La vita facile è una commedia agrodolce di Lucio Pellegrini che racconta gli italiani dal suo punto di vista. Pur non essendo un film generazionale, racconta la generazione dei quarantenni di oggi, che pur essendo padri, si sentono ancora figli, in una Italia dove la classe dirigente è composta quasi esclusivamente da settantenni.
Mario Tirelli (P.Francesco Favino), Luca Manzi (Stefano Accorsi) e Ginevra (Vittoria Puccini), moglie del primo, e innamorata ancora dopo dieci anni del secondo, delineano tre diversi tipi di italiani. Di certo non quelli alle prese con il problema del lavoro precario, visto che provengono da famiglie dell’alta borghesia.
Luca e Mario sono entrambi medici di fama l’uno molto diverso dall’altro. Mario è disposto a qualsiasi compromesso pur di assicurarsi una vita agiata accanto ad una moglie bellissima e viziata. Ginevra ha una figura ambigua, un po’ famme fatale ed un po’ gatta morta, che si rivela un abile manipolatrice di sentimenti e di uomini.
Luca invece fa parte di quegli italiani che disprezzano la classe sociale di provenienza, ed invece di lottare per cambiarla si arrende e fugge in Kenya per aiutare il prossimo e costruire un ospedale umanitario, ma soprattutto per allontanarsi dalla donna, moglie del suo migliore amico, che ancora dopo dieci anni gli fa battere il cuore. L’intreccio della storia dei protagonisti affonda la sua radice nella tradizione culturale e cinematografica degli anni sessanta della commedia all’italiana, possiamo riconoscere in Favino – meravigliosa la sua interpretazione in questo film – tratti “sordiani” e “manfrediani” classici delle commedie di Ettore Scola.
Il film è stato girato in parte in Africa, Pellegrini la descrive senza cadere nella solita retorica a cui siamo abituati, l’ ambiente fa emergere le caratteristiche peculiari dei personaggi che si ritrovano ad essere italiani soli in un continente sconfinato e difficile sotto vari punti di vista, dai paesaggi senza tempo e selvaggi.
Auguro a tutti una buona visione.