Non è ancora terminato il mese di novembre ma già nell’aria si respira l’atmosfera natalizia. Natale…festa magnifica , secondo molti la più bella dell’anno, che incanta grandi e piccini per le molteplici caratteristiche e manifestazioni dal profondo valore religioso ed umano. Nel Salento, terra ricca di cultura, di bellezza e di tradizioni, il Natale è la festa più sentita , momento di forte aggregazione in cui si riuniscono parenti ed amici che si vive all’insegna del rispetto delle tradizioni tramandate da generazione in generazione.
Di tradizioni natalizie, di emozioni e di tanto altro ancora parleremo in questa rubrica, in cui potrete dire la vostra, comunicandoci, all’indirizzo redazione@corrieresalentino.it, i vostri ricordi più belli oppure semplicemente ciò che vi piace di più di questa festa meravigliosa!
Il 29 novembre inizia il periodo dell’Avvento (dal latino adventus “venuta”), che termina a Natale: per nove giorni (dal 29 al 7) i fedeli, svegliati all’alba dalle dolci note della musica pastorale che si diffondono per le strade di molti paesi, verso le sei si recano in chiesa per assistere alla Messa e pregare la Madonna Immacolata. Negli anni passati al rito delle novene partecipavano anche molti contadini, che, terminata la messa,iniziavano il lavoro nei campi.
Il 7 dicembre, vigilia dell’Immacolata, secondo la tradizione,è obbligatorio il digiuno per purificare il corpo e l’anima:i fornelli della cucina devono essere spenti e a mezzogiorno si può mangiare solo la “puccia”.
La puccia è una pagnotta di pane molto morbida, cotta nel forno di pietra solo per pochi minuti, tanto che alcuni la definiscono puccia alla “vampa”(alla fiamma).Il suo nome deriva dal latino”buccellatum” (pane usato dai legionari romani).Una volta sfornata,la puccia viene cosparsa di farina bianca, che simboleggia la purezza della Madonna, e farcita con tonno e alici. Alcune volte nell’impasto può contenere delle olive nere, non del tutto mature, quindi un po’aspre, per conservare la sua funzione penitenziale, che, col passare degli anni, è stata un po’ dimenticata. Attualmente, infatti, la puccia viene apprezzata anche lontano dal Salento, perchè consumata tutto l’anno nelle paninoteche e nei fast food, in tante versioni elaborate e gustose.
Rispettando il detto: sule trasutu,desciunu furnutu (sole tramontato,digiuno finito),verso sera si mangiano le “pittule”, dette anche pèttule o pèttole, cioè frittelle di pasta lievitata, dalla forma più o meno tonda, gustate anche dopo averle intinte nel mosto cotto o nel miele. Non devono mancare anche “li jermiceddhi cu lu stoccapesce”, ossia i vermicelli con lo stoccafisso. Questo pesce, comprato secco e salato, viene messo a mollo il 29 novembre, (inizio della novena) e, cambiando l’acqua ogni giorno, può essere cotto per l’Immacolata.