SALENTO – Stabile l’Rt del covid in Italia. Merito dei vaccini e del green pass. E anche se sono più di 8 milioni gli italiani over 12 anni senza vaccino, si respira – finalmente- aria di normalità. Ma sono tante le persone che, dopo il covid, continuano ad avere ancora problemi di salute. In tali casi si è in presenza di una vera e propria sindrome detta di long covid o di post covid. I problemi sono di vario genere e riguardano anche coloro che hanno avuto una forma lieve di malattia.
La letteratura scientifica cataloga la sindrome in due categorie: sindrome subacuta o cronica a seconda che i sintomi si presentino entro o anche oltre la dodicesima settimana dall’infezione da Covid 19. In questo caso si tratta di long covid, una patologia che sembra interessare il 30 per cento circa della popolazione che lo ha contratto. I disturbi variano da danni diretti agli organi del corpo, alla compromissione del sistema nervoso sino ad arrivare allo sviluppo di vere e proprie malattie auto-immuni, stanchezza cronica, dolori muscolari, difficoltà respiratorie, dispnea, dolori diffusi.
Molte persone avvertano anche una sensazione di annebbiamento mentale – perdita di memoria, e difetti di concentrazione. I dati statistici rivelano che sono perlopiù le donne tra i 40 e i 60 anni a soffrire della sindrome di long covid e, in particolar modo, quelle con malattie croniche preesistenti o che hanno avuto gravi sintomatologie durante l’infezione.
Le terapie possono prevedere riabilitazione fisica, supporti psicologici e diete personalizzate. Si tratta di un approccio multidimensionale al paziente per cui appare fondamentale che il medico effettui una valutazione della storia clinica, dei sintomi specifici, della compromissione dello stile di vita, dell’impatto psicologico, degli aspetti nutrizionali ( variazioni di peso e disturbi alimentari) per poter poi prescrivere un’accurata assistenza perché i sintomi da post covid non diventino cronici.
Una cosa è certa: l’assistenza sanitaria non deve limitarsi alla cura del covid ma deve riguardare tutta la fase della riabilitazione ed è ora che ogni Regione si attivi per l’adozione di linee guida dirette anche ad informare i cittadini che hanno contratto la malattia. Uno studio inglese rivela che coloro che hanno contratto il covid e che hanno effettuato la prima dose di vaccino, hanno riscontrato miglioramenti dei sintomi da long covid, ma si tratta di studi ancora in corso di valutazione scientifica.
Uno studio americano indica l’infezione da covid come responsabile di disfunzione erettile per danneggiamento dei vasi sanguigni. In data 1 luglio 2021 l’Iss ( istituto superiore sanità) ha pubblicato uno studio ( rapporto Iss n. 15/2021) in cui ha elencato i principi di gestione del Long covid e ha catalogato le manifestazioni cliniche in due categorie: generali e organo-specifiche. Tra queste rientrano le malattie psichiatriche e psicologiche quali l’ansia e la depressione che, in ogni caso, sono anche la conseguenza diretta della pandemia e dei disagi economici e sociali che il covid ha causato.
La regione Liguria ha promosso incontri gratuiti tra i malati e gli psicologi mediante l’utilizzo della pet-therapy e il finanziamento che la regione ha ottenuto dal Mise con la partecipazione ad un bando. Così, chi ha subito lo stress psicologico della malattia e dei suoi sintomi anche prolungati, potrà cercare di superarlo contribuendo alla gestione degli animali in difficoltà. Sarebbe consigliabile che ogni Regione, anche la Puglia, si attivasse in tal senso. Perché, come diceva Einstein, è nel mezzo delle difficoltà che nascono le opportunità.