“Il nodo principale della sanità pugliese non è l’esiguità delle risorse, ma la mancanza di un modello organizzativo – funzionale del sistema dopo il Piano di Rientro. Questo è presupposto indispensabile per procedere alla riorganizzazione dei servizi e del personale”.
E’ in sintesi quanto dichiarato dal capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, nel dibattito in aula sulla prima relazione sullo stato della sanità pugliese tenuta dal nuovo assessore Ettore Attolini.
“Inutile ribadire che il Piano di Rientro, nonostante le nostre sollecitazioni, è stato approvato dalla regione con 3 anni di ritardo, lasciando bloccati a Roma 500 milioni di euro della Puglia, ad oggi sbloccati solo per il 60%; ora in un biennio si è costretti a fare ciò che poteva essere fatto in un tempo più lungo e in modo più indolore. Ad oggi nessuno ci sa dire se qualcuno dei 18 ospedali sia stato già trasformato in RSA e non sappiamo quali prestazioni saranno erogate, così come non sappiamo dove sia e dove debba andare il personale che lì era impegnato. E’ evidente che se il Governo Regionale non procede ad approvare un nuovo modello del sistema sanitario, che migliori l’offerta sanitaria, il problema non è solo l’esiguità delle risorse (questione antica contro la quale pure ci siamo battuti quando nel 1996 il Governo nazionale di centrosinistra cambiò i criteri di riparto del FSN penalizzando le Regioni del Sud e dando luogo di fatto alla creazione di 21 sistemi sanitari diversi). Le questioni cruciali sulle quali oggi siamo pronti a dare tutto il nostro contributo ma sulle quali chiediamo coraggio all’assessore Attolini e al Governo regionale sono: gestione del personale e lotta agli sprechi. Finora gli unici risparmi del Piano si sono avuti sulla spesa farmaceutica e sul personale, ma nulla è stato fatto per eliminare gli sprechi nell’acquisto di beni e servizi. Sul personale dobbiamo essere chiari una volta per tutte: quanto alle carenze, il Governo nazionale non ha da concedere alcuna deroga alla Puglia, l’ha già concessa a settembre 2010. La Regione può e deve applicare due sue Leggi Regionali: la 12/2010 e la 22/2011 che già prevedono la possibilità di attivare la mobilità interna del personale e le assunzioni in deroga per garantire il rispetto dei LEA. C’è grande attesa poi sulla questione degli oltre 500 medici stabilizzati e poi destabilizzati in virtù di sentenze della Consulta: dicemmo che il percorso seguito dal Governo regionale era anticostituzionale, si è andati avanti ed oggi abbiamo una situazione drammatica dalla quale, volendo, si può però venir fuori in poche settimane. La nostra proposta (già avanzata un anno fa) è: rideterminare subito le piante organiche, poi procedere come dice la Legge, ossia, nelle Asl che hanno posti vacanti e rientrano nei parametri di spesa, fare subito i concorsi interni riservati per gli stabilizzandi (bastano 20 giorni di avvisi pubblici) con la verifica del rispetto dei requisiti in essere all’atto della stabilizzazione. Per fare questo non ci servono autorizzazioni ministeriali, bisogna solo procedere. I posti vacanti fino alla misura massima del 50% possono essere coperti con concorsi interni. Peraltro non ci sono spese aggiuntive rispetto ad oggi e non c’è Asl in cui non vi sia il plafond sufficiente (sia di posti vacanti che finanziario). Con poca buona volontà entro fine maggio si può risolvere tutto. Infine, quanto ai punti nascita procediamo subito organizzando ciò che già esiste e coordinando le attività dei consultori con quelle degli ospedali in cui ci sono reparti di ostetricia e ginecologia di cui sia prevista la dismissione ma in cui ci sono unità operative e strutture capaci. Come si vede– ha concluso Palese – servono coraggio e buona volontà del Governo regionale, basta perdere tempo nel rivendicare maggiori risorse, che al momento appare impossibile ottenere dallo Stato, cominciamo a fare subito quello che occorre per riorganizzare il sistema, tagliare gli sprechi, migliorare l’offerta sanitaria. A partire dalle misure urgenti per garantire serenità a quel personale che con dedizione, sacrificio e spirito di servizio ha garantito finora la tenuta di un sistema disorganizzato e spesso fuori controllo”.