di Marcella Negro
LECCE – È stato presentato in conferenza stampa, questa mattina a Lecce, il progetto sperimentale Chiave di Volta rivolto alle famiglie che intendono accogliere un/una rifugiato/ta neomaggiorenne nella propria casa e accompagnarlo attivamente nel suo processo di inclusione sociale. Il progetto, in coordinamento con i comuni del territorio aderenti, è promosso da Arci Lecce. “È un dovere civile e politico quello di aderire a questo progetto che punta sull’inclusione e potrebbe essere sintetizzato, parafrasando una delle invocazioni correnti dell’acceso e a volte odioso dibattito sui migranti con l’espressione ‘aiutiamoli a casa nostra’ – ha dichiarato il sindaco Salvemini – Quello del fenomeno migratorio è la più importante sfida politica e culturale dei prossimi decenni. O si entra in quest’ottica oppure finirà per travolgerci. Da una parte c’è una necessità di umanità: le persone che bussano alle nostre porte non possono essere fatte annegare in mare. Dall’altra la sfida di definire politiche compatibili con la capacità di accoglienza di un continente di 500 milioni di abitanti a fronte di fenomeni che saranno progressivamente crescenti. Io penso che occorra riflettere sul peso che assume, nella percezione distorta del fenomeno migratorio, il fatto che in Italia non riusciamo a garantire servizi all’altezza della sfida sulle migrazioni. Su tutti il caso di Lampedusa, dove medici straordinari come Pietro Bartolo sopperiscono a carenze logistico organizzative clamorose. In altri termini cii si chiede quanto costa il migrante, ma in realtà dovremmo chiederci quanto abbiamo bisogno di investire in prospettiva sull’accoglienza, sull’inclusione, sui servizi di comunità che vengono organizzati anche nell’interesse di quanti vivono il migrante come un pericolo. Perché laddove la carenza dell’offerta pubblica si manifesta in modo eclatante, lì si accentuano le paure, i timori, le minacce, a volte inesistenti. Oggi ci troviamo davanti a un giro di vite sull’accoglienza, che non farà altro che costringere migliaia di ragazzi a stare sulla strada, senza nessuna possibilità di imparare la lingua, un mestiere, o di essere inclusi. Lo strumento che vorrebbe rassicurale la cittadinanza, finirà per determinare ragioni di insicurezza maggiori rispetto al passato”.
Ed essere coinvolti nel progetto Chiave di Volta saranno i neo-maggiorenni che hanno già ottenuto la protezione internazionale e che sono proiettati verso un nuovo progetto di vita “autonomo”, da svilupparsi in un contesto familiare, dopo la permanenza in strutture di accoglienza territoriali. Tale tipologia di utenza rappresenta per gli ospitanti una garanzia dato che i ragazzi coinvolti hanno già vissuto positivamente una prima fase del loro percorso di integrazione in strutture e sono stati monitorati e debitamente accompagnati nei propri percorsi di adattamento sociale. “Come Arci Lecce ci teniamo molto al progetto “Chiave di Volta” che riteniamo rivesta un ruolo importante in un periodo cupo per tutta la situazione che riguarda richiedenti asilo, rifugiati, ma in generale la questione migratoria. Il decreto sicurezza sta portando più insicurezza nel territorio – Ha spiegato Carmelo Chianura, supervisore dei progetti di accoglienza Arci sul territorio salentino – La nostra idea di sicurezza è dare struttura all’accoglienza, anche attraverso queste progettualità e iniziative di inclusione. Crediamo che la popolazione italiana non sia razzista e ignorante come cercano di far capire; le risposte dell’adesione dei comuni al progetto sono già un segnale. Non possiamo pensare che una popolazione come quella salentina, che solo vent’anni fa veniva candidata al premio Nobel per la Pace, volti le spalle a chi ha bisogno di accoglienza. Sviluppato su base volontaria, il progetto “Chiave di Volta”, riprende buone prassi diffuse in Italia e in Europa, avviate per l’inclusione sociale dei neo-maggiorenni rifugiati. Alle famiglie sarà richiesto solo il vitto e l’alloggio e le famiglie ospitanti saranno seguite nelle varie fasi di selezione, formazione, supporto burocratico e sociale”.
L’adesione al progetto richiesto non comporta alcun onere finanziario a carico dell’Amministrazione Comunale di Lecce alla quale è richiesta solo l’acquisizione delle domande di disponibilità all’accoglienza da parte dei cittadini/famiglie leccesi. “ Aderiamo a questo progetto insieme ai Comuni di Trepuzzi, Castignano del Capo, Galatina, Caprarica anche per dare un segnale rispetto al tema forte delle migrazioni e dell’accoglienza dei migranti e perché riteniamo molto importante che in questo momento si costruiscano le relazioni tra le persone – Ha aggiunto l’assessore ai Diritti Civili Silvia Miglietta – Questo progetto riguarda i minori stranieri che diventano maggiorenni nell’ambito dei progetti Sprar, quindi occorre ricordare sempre che questi sono bambini, ragazzi e ragazze, che sono arrivati da soli nel nostro paese, hanno trovato accoglienza nei centri Sprar, hanno potuto imparare l’italiano, essere assistiti da un punto di vista medico, ma soprattutto hanno potuto trovare accoglienza e calore umano. E questo è un messaggio che vogliamo lanciare, per questo ci aspettiamo che la città, che tra i nostri concittadini ci siano quanti decideranno di accogliere nelle proprie case un ragazzo per un periodo di tre mesi. Questo consentirà a questi ragazzi di poter vivere un periodo in famiglia e la possibilità di costruire legami duraturi con famiglie che decideranno di ospitarli, le quali saranno arricchite esse stesse da questa esperienza”.
Chiave di Volta, un’opportunità in più per realizzare un nuovo modello di integrazione sociale
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