Nell’articolo pubblicato il giorno 27.7.2011 in epigrafe Servizi essenziali da Salvare. La Regione scrive alle ASL, si sottoponeva all’attenzione del lettore che il venir meno del personale assunto a tempo indeterminato a seguito della legge sulla stabilizzazione dei precari emanata dalla regione Puglia
e poi dichiarata incostituzionale, avrebbe comportato la necessità di bandire ulteriori concorsi sia per figure dirigenziali (540) sia per amministrativi e sanitari (130). Ma questo cercando di ottenere una deroga al piano di rientro imposto dal Governo che blocca la possibilità di altre assunzioni a tempo e concorsi motivata dalla necessità di mantenere in vita servizi essenziali. Così si esprimeva il direttore generale ASL Bari, Domenico Colasanto In realtà l’ostacolo potrebbe comunque essere superato.
E’ infatti noto al pubblico che, da diversi anni, esistono graduatorie utilizzabili a questi fini, segnatamente, in relazione al personale amministrativo, delle quali sembra essere celata l’esistenza. In particolare ASL LE è impegnata tuttora in un contenzioso nel quale si è cercato di eliminare la carenza di personale nel settore amministrativo utilizzando l’assunzione mediante scorrimento delle graduatorie degli idonei ancora in vigore. Appare ben strano che di fronte alla conclamata urgenza e indifferibilità della fruizione al pubblico di tali servizi si ignori quella che può considerarsi la soluzione più logica per superare il problema imposto dalle limitazioni del piano di rientro. Numerosi sono stati infatti i solleciti da più parti pervenuti alla Dirigenza ASL di utilizzare tali graduatorie (ancora da esaurire) senza la necessità di bandire nuovi concorsi che creerebbero nuove spese di bilancio: si pensi solo ai costi per formare una commissione esaminatrice e al risparmio rispetto a onerose convenzioni con agenzie interinali e cooperative esterne. L’allora Direttore Generale dell’ASL LE, a suo tempo, si espresse favorevolmente in ordine a tale soluzione che comportò il parziale sblocco di tali graduatorie e l’occupazione di 18 unità (che comunque rappresentano una goccia nel mare della reale vacanza in organico di personale amministrativo) vacanti in organico. Ma la cosa più eclatante è che chi ha partecipato ad un concorso pubblico ed è in posizione utile in graduatoria, vista l’enorme carenza di personale amm.vo (ben 115 posti come risulta da ultima ricognizione organica), lotta per un diritto al lavoro negato (infatti A.S.L./LE sia nel 2008, nel 2009, ed infine nel 2010 ha adottato delibere di assunzione di personale amministrativo attingendo o da graduatorie scadute, o da ditte esterne, con contratti di somministrazione al lavoro che non rientrano in alcun modo in nessun piano di stabilizzazione.
Da parte sua, la Regione fa sapere di non avere disponibilità economiche per assumere personale di ruolo attingendo da graduatorie di concorsi da Lei stessa banditi e portati a termine con la relativa approvazione degli atti (Atti Pubblici), ma, magicamente eroga somme di denaro per contratti decennali o progetti obbiettivo, dalla stessa finanziati, con ditte esterne per affiancamento al personale dipendente o per somministrazione al lavoro (anche per la stessa qualifica funzionale del concorso espletato da assistenti amministrativi) a costi che vanno ben oltre al trattamento economico di un dipendente di ruolo.
A tutto ciò, si aggiunge l’annoso problema delle internalizzazioni dei precari della sanità che in questi giorni presidiano la direzione generale della A.S.L. di Lecce e la Regione Puglia a Bari. Massimo rispetto per tutti loro, ma c’è da dire, però, che la regola impone l’assunzione per i partecipanti ad un concorso pubblico, davanti ad una commissione esaminatrice che ha giudicato il loro grado di preparazione, mentre l’eccezione è quella di attingere alla forza lavoro on forme straordinarie di reclutamento.
Il Concorso pubblico, peraltro, è l’unico modo di accesso (riconosciuto ora anche dal governo centrale e dalla Corte Costituzionale) ai ruoli della P.A.
Vi è comunque una differenza sostanziale tra i precari e gli idonei per concorso pubblico e sta nel fatto che la protesta dei primi, grazie alla loro forza numerica, diventa un urlo, mentre per i secondi è rimasta, rimane e rimarrà un flebile sussurro. Sono ormai all’ordine del giorno i casi di cattiva amministrazione, di mala gestione di risorse pubbliche, di sprechi, scandali e non ultimo di mala sanità. Massimo rispetto per tutte quelle persone che si trovano coinvolte in questi accadimenti, persone che rischiano la vita per delle disattenzioni, incompetenza o superficialità ma non è forse anche questo un caso di mala sanità, di mala gestione o cattiva amministrazione che lede interessi, aspettative di vita ma principalmente lede uno dei sacrosanti diritti sanciti dalla Costituzione, il diritto ad avere un lavoro onesto al fine di mantenere noi e le nostre famiglie ed affrontare la vita in modo dignitoso. Può essere quindi che prevalga il buon senso?