È uscito nelle sale italiane il 7 febbraio 2019 “Il corriere – The Mule” un film di genere poliziesco, drammatico e thriller diretto ed interpretato da Clint Eastwood. La trama si basa sulla storia vera di Leo Sharp prima veterano della seconda guerra mondiale e poi negli anni 80, noto spacciatore e corriere della mala messicana, nello specifico per il cartello di Sinaloa e che nel film prende il nome di Earl Stone interpretato da Clint Eastwood.
Earl, è un uomo anziano che di mestiere fa il floricultore. La sua vita prenderà una piega diversa a causa del fallimento della sua azienda e del suo grande giro d’affari fermato dall’arrivo della sempre più avanzata tecnologia. Il carismatico anziano pur di non ammettere a se stesso, di essere finito o di essere un fallito, cerca una nuova possibilità, mettendo da parte le regole della morale e dell’etica, seguendone una tutta sua. Tuttavia non ci si sofferma molto sul concetto della morale, lo spettatore ha la piena libertà di pensare o che non ci sia per niente o che ogni personaggio ne abbia una tutta propria, seguendo un sentiero la cui liceità è del tutto soggettiva.
Tra gli altri attori importanti spicca Bradley Cooper che interpreta il poliziotto Colin Bates e non è un caso che in questo film ci sia lui, per tante ragioni. Negli ultimi anni Cooper ha dimostrato di essere un attore iconico, unico e ineguagliabile tanto da diventare il pupillo di Clint Eastwood già nel primo lavoro che hanno fatto insieme ossia American Sniper, in cui l’allievo è l’assoluto protagonista offrendo una performance di spessore, così come ne “Il corriere -The Mule”. La trama del film è godibile, avvincente, nonostante il tema sia serio lascia spazio ai tempi comici e non lo fa in maniera grottesca ma in modo eccezionalmente ironico e sarcastico.
Earl rischia la vita, ha problemi con la sua famiglia e con le gang che gli nascondono molte informazioni ma va avanti comunque fischiando, ridendo come se niente fosse, andando a mangiare in locali di qualità, arrivando sempre con il carico a destinazione anche se a volte con ritardo. Nelle sue avventure non solo potrà godere del paesaggio ma anche della musica e delle donne, tutto mentre la polizia lo cerca con scarsi risultati e lui si diverte a passarle sotto il naso. Earl è quel tipo di persona che ama parlare e stringere rapporti un po’ con tutti, con la gente comune, con chi ha un orientamento sessuale diverso, con chi è di etnia differente.
Tuttavia anche essendo un uomo pratico e svelto non ha intenzione di imparare a scrivere gli SMS, diventerà il più grande e stimato corriere della mala ma avrà alle calcagna un intelligente, tenace ed acuto poliziotto che gli starà col fiato sul collo. Eppure i due non sono nemici, in realtà sono solo dei poveri diavoli con il loro problemi, la loro vita difficile e le loro famiglie a cui pensare e badare. È interessante vedere come il regista non voglia affidare lo stereotipo del buono o del cattivo al suoi personaggi principali. La regia è solida, lineare e pulita, non presenta sbavature.
Il montaggio delle scene è ordinato e coordinato, in alcune di esse c’è una tale tensione tra i personaggi, che viene vissuta in prima persona dallo spettatore che non vede l’ora di arrivare alla sequenza successiva, merito della trama che offre un grande coinvolgimento emotivo. Come finirà la storia? Il finale è possibile che sia sorprendente dato che il formato è completo e la struttura è organica fornendo un risultato memorabile che è in linea con i canoni del Cinema Eastwoodiano.
Francesco Stomeo