PORTO CESAREO (Lecce) – Un tempo era baluardo per difendere la costa dalle incursioni nemiche, oggi rappresenta un monumento di pregio, affacciato allo Jonio di Porto Cesareo, anello di una suggestiva catena.
La torre Chianca, nota anche come torre di Santo Stefano, incastonata nel tratto di costa tra Porto Cesareo e Torre Lapillo, sarà rimessa a nuovo grazie a lavori di consolidamento delle pareti e dei soffitti che la renderanno sicura e ne consentiranno l’apertura al pubblico.
La struttura, alta circa 18 metri, ha base quadrata, con lati di 16 metri e risale al 1500.
In occasione del secondo conflitto mondiale, Torre Chianca ospitò i soldati italiani, per poi essere abbandonata, in pessimo stato. I soldati tedeschi, dislocati tra Leverano e San Pancrazio infatti, la utilizzarono per le loro esercitazioni a suon di bombe, arrecando danni evidenti alle pareti esterne.
Con determina del settore Lavori Pubblici e Ambiente, datata1 febbraio 2017, “sono stati affidati i lavori, per un importo di €14.850,00 – spiega l’assessore al ramo, Luigi Baldi – per la realizzazione di un intervento di consolidamento atto ad evitare lo sfarinamento superficiale di pareti e soffitti all’interno della torre. Dopo questo intervento e l’allestimento con diverse attrezzature, già acquistate, ci sarà l’apertura al pubblico della Torre. Si ringraziano gli uffici comunali, il direttore della Riserva Marina e l’Università del Salento per l’impegno profuso negli anni”.
Con l’obiettivo di promuovere il turismo e la valorizzazione delle risorse naturali e culturali del territorio, l’amministrazione comunale, aveva già avanzato anni or sono, un’apposita istanza di finanziamento alla Regione Puglia-Servizio Beni Culturali, per procedere all’attuazione di un programma di recupero e valorizzazione della Torre Chianca.
L’immobile, che ospitava l’ufficio locale marittimo, fu consegnato all’amministrazione, con conseguente avvio di un proficuo rapporto di collaborazione con il Consorzio di Gestione dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, e la stazione di biologia marina gestita dall’Università del Salento, formalizzato attraverso un protocollo d’intesa.
La Regione diede il placet con ammissione a finanziamento nell’ambito del POR Puglia 2000/2006 per un importo di € 800.000,00 per l’intervento di recupero della Torre e i lavori furono avviati.
Allo stato attuale, l’intervento è in fase di conclusione e si è ritenuto opportuno, prima dell’apertura al pubblico ed anche a salvaguardia delle attrezzature per l’allestimento della Torre, di eseguire i lavori di consolidamento al fine di evitare lo sfarinamento superficiale di pareti e soffitti causato dall’umidità.