LECCE – «Non esiste alcuna possibilità di proroga». La doccia fredda arriva direttamente dal Dipartimento regionale che si occupa di Sviluppo economico, Istruzione e Formazione: al telefono apprendiamo notizie della débacle. 49 milioni di euro sono andati in fumo: i vertici regionali ce lo confermano. L’orizzonte è buio per l’Università del Salento, secondo i suoi detrattori, colpevole di tentennamenti che faranno male a tutto il Salento, bloccando l’ossigeno che avrebbe fatto bene all’edilizia, all’indotto e alla manutenzione delle strutture universitarie. Risale alle scorse 24 ore l’impietosa lettera, che potrebbe sancire la fine di una speranza: «La mancata assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti comporterà la revoca definitiva del finanziamento dei relativi interventi». Così, mentre tutti gli enti pubblici fanno a gara per accaparrarsi fondi che diano ossigeno e tengano in piedi le strutture, l’Unisalento potrebbe aver perso un’occasione unica.
Per i non addetti ai lavori le obbligazioni giuridicamente vincolanti richiedono l’assunzione degli impegni di spesa relativi ai progetti edilizi finanziati dal programma entro il 31/12/2016: ovvero, l’assegnazione definitiva dei lavori alle ditte costruttrici per la realizzazione di nuovi edifici e per le opere di manutenzione di quelli esistenti. La fase prodromica delle assegnazioni e, dunque, dell’assunzione delle OGV non è stata realizzata, parliamo della progettazione esecutiva, dei capitolati di appalto, del disciplinare, di tutto quanto necessario a indire un gara d’appalto che doveva essere espletata per quella data. Eppure, l’eredità ricevuta dal rettore Zara era cospicua in termini di progettazioni e avanzamenti delle procedure oltre agli edifici già realizzati, come il plesso di Giurisprudenza, o in fase di avanzamento, come quello di Studium 2000 (ancora da completare). I 70 milioni di euro iniziali, ottenuti dall’amministrazione Laforgia per rifare completamente il look di UniSalento, erano stati già rimodulati nel maggio 2014 dall’amministrazione Zara. Senza tuttavia uscire dall’impasse, che ha poi determinato la revoca del finanziamento.
Nella sua ultima intervista al nostro giornale il rettore Zara aveva rassicurato i nostri lettori che i 49 Milioni di euro non erano perduti in quanto avevano provveduto a chiedere una proroga. La domanda sorge spontanea, perché si è complicata così la vita la dirigenza Unisalento? Il rettore rispondeva implicitamente all’allarme che già a luglio una senatrice accademica aveva lanciato con una interrogazione in Senato in cui si chiedeva conto della situazione dei finanziamenti. «I fondi dell’edilizia relativi al Piano per il Sud – sostenne all’epoca la docente –non sono stati impegnati in modo irrevocabile con obbligazioni giuridicamente vincolanti e, quindi, salvo miracolosa proroga del CIPE, sono perduti con grave danno per l’Università, il territorio e la Regione Puglia che non può più utilizzarli». Il miracolo sembra che non si sia verificato: il finanziamento, a quanto ci dicono i vertici regionali, è andato perduto. Quali sono le opere programmate è ormai noto a tutti.
Giusto per comprendere l’entità del danno, i fondi del Piano per il Sud, così come era stato concepito inizialmente, avrebbero dovuto consentire la costruzione delle seguenti opere: biblioteca di Scienze e Ingegneria (la famosa torre di 10 piani che doveva ospitare oltre un milione di volumi); laboratori di Ingegneria, di una officina meccanica interna al Campus a servizio di tutti i laboratori e la manutenzione straordinaria degli edifici di proprietà dell’ateneo ubicati nel Campus extraurbano di Monteroni; edificio Ecoteckne, sede di Economia; edificio Stecca, sede di Ingegneria, Fiorini, sede di Matematica e Fisica, Villa Tresca sede del Centro Linguistico di Ateneo. Nel polo urbano, invece, il Piano per il Sud avrebbe dovuto consentire la ristrutturazione del Garibaldi, del Codacci-Pisanelli, del Buon Pastore, oltre alla costruzione di nuove aule studio e aule didattiche e il completamento della biblioteca di Studium 2000. Insomma quasi tutto il patrimonio edilizio dell’università ivi compreso l’efficientamento energetico di tutti i plessi.
