GIUGGIANELLO (Lecce) – Con una denuncia presentata nel dicembre 2015, al termine di una tormentata relazione, la parte civile ha sostenuto di essere stata vittima di una persecuzione da parte dell’ex convivente, che non accettava la fine del rapporto, consistita in reiterate minacce a mezzo telefono e social network (i fatti sono avvenuti a Giuggianello).
La Procura ha invece ravvisato una pretenziosità nella notizia di reato, invece, grazie a quanto prodotto dall’indagato che, in sede di interrogatorio, ha ricostruito con precisione come invece fosse impegnato in una vera e propria battaglia legale per l’affido dei figli nati dalla relazione.
Grazie alla documentazione offerta, il pm di udienza Roberta Licci, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. Di tutt’altro avviso la parte civile, con l’avvocato Oscar Galante che con vigore ha chiesto la condanna dell’uomo, domandando il riconoscimento di un cospicuo risarcimento danni morali e materiali. La difesa, rappresentata dall’avvocato Angelo Terragno, ha insistito nel ribadire, e tale tesi è stata accolta dal giudice, che la battaglia dell’imputato, ammesso al rito abbreviato, fosse quella di tutelare i propri figli e che dunque la sede naturale della vicenda non fosse quella di un processo penale.
Il dispositivo ha dichiarato assolto l’imputato perché il fatto non sussiste.