Cose dell’alto mondo affrontano il tema dell’immigrazione con i toni della commedia tipica italiana.
Affrontare temi seri e amari con il sorriso e l’ironia che ci contraddistingue e da contraddistingue i nostri registri.
Francesco Paterno, il regista, ha immaginato l’Italia senza gli immigrati, proponendo una risposta reale al sciur Brambilla, che come avviene realmente in qualche emittente televisiva o radiofonica nazionale del nord est, (i sig. Brambilla che finanzia un’ emittente locale, la usa per allietare la popolazione con la sua filosofia xenofoba, razzista) che diffonde concetti chiari e banali anti-stranieri forse, anche contro i meridionali mi viene da pensare.
A facciamola questa domanda:<< Come sarebbe l’Italia senza immigrati che assolvono ed esentano l’italiani dai lavori più umili?>> (ma non è solo questo).
Proprio come nel film, classi scolastiche, prigioni quasi vote, anziani soli che vanno a supermercato a far la spesa in coda e il poliziotto Mastrandrea che deve accudire la madre anzian Laura Efrikian, malata di Alzheimer, ma che pronuncia frasi molto accorte.
Solo i bambini della maestra Valentina Lodovini riescono a considerare i compagni di colore diverso, semplicemente persone. Eloquente anche la colonna sonore di Simone Critichi in una frase che dice:”Ci mandiamo sms con i cellulari per dirci ti amo, ma non riusciamo a stabilire rapporti umani on questi stranieri che consideriamo solo in quanto ci servono”.