Una storia di vita e di arte che ha inizio a Ruffano. Piccolo ma meraviglioso paese, inserito tra i Borghi Autentici d’Italia, incastonato nell’estremo lembo della Puglia meridionale, nel cuore delle Serre Salentine, Ruffano, con la sua frazione di Torrepaduli, non raggiunge i 10.000 abitanti.
Questo antico borgo, che si distingue per la sua ricca storia, il patrimonio culturale e l’incantevole paesaggio movimentato da vicoli e piazze accoglienti, ha dato i natali a Francesco Saverio Donato Lillo, più semplicemente noto come Saverio Lillo. Dal matrimonio di Angelo Lillo e Anna Maria Micoccio, come si evince dall’ archivio storico parrocchiale del paese, nasce a Ruffano il 14 maggio 1734.
Le notizie sulla sua biografia sono essenziali: giovanissimo, precisamente all’età di 21 anni, sposò la compaesana Margherita Stefanelli. Ebbe nove figli dei quali ne sopravvissero purtroppo soltanto tre: Mosè, pittore, la più nota per l’arte sacra al femminile Maria Rachele, pittrice e il musicista Giosuè. Morì all’età di 62 anni, il 12 ottobre 1796, amorevolmente curato dalla moglie e dai figli.
Nonostante il suo riconosciuto e apprezzato impegno, probabilmente non è stato ancora definito con chiarezza il suo peso o il suo ruolo artistico nel contesto della pittura sacra salentina della seconda metà del Settecento. Descritto in Pittura in Terra d’Otranto (secc. XVI-XIX), Congedo Editore, come «un artista sostanzialmente modesto e incapace di cogliere le novità dei modelli cui si rifece, e di adeguarsi al loro livello qualitativo, fornendone una traduzione del tutto lontana dalla loro modernità» come afferma Giovanni Vincenti in “Il pittore ruffanese Saverio Lillo «il Lillo fu comunque, uno degli ultimi esponenti di quella scuola salentina, l’unica vera scuola pugliese, promotrice della diffusione delle tendenze artistiche napoletane che, proprio nel corso dell’ultimo scorcio del ‘700, con la loro ampia e progressiva capacità unificante eliminarono ogni senso al significato distintivo tra ‘centro’ e ‘periferia’».
Di certo il Lillo è ricordato in particolar modo per le tele presenti nella Chiesa madre di Ruffano dove è sepolto. È noto anche come “il pittore del Santo dei voli” per avere rappresentato nel Santuario di Copertino, in sei grandi dipinti ovali, le scene di vita e di miracoli del frate francescano, tra i quali si ricorda “S. Giuseppe da Copertino in estasi davanti alla Principessa Maria di Savoia”.
La sua mano e la sua ispirazione è presente in tante chiese del nostro Salento. A Casarano nella Chiesa di S. Domenico si può ammirare l’opera Madonna del Rosario, olio su tela del 1796, a Parabita nella Chiesa dell’Immacolata il Dipinto dell’Immacolata, a Tricase nella Chiesa di S. Domenico ed ex convento si possono ammirare le opere Cristo comunica San Bernardo e Il Sacrificio d’Elia, a Tiggiano la tela Sant’Ippazio che si trova nella chiesa dedicata al santo. Ed ancora ad Alliste, a Maglie, a Galatina, Gagliano del Capo, Giurdignano, Mesagne, Melendugno, Otranto, Ugento, e la lista forse potrebbe continuare, custodiscono opere del ruffanese.
Saverio Lillo si presenta quindi come un affascinante ‘affresco spirituale’ che trasporta il fedele e il turista in un mondo di devozione e contemplazione. Attraverso la maestria dei suoi pennelli, Lillo ha rappresentato tele vibranti di fede e riflessione, trasmettendo con intensità emozioni e sentimenti che resistono al trascorrere del tempo. L’eredità di Saverio Lillo, pittore di Ruffano del Settecento, persiste come un patrimonio prezioso, testimone eloquente della sua dedizione all’espressione artistica volta a elevare l’animo umano attraverso la rappresentazione di temi e personaggi significanti il cristianesimo. In questo breve viaggio nella sua produzione artistica, emergono la sua sensibilità, la sua capacità tecnica e la profonda connessione con la spiritualità, rendendo Saverio Lillo una figura significativa della nostra terra e della nostra storia, da non dimenticare.