Confindustria Lecce, di concerto con le associazioni imprenditoriali di categoria, hanno presentato, questa mattina, la bozza di regolamento che indica i nuovi oneri di urbanizzazione e i servizi annessi
Il contributo di infrastrutturazione richiesto dal consorzio ASI, Area per lo Sviluppo Industriale, alle imprese ricadenti nella sua area, secondo Confindustria e varie associazioni di categoria associate, è illegittimo. Soprattutto per la carenza di servizi essenziali che il consorzio offre alle aree industriali di competenza. E’ quanto lamentano i dirigenti di Confindustria Lecce, il direttore generale Antonio Corvino e il vicepresidente Vito Margiotta. Tra l’altro nel 2001, l’allora consorzio Sisri ora Asi, chiedeva un nuovo prezzo di vendita dei suoli, ricalcolati sulla base degli oneri di urbanizzazione sostenuti. La delibera fu impugnata legalmente dal comune di Galatina e revocata nel 2002 per poi essere “riattivata” nel 2007. A quel punto anche Confindustria si costituì al fianco del comune di Galatina nella richiesta di illegittimità della delibera al TAR. La sentenza sulla pronuncia del Giudice Amministrativo si avrà il prossimo 19 aprile ma nel frattempo da Confindustria si è attivata a sostegno delle imprese che lamentano pagamenti onerosi per servizi inesistenti.
Questa mattina, presso la sede leccese, alla presenza di Andrea Rizzo di Api e Amedeo Giuri di Confartigianato, è stata presentata alla stampa la bozza di regolamento, che modifica quello vigente. I punti essenziali del nuovo regolamento apporterebbero condizioni favorevoli alle aziende che ricadono nel territorio di competenza del consorzio.
Il contributo di infrastrutturazione dovrà essere calcolato ogni anno d’intesa con le associazioni di categoria e in base alle aree da realizzare; per chi svolge l’attività su aree non coperte come cave, impianti fotovoltaici ecc, non può coprire il costo dell’intera area ma solo del 50 per cento di essa; per chi fosse debitore degli oneri di infrastrutturazione come l’attuale regolamento prevede, è stato richiesto il risanamento attraverso il versamento di 1/3 del dovuto. “Riscrivere il regolamento in funzione di maggiori garanzie per le imprese è stato un atto dovuto – ha dichiarato Margiotta – anche perché siamo di fronte ad un consorzio che non fornisce i servizi essenziali”. Le aree industriali, sono ancora sprovviste delle infrastrutture necessarie al buon funzionamento delle attività, dalle strade all’adsl, in molti casi addirittura mancano i tronchi di collegamento ad acqua e fogna, situazioni paradossali ad un concetto di sviluppo industriale.