“Italia giù, Padania su”, sarebbe già grave detto da un semplice cittadino, pronunciato da un ministro della Repubblica è inaccettabile. Le espressioni usate dall’on. Bossi nel comizio di Schio non sono piaciute al presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna.
Per il massimo rappresentante dell’Assemblea elettiva pugliese, le parole dal palco veneto appaiono più vicine ad un’apologia della secessione che ispirate dal senso dello Stato e dal rispetto dell’unità nazionale che dovrebbe ravvisarsi in ogni intervento di un esponente del governo nazionale.
In un momento di crisi globale come l’attuale, fa notare Introna, “un ministro in carica, che è anche il leader di una forza politica rilevante, dovrebbe battersi allo strenuo per il futuro del Paese, non difendere gli interessi di una parte”.
“Mentre i mercati sono alla mercè della speculazione internazionale, mentre l’Europa sconta la mancanza di una leadership e l’Italia affronta allo sbando e senza una guida una congiuntura che non ha precedenti, Bossi non esita a dire che “l’Italia sta finendo male”, a parlare di ‘Padania libera” in arrivo, a pontificare di “compito storico”: niente altro che ‘fare l’interesse della gente del Nord’”.
“Un Paese in difficoltà avrebbe bisogno di statisti illuminati, non di comizianti in cerca di facili consensi”, aggiunge il presidente del Consiglio regionale pugliese. “Quando si dovrebbe chiamare ad uno sforzo comune l’intero Paese, il ministro per le riforme istituzionali manda l’Italia in soffitta e spinge l’acceleratore sul progetto padano dello ‘stato più forte d’Europa’”.
Davanti a questo secessionismo dichiarato, secondo il presidente Introna sarebbe auspicabile che il Capo dello Stato, nel rispetto delle proprie prerogative costituzionali di garanzia dell’unità nazionale, verificasse la compatibilità delle esternazioni del ministro Bossi con l’esercizio della carica istituzionale al servizio del Paese”.