Tra le tante pietanze tipiche del Salento ce n’è una che la fa da padrona. Eppure è in assoluto il piatto meno caro, ma probabilmente il più amato dai salentini, ma anche dai turisti. Stiamo parlando delle pittule: polpette morbide e fragranti di pasta di pane fritta. Ma qual è la ricetta delle pittule?
Sebbene ci sia bisogno solo di pochi poveri ingredienti, la preparazione dell’impasto è funzionale alla buona riuscita delle pittule. Come per tutte le cose della cucina ci vuole tempo, pazienza e amore. Si parte da questi tre ingredienti e si arriva ovunque, anche a riuscire a superare la prova di fare un piatto di pittule buone come quelle della nonna.
Ingredienti (un chilo di pittule basta per circa sei persone, molto dipende da come le vogliamo realizzare: vuote, con il cavolfiore lesso, con il peperone, alla pizzaiola, con il baccalà ecc)
Ingredienti:
FARINA 00 1 kg
ACQUA tiepida – 700 gr
SALE q.b.
LIEVITO DI BIRRA 25 gr
OLIO (D’OLIVA O DI SEMI) 1.5/2 litri
Procedimento:
In un ampia coppa da cucina (preferibilmente una di quelle che si chiude ermeticamente) mettete la farina 00, aggiungete il lievito di birra che avrete fatto sciogliere in una parte di acqua tiepida, amalgamate bene, nel resto dell’acqua, sempre tiepida, fate sciogliere il sale che ritenete necessario (dipende dalle esigenze personali) e mescolate a lungo, ripetutamente, in modo circolare e continuo, ogni tanto raccogliete la pasta che si è fermata sul bordo della coppa e ripetete l’operazione per circa 15 minuti. ‘impasto dovrà essere morbidissimo, non deve essere denso (non deve essere come quello del pane per intenderci, ma molto più morbido).
Una volta che gli ingredienti saranno ben amalgamati, chiudete ermeticamente il recipiente (oppure copritelo con un canovaccio pulito e avvolgetelo