LECCE – È un periodo molto difficile per l’Università del Salento, che, tra le polemiche del blocco del turnover, denunce penali a tutta birra, calo degli iscritti, incertezze sui fondi per l’edilizia e spending review, rischia di perdere sempre più terreno, anche dal punto di vista dell’immagine, rispetto alle robuste università del nord. Oggi si scopre che l’UniSalento è anche in bolletta: c’è un documento che il Corrieresalentino.it è riuscito ad ottenere, partito il 17 ottobre del 2016 dall’Emilia-Romagna. Dallo studio legale Salituro & Nanni di Bologna è arrivata l’ennesima tegola per conto della società Hera Comm S.r.l. Unipersonale: nella lettera si chiede il pagamento di euro 1.103.215,45 a saldo delle bollette specificate negli estratti conto inviati. Insomma, l’UniSalento sembra aver maturato un conto salato di oltre un milione e cento euro, che tarda a pagare. Naturalmente, ci siamo precipitati a chiamare il magnifico rettore Vincenzo Zara, che non ha risposto al telefono: in questo periodo è sicuramente oberato dagli impegni.
Quindi, abbiamo contattato l’Ufficio stampa dell’Università con una mail e telefonicamente: si sono impegnati a darci delle risposte che sul momento, probabilmente, non potevano darci. «L’importo di cui sopra dovrà essere maggiorato di interessi di mora – da computarsi dal dì della scadenza del termine per il saldo di ogni bolletta e il pagamento dovrà essere effettuato entro 10 giorni. In mancanza di spontaneo adempimento, procederò, senza ulteriori preavviso e con ulteriore aggravio di spese per il recupero coattivo del credito» – si legge nella lettera. L’estratto conto allegato è pieno di cifre che citano il numero di contratto e la voce «energia elettrica». Una lunga lista di numeri che arriva fino a superare il milione e cento di euro. Ci auguriamo, da tifosi dell’Università, che le cifre siano contestabili e che questo ritardo nel pagamento sia giustificato, oppure che si sia provveduto al pagamento senza far maturare gli interessi: ce lo spiegherà il rettore, quando troverà il tempo. Eppure, anche questo guaio incide sul complessivo stato di difficoltà che l’Università sta attraversando, dove le risorse sono sempre di meno e si rischia una decrescita infelice.
Gaetano Gorgoni
ggorgoni@libero.it