos de Yuste, 21 settembre 1558) è stato imperatore del Sacro Romano Impero Germanico e arciduca d’Austria dal 1519, re di Spagna (Castiglia e Aragona) dal 1516, e principe sovrano dei Paesi Bassi come duca di Borgogna dal 1506.Nel 1530 Bologna accolse una delle cerimonie più fastose del Rinascimento: l’incoronazione di Carlo V a imperatore, per mano di papa Clemente. A capo della Casa d’Asburgo durante la prima metà del ‘500, fu imperatore di un “impero sul quale non tramontava mai il sole” che comprendeva in Europa i Paesi Bassi, la Spagna e il Sud Italia aragonese, i territori austriaci, il Sacro Romano Impero germanico esteso su Germania e Nord Italia, nonché le vaste colonie castigliane e una colonia tedesca nelle Americhe. ]“L’itinerario di Carlo V Imperatore-sottolinea Anna Trono, Professoressa di Geografia Economica e Politica, curatrice del volume- è di grande interesse non solo per l’ampiezza geografica che lo distingue e il valore storico che sottende ma anche perché si propone come veicolo di comunicazione, scambio culturale tra le nazioni e strumento utile per consolidare l’identità europea, allargando oltre i confini europei le opportunità di dialogo e collaborazione, in linea con la visione globale del mondo dell’Imperatore Carlo V, una concezione indubbiamente antesignana delle strategie avviate in questi ultimi anni dal Consiglio d’Europa e dall’Unione Europea”.
Un Impero quello di Carlo V d’Asburgo, capace di conquistare e porre insieme nella prima metà del Cinquecento, territori che si estendevano dai Paesi Bassi alle terre germaniche, dalla Spagna al Regno di Napoli, oltre al sempre più vasto dominio americano.
Un principe rinascimentale, con personalità e temperamento dai caratteri medioevali quanto a mentalità e modo d’agire. Ottimo cavaliere cattolico rigoroso, Carlo V ebbe un atteggiamento illuminato, pronto sempre a mediare, sia per preoccupazioni dinastico-politiche ma anche per la sua mentalità aperta, per il carattere abile e prudente, comunque tenace ed ardito. Rigoroso e serio, aveva un grande attaccamento allo Stato che governava, ed ambiva a diventare il “Monarca” del mondo intero: padrone del Mediterraneo, conquistatore di nuove terre d’oltremare, precursore di un’Europa unita.
“Per il suo intento di dare unità politica e religiosa a territori e popolazioni diverse per lingua, cultura e istituzioni-chiarisce la Prof Trono- Carlo V può considerarsi una delle figure più importanti per l’intera civiltà occidentale, con principi ed azioni innovative per il suo tempo.
Suo costante motivo d’interesse, accanto all’ispanismo, fu la lotta ai Turchi, la cui presenza sulle coste del Mediterraneo, dalla Tripolitania al Marocco, rappresentava un continuo pericolo per la Spagna e per l’Italia. Le scorrerie turche operavano un continuo saccheggio delle città più esposte lungo la costa mentre i Barbareschi, loro alleati, distruggevano i convogli navali in tutto il Mediterraneo”. Amato dai Papi, ne è testimone Carlo V, unico monarca a preoccuparsi di salvare le radici cristiane dell’Europa e a contenere l’impeto di invasori provenienti da terre ignote e lontane, sentiva l’obbligo di un suo intervento.
“La sua personalità ha influito in maniera decisiva sulla storia-sostiene la prof Anna poiché ha contribuito a definire la geografia e il destino di molti popoli. Palazzi, castelli, torri e splendidi musei oggi illustrano quanto Carlo V abbia plasmato non soltanto la storia, ma anche l’arte, l’architettura tramandando le ricchezze alle generazioni attuali”.
Ed ora studiosi di diversa ed eterogenea formazione scientifica e professionale illustrano nel libro A New World Emperor Charles V and the Beginnings of Globalization la presenza e l’eredità politica e culturale dell’Imperatore, secondo una interessante formula interdisciplinare e diacronica.
Il patrimonio culturale illustrato nei contributi del libro è frutto di progetti di ricerca indirizzati ad una conoscenza più ricca della storia e della cultura di Carlo V, con la scoperta di aspetti anche inediti della vita e cultura dell’epoca.
“Il volume si sviluppa in tre sezioni-conclude la prof Anna Trono indulgendo nella prima parte nella narrazione di eventi e fatti storici legati alla figura del monarca, nella seconda presentando reperti archeologici, peculiarità alimentari e caratteri paleobotanici restituiti nel corso degli scavi condotti nel Castello di Carlo V a Lecce, e ponendo attenzione nella terza ed ultima sezione sulla gestione, sulla salvaguardia e sulla valorizzazione dei reperti archeologi presenti nel Salento, che richiamano la figura del monarca e, più in generale, proponendo la fruizione dei percorsi e del patrimonio culturale secondo un approccio legato ad un turismo sostenibile in grado di generare una micro-economia sui territori ed una opportunità di lavoro, soprattutto per le giovani generazioni”.
Il volume, a cura di Anna Trono, Paul Arthur, Alain Servantie and Encarnación Sánchez García resta una delle linee guida per rileggere e interpretare i paesaggi di un lontano passato, al fine di stabilire relazioni tra passato e presente e di prospettare futuri scenari che integrino ricerca, innovazione, sostenibilità.