FRIGOLE (Lecce) – Quattro medici in servizio presso il carcere di Lecce sotto inchiesta per la morte del detenuto di Frigole Claudio Lazzari. E in giornata dinanzi al gip Vincenzo Brancato è stata discussa l’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Angela Rotondano. Il pm non ha ravvisato responsabilità da parte dei camici bianchi sulla scorta di una consulenza del medico legale Mele che aveva escluso il nesso di causalità tra l’operato dei medici e il decesso del detenuto. Per il consulente nominato dalla Procura, Lazzari sarebbe deceduto a causa della cirrosi epatica di cui soffriva da tempo e non per l’ipotetico trattamento alimentare di cui necessitava e che non sarebbe stato prescritto dai medici. A tali conclusioni si è opposto l’avvocato della famiglia, Ladislao Massari, che ha sostenuto come la dieta non rispettata avrebbe determinato un aggravamento della cirrosi epatica portando di fatto alla morte il detenuto. Dal canto suo, la difesa (rappresentata, tra gli altri, dall’avvocato Fulvio Pedone) ha rimarcato come ai medici del carcere non si possa muovere alcuna contestazione perchè ricoprono un ruolo paritetico a quello della guardia medica. Seguendo tale ragionamento, i medici non risponderebbero ad un logica ospedaliera che prevede il controllo della dieta. La decisione del gip è prevista per i prossimi giorni.
Il presunto caso di malasanità in carcere risale al 21 luglio del 2014. I fatti hanno inizio nel lontano 1997 quando l’uomo viene sottoposto ad un intervento chirurgico di “diversione bilio-pancreatica” presso il Policlinico Gemelli di Roma al fine di porre rimedio ad una grave forma di obesità in una persona ad alto rischio cardiovascolare. Lazzari rispetta una dieta alimentare ricca di proteine e carboidrati, provvedendo ad assumere costantemente integratori alimentari ed a sottoporsi a controlli clinici e di laboratorio periodici. L’esperienza detentiva per Lazzari inizia il 4 ottobre del 2011 quando il 45enne viene raggiunto da una misura cautelare in carcere nell’ambito della nota operazione “Augusta”. Nel febbraio successivo Lazzari viene sottoposto ad una visita specialistica richiesta dalla difesa, ed eseguita dal medico legale Francesco Faggiano, che evidenzia un sostanzioso calo di peso “a causa della incongrua dieta alimentare”. Per un anno, i controlli medici specialistici e le analisi del sangue sarebbero stati saltuari e sempre più sporadici, nonostante un controllo più accurato delle condizioni di salute fosse stato più volte sollecitato e prescritto dagli stessi sanitari che avevano visitato Lazzari in carcere.
Nell’estate del 213 le condizioni di salute del detenuto si aggravano. Dopo una serie di ricoveri e di richieste di scarcerazione rigettate dal Tribunale e di perizie medico legali, il gip Giovanni Gallo concede i domiciliari a Lazzari sulla scorta di un’apposita richiesta presentata dal suo legale. In casa, però, l’uomo rimane solo per pochi giorni perché viene immediatamente ricoverato presso il “Vito Fazzi”. Dopo una serie di ricoveri e immani sofferenze Lazzari muore il 21 luglio di tre anni fa.
F.Oli.