LECCE – Che cosa ha ancora da dirci il Concilio di Nicea, dopo 1700 anni? In un’epoca segnata da frammentazione e pluralismo, dove verità e libertà sembrano talvolta in conflitto, due tra le voci più autorevoli del panorama culturale europeo, il filosofo Massimo Cacciari e il teologo Piero Coda, si incontrano per interrogare il presente a partire da una delle pietre miliari del pensiero cristiano.
L’appuntamento è per oggi sabato 31 maggio 2025, alle ore 18.00, nello scenario suggestivo del Chiostro dell’Antico Seminario in Piazza Duomo a Lecce.
L’incontro, dal titolo “Tra ontologia e rivelazione: cosa può dirci Nicea oggi?”, chiude il ciclo di conferenze “325–2025: Il Concilio di Nicea tra passato, presente e futuro”, promosso dall’ISSRM “Don Tonino Bello” in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università del Salento.
Grande attesa per un confronto di altissimo livello, tra due delle voci più autorevoli del pensiero contemporaneo: Massimo Cacciari e Piero Coda.
Il primo, filosofo tra i più influenti in Italia e in Europa, è noto per il suo approccio radicale e inquieto, capace di attraversare territori diversi e spesso considerati inconciliabili come la politica e la mistica, l’arte e la metafisica, sempre animato da una tensione verso ciò che sfugge alla comprensione ordinaria, verso l’enigma del divino in un mondo che si proclama secolarizzato, ma che non riesce a sottrarsi fino in fondo alla domanda religiosa. La sua riflessione, nutrita da pensatori come Nietzsche, Heidegger, Simone Weil e dalla tradizione ebraico-cristiana, non oppone fede e ragione, ma cerca di cogliere nella frattura e nel limite la vera cifra del pensare, invitando a interrogarne la zona d’ombra, in cui si rivela qualcosa che eccede ogni sistema.
Dall’altra parte, Piero Coda, noto teologo e segretario generale della Commissione Teologica Internazionale, propone una visione profondamente cristiana e trinitaria, capace però di dialogare con la complessità del tempo presente, senza arroccarsi in posizioni difensive. La sua teologia, che affonda le radici nel Concilio Vaticano II e nel pensiero di Chiara Lubich, rifiuta ogni nostalgia del passato e affronta le sfide della contemporaneità, dal pluralismo religioso alla crisi antropologica, con una proposta che vede nella Trinità non un concetto astratto, ma una chiave viva per comprendere l’amore, la relazione e l’apertura all’altro.
Il loro incontro promette di essere molto più di un confronto tra discipline: è un dialogo sul senso ultimo dell’esistere, su cosa significhi pensare Dio oggi, su come affrontare la crisi di senso dell’uomo moderno senza rinunciare alla profondità, alla complessità, alla possibilità di una verità che non esclude ma include, che non semplifica ma illumina. In un tempo segnato da frammentazione e superficialità, l’incontro tra Cacciari e Coda rappresenta un raro momento di pensiero alto, capace di parlare non solo ai credenti o ai filosofi, ma a tutti coloro che cercano, nel rumore del presente, una parola che non sia solo spiegazione, né provocazione, ma invocazione di una dimensione più alta.
Il dialogo che promette di essere non solo un esercizio accademico, ma un’occasione preziosa di confronto tra ragione e fede, filosofia e teologia, passato e presente, occidente e mondo globale. Un momento per rileggere l’eredità del Concilio di Nicea alla luce delle grandi domande che abitano oggi l’esperienza umana: chi siamo? Da dove ripartiamo? Come parlare di Dio in una cultura che sembra averlo dimenticato?
L’incontro di oggi è un invito a pensare insieme: nel cuore del Salento, in uno dei luoghi più incantevoli di Lecce, questo evento si propone come un’esperienza culturale e spirituale aperta a tutti: studiosi, studenti, insegnanti, cittadini in ricerca. Non serve “sapere tutto” per partecipare, non è necessario conoscere la storia della Chiesa. Serve solo il desiderio di pensare in profondità, lasciandosi provocare da parole che aprono possibilità nel presente.
L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.