LECCE – Il report del rettore sulla riunione del Senato accademico del 20 settembre si concentra molto sulle luci e poco sulle ombre dell’Università del Salento: la buona notizia è che c’è un leggero incremento, 4%, degli studenti che hanno pagato per fare il test d’ingresso. Dati alla mano si indicano i corsi in sofferenza: Giurisprudenza era il fiore all’occhiello dell’Università, ma i dati dicono che il suo appeal è decresciuto del 10 per cento e le immatricolazioni negli anni risultano in calo; Scienze della formazione perde il 40% addirittura, ma ci sono anche i corsi in crescita, che, secondo gli oppositori di Zara, non vengono sufficientemente sostenuti. I detrattori del magnifico puntano il dito sulle politiche globali, che non avrebbero fatto crescere l’Università e i suoi iscritti. Nei dati forniti da Zara ci sono corsi che crescono, anche se non è detto che tutti gli studenti che superano i test rimangano a Lecce. Anche lo scorso anno vi fu una buona partecipazione ai test a cui non corrispose poi la stessa partecipazione, tanto che tutti ricordiamo l’appello ai politici locali del rettore Zara a fronte del calo di iscrizioni.
Ma il problema dell’Ateneo non sono solo le immatricolazioni. Non sembrano aver sortito gli effetti sperati le politiche di internazionalizzazione: non c’è un numero di studenti stranieri importante e non si riesce ad attrarre studenti baresi e tarantini. A questo bisogna aggiungere, secondo gli oppositori della gestione di Zara, le difficoltà che hanno i dottorandi (nemmeno una sala studio loro destinata), il supporto poco incisivo alle attività di progettazione della ricerca, la lentezza della macchina amministrativa, “la qualità della didattica, che si pretende di misurare solo con i questionari anonimi somministrati agli studenti, la protesta di chi non ha partecipato alla VQR, le cui conseguenze sono ignote, almeno al momento”. Critiche che si sommano a quelle relative alle procedure amministrative, che accompagnano momenti e fasi importanti e delicate della vita comunitaria su cui si addensano “sospetti”: vedasi ricorsi riguardanti le elezioni del Senato, di cui abbiamo già parlato nei mesi scorsi, e quelle sulla qualità degli spazi e dei servizi offerti agli studenti.
Un segnale importante in questo senso è dato dalla votazione del punto all’ordine del giorno relativo al bilancio preventivo 2016-2019, che regola vorrebbe andasse all’unanimità, perché si tratta di stabilire le linee programmatiche, non solo sul piano finanziario, dell’Università. Invece le cose sono andate molto diversamente: soltanto 12 senatori hanno votato a favore, 3 contrari, 7 astenuti (oltre agli assenti al punto). I 10 senatori contrari hanno obiettato la politica di austerity proposta dal rettore, che prevede solo tagli e non entrate diverse dal fondo di finanziamento ministeriale e dalle tasse degli studenti. “Il rettore ci ha detto che l’università ha solo due fonti di entrate, il Fondo ministeriale e le tasse studentesche – afferma sconcertato un senatore, che si confida con noi– e ha sostenuto che dobbiamo aumentare il fondo e per aumentare il fondo dobbiamo aumentare le iscrizioni: da qui la necessità di nuovi percorsi. È sconcertante il fatto che non abbia neppure preso in considerazione altre fonti di entrate che l’Università, come è già accaduto in passato, pure può realizzare. Eppure nello scorso Senato di luglio già se n’era parlato. Invece si apprende che l’immediato futuro riserva solo blocco del turn over e tagli sulle spese. È singolare, gli studenti lo hanno già osservato, che tali tagli non lambiscano né le spese del rettorato né quelli della direzione generale. E poi sembra incredibile che edifici pronti ad essere fruiti rimangono invece chiusi per risparmiare qualche migliaio di euro. E che importa se a risentirene sono i servizi offerti agli studenti, senza i quali l’Università del Salento non avrebbe ragione di essere! Persino un senatore notoriamente vicino al rettore Zara ha contestato questa scelta di non aprire i plessi già arredati, perché lasciandoli disabitati si deterioreranno e fra qualche anno dovremo pure ristrutturali senza neppure averli mai utilizzati. E comunque è una follia non utilizzare edifici già pronti, anche in sostituzione di altri”.
Tra le criticità, non si può dimenticare lo spostamento degli amministrativi nei locali dello Sperimentale Tabacchi, che ha fatto insorgere gli studenti, perché i dipendenti andranno ad occupare locali che erano destinati ad aule o spazi per gli alunni. “Questa amministrazione passerà alla storia come quella che ha smobilitato quel poco che eravamo riusciti a creare negli ultimi decenni – tuona un senatore – Ma è come sbattere contro un muro di gomma, altro che trasparenza e condivisione, il rettore e i suoi direttori stanno portando la nostra università al commissariamento”. Queste sono le riflessioni di tre senatori che ci hanno sì parlato, ma a patto di restare anonimi, che si discostano nettamente da chi apprezza il “risparmio per far quadrare i conti”. La prudenza non soprende. Essere annoverati tra i cattivi risulta piuttosto controproducente. In questo momento di crisi economica e di logoramento crescente dei rapporti accademici (che il nostro giornale ha già più volte evidenziato) si preferisce aspettare, non metterci la faccia (non ancora almeno), forse in attesa di ristabilire un clima meno sospettoso e diffidente che consenta di coagulare gli sforzi attorno ad un progetto di rinascita accademica, culturale, umana ed economica. “Non se ne parla apertamente, ma la sensazione è che si cominci a ragionare di strategie per il futuro non roseo che attende questo Ateneo, dai cui protagonisti si attende, probabilmente senza ormai più tanta speranza, un colpo di reni, un moto di orgoglio e di impegno all’unità per il bene comune”.
Intanto, Zara e il suo staff puntano su iniziative che facciano crescere le immatricolazioni: domani si terrà una conferenza stampa di presentazione del corso di laurea magistrale dell’Università del Salento in “Comunicazione pubblica, economica e istituzionale”, novità dell’offerta formativa 2016/2017.
“Nel corso della conferenza stampa verranno illustrati il piano di studi e gli sbocchi occupazionali del corso, per l’accesso al quale si è già svolto il test di settembre. Ulteriori test di accesso, in forma di colloquio, si svolgeranno a dicembre e ad aprile”. La “linea Zara” va avanti, nonostante gli screzi con i laforgiani: tra meno di tre anni potremo tracciare il vero bilancio.
Garcin