LA DIFESA DEL DIRIGENTE E DEL RETTORE
Il direttore generale, Emanuele Fidora, invita tutti a non fare i catastrofisti e a combattere insieme all’Università per convincere il governo a intervenire e a concedere quei fondi per le manutenzioni programmate, anche se una parte è sicuramente già andata in fumo, invitando il nostro giornale a fare da cassa di risonanza delle istanze universitarie (noi, naturalmente, accogliamo l’invito, senza perdere lo spirito critico). «Non è detto che ci siano problemi: la Regione sta verificando qual è l’effettiva utilizzazione delle risorse – spiega il dirigente – Con le scadenze strettissime è stato impossibile raggiungere tutti gli obiettivi. Abbiamo tutti gli interventi pronti. La Regione fa il monitoraggio complessivo dell’intervento, stimolata dal CIPE. Se non si recuperano tutti i 49 milioni, una parte si recupera. Ci ha penalizzato il nuovo codice degli appalti: rallenta molto le procedure per via di ulteriori controlli e per le procedure di pubblicità dell’appalto. Sopra il milione non si possono fare più appalti al ribasso. L’obiettivo è quello di salvare almeno le manutenzioni. La Regione Puglia in realtà ci ha solo chiesto a che punto è l’Università. Le normative cambiano troppo, non c’è certezza con Anac che cambia sempre le linee guida. La manutenzione è l’obiettivo. Bisogna fare pressione sulle istituzioni. Aiutateci anche voi».
Vincenzo Zara ci crede ancora e annuncia al telefono una conferenza stampa per comunicare a tutti gli interventi in programma. «L’unico documento che conosco, di ieri, è la lettera di monitoraggio della Regione Puglia (non è la prima) che fa riferimento alle date di scadenza già note (30 giugno 2016 ndr). La Regione poi deve comunicare a Ministero e governo che decideranno in merito alla proroga. Ho parlato a Roma per la possibile rimodulazione. Ci faranno sapere. La settimana prossima si terrà un forum con la stampa in cui si daranno i dettagli del Piano per il sud».
LE ACCUSE DEI LAFORGIANI
C’è, però, chi non la pensa così: la professoressa Guida, senatrice accademica denunciata da Zara per interruzione di pubblico servizio (pare che abbia chiesto troppi accessi agli atti), parte all’attacco: «Tanto lavoro vanificato. L’Università del Salento, la città, non avranno mai più un’occasione simile. I nostri edifici, tutti, hanno bisogno urgente di manutenzione ordinaria e straordinaria e non abbiamo i mezzi per farlo. E pensare che li avevamo… e sono andati dispersi per incapacità di gestire la complessità. Almeno le manutenzioni avrebbero potuto avviarle. Chi ha sostenuto che non avevamo bisogno di tutto questo denaro forse non si è reso conto del danno che una revoca dei fondi avrebbe comportato per il nostro territorio.
Questo dilettantismo camuffato da buon senso da quattro soldi non è più tollerabile. Nel progetto iniziale, per esempio, era previsto che i colleghi del Parlangeli fossero trasferiti nello Studium 2000 e il Parlangeli dismesso; ora scopro che i colleghi del Parlangeli si sono trasferiti ma il plesso resta aperto perché non abbiamo altre aule (e non le abbiamo costruite). Insomma, sembra si sia perduta la visione d’insieme (oltre ai 49 milioni) e la destra non sappia che cosa fa la sinistra. Ora sicuramente comincerà lo scarica-barile delle responsabilità e contestualmente partirà la caccia al capro espiatorio».
Gaetano Gorgoni
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