CAVALLINO (Lecce) – Giovedì 3 agosto, alle ore 20:00, inaugurazione dei lavori di restauro degli affreschi seicenteschi della cripta del convento dei Domenicani, con la partecipazione di S.E. Mons. Domenico Umberto D’Ambrosio.
Tale atteso evento si inserisce armoniosamente nel contesto della festa patronale in onore di San Domenico Di Guzman, patrono di Cavallino.
Interessante è ripercorrerne la storia, farne memoria: una memoria che non sia solo celebrativa o nostalgica, ma propositiva: recupero di un passato vivo nel presente e aperto al futuro, trasmissione di una propria identità.
Come insegna Marco Tullio Cicerone : “Non sapere che cosa sia accaduto nei tempi passati, sarebbe come restare per sempre un bambino. Se non si fa uso delle opere delle età passata, il mondo rimarrà sempre nell’infanzia della conoscenza”. In questo percorso s’inserisce il restauro della cripta, un tesoro da scoprire, da valorizzare, sia per la rilevanza storica, il profondo significato religioso che per l’inedito valore artistico.
Con molta probabilità, tra il X e XI secolo, le famiglie contadine del borgo di Cavallino sentirono l’influenza culturale bizantina dei monaci basiliani, considerati guide religiose. Ne è prova la cripta scavata nella roccia calcarea e utilizzata come luogo di culto, sito di preghiera.
La cripta di Cavallino è situata sotto la Chiesa dell’ex convento dei Domenicani, che lasciarono il complesso conventuale e il paese nel 1808, anno in cui il francese Gioacchino Murat, il nuovo Re di Napoli, sciolse gli Ordini Religiosi.
Il fascino della cripta, completamente oscurato da un freddo e anonimo intonaco, risplende nuovamente: pregevoli affreschi seicenteschi sono stati riportati alla luce dopo un accorto e sapiente lavoro di restauro e consolidamento, per interessamento e impegno attivo del Comune di Cavallino.
Chiesa, convento e cripta formano un unico complesso, in cui, come già precisato , fino ai primi dell’ Ottocento vivevano i Domenicani, giunti a Cavallino su insistenza di Beatrice Acquaviva D’Aragona, moglie di Francesco I Castromediano, duca di Morciano e marchese di Cavallino. Da questo momento in poi si diffuse il culto a San Domenico, divenuto poi patrono.
La tradizione continua ancora: il 3 e 4 agosto, con festeggiamenti civili e religiosi, il paese di Cavallino onora San Domenico. E in questa grande festa il sentimento religioso si fonde anche con quello artistico, espressione di appartenenza ad una comunità : “Ora il restauro della Cripta restituisce al paese un bene importantissimo e di grande valore dal punto di vista storico ed artistico: si colloca un altro tassello della storia e si ridá vita a un luogo rimasto quasi remoto ed avvolto nel mistero. Sarebbe una piccola Cappella Sistina ‘a misura di paese’ ”.
Flavia Carlino