Nato alla fine del XIX secolo come forma di spettacolo, esattamente il 28 dicembre 1895 nel Salone Indiano del Gran Caffè di Parigi con la prima proiezione di alcuni cortometraggi realizzati dai fratelli Lumière, aveva presto mostrato di avere tutte le carte in regola per diventare un potente mezzo d’informazione, una vera e propria industria specialmente dopo che, nel 1927, era stato prodotto il primo film sonoro.
I regimi totalitari fecero ampio ricorso al cinema sia per la diffusione dei loro notiziari, nella forma del cinegiornale, sia per la divulgazione propagandistica della loro storia, attraverso il cinedocumentario, sia infine per l’indottrinamento ideologico tramite film di finzione da essi stessi prodotti. L’impressione di realtà offerta dalla radio mediante l’immediatezza della trasmissione veniva raggiunta dal cinema grazie alla presunta oggettività dell’immagine catturata dalla macchina da presa.
Quando questi due aspetti, immediatezza ed immagine, si salderanno insieme l’impressione di realtà sarà completa. E’ ciò che accade negli anni cinquanta con l’avvento della televisione.
Questo nuovo mezzo ha lo straordinario potere di monopolizzare l’attenzione del pubblico che vi si può avvicinare solo interrompendo le proprie attività e quando inizia a comparire nei salotti delle case o dei bar, diviene presto il principale polo d’attrazione. L’impressione di essere testimoni diretti di ciò che viene trasmesso non è più offerta solo a qualche centinaio di spettatori di una sala cinematografica, ma a milioni di persone che, contemporaneamente, in luoghi anche lontanissimi, si ritrovano davanti ai teleschermi.
Non soltanto all’interno di ogni paese, ma nel mondo intero si costituisce, secondo la famosa metafora proposta dal sociologo canadese Herbert Marshall McLuhan (1911-1980), un villaggio globale reso uniforme dalla partecipazione allo stesso evento televisivo. Attraverso il contatto permanente che stabilisce con il pubbblico, la televisione fissa i temi all’ordine del giorno, la lista degli argomenti di cui discutere e su cui avere una propria opinione. Così il mezzo televisivo svolge un ruolo importante nella costruzione del sistema di riferimento di ciascuno e, partendo dall’assunto secondo cui la televisione trasmette la realtà, si arriva alla conclusione che la realtà è unicamente quella che viene trasmessa dalla televisione.
Ed ora, una piccola curiosità: la televisione nasce dall’ampliamento della fotografia, cinematografia e radiofonia. La prima intuizione di televisione nasce dal romanzo “ Ventesimo secolo” scritto nel 1883 da Albert Robida, in cui l’autore descrive un oggetto il tele fonoscopio utilizzato per la visione a distanza. Ma la vera e propria televisione nasce nel 1933, dopo un susseguirsi di scoperte (disco di Nipkow, cellule fotoelettriche, tubo a raggi catodici, ricevitore a raggi catodici).
Nel 1954 nasce a Milano la televisione ufficiale italiana.