NARDO’ (Lecce) – Continua l’iniziativa editoriale sui luoghi di culto della città. Dopo il volumetto dedicato alla cattedrale, ecco quello sulla chiesa di Santa Teresa, un tempo cuore spirituale del monastero secentesco delle Carmelitane e oggi rara testimonianza di continuità tra clausura, culto e comunità. Anche questo volumetto, dal titolo La chiesa di Santa Teresa di Nardò. Dal chiostro alla confraternita,è stato promosso dalla consigliera comunale delegata ai rapporti con le Istituzioni Ecclesiastiche Daniela Bovein collaborazione con la Diocesi Nardò-Gallipolie la Confraternita del Santissimo Sacramento. I testi sono di Marcello Gaballo, le foto di Lino Rosponi ed è edito da Fondazione Terra d’Otranto.
Ricostruita nella seconda metà del Settecento, dopo il terremoto del 1743, la chiesa si impone per la sua raffinata architettura e custodisce al suo interno opere di grande pregio, tra cui idipinti Estasi di Santa Teresa e Santa Teresa ispirata dallo Spirito Santo, recentemente restaurati. Oltre al valore artistico, l’edificio sacro racconta un cammino spirituale che dalle monache carmelitane conduce all’attuale custodia confraternale. Il culto teresiano, la devozione a San Biagio e alla Madonna del Buon Consiglio, testimoniano una fede popolare che, mutando forme e protagonisti, ha saputo attraversare i secoli.
Il volumetto, dopo l’introduzione del vicario generale della diocesi mons. Giuliano Santantonio e della consigliera Daniela Bove e dopo alcuni cenni storici, racconta delle complesse vicende dalle origini alla soppressione, compresa la parte dedicata alla vita di suor Teresa di Gesù.Spiega poi i dettagli della struttura e di ogni particolare (dipinti, statue, altari, cappelle, epigrafi). Le tante foto rendono meglio l’idea della bellezza e dell’importanza del patrimonio artistico e architettonico di questo luogo di culto.
“Il volumetto sulla chiesa di Santa Teresa – spiega Daniela Bove – è il secondo della serie dedicata ai nostri luoghi di culto. Dopo la cattedrale, offriamo ai fedeli e a tutti un lavoro bellissimo, molto minuzioso sulla storia e sulle bellezze dell’edificio, corredato da immagini che testimoniano le meraviglie di un luogo molto amato dai neretini. Un’altra chiesa del nostro patrimonio che fa compiere un viaggio senza tempo a chi lo visita. Grazie a Marcello Gaballo, a don Giuliano, alla confraternita, a tutti coloro che hanno reso possibile anche questo omaggio”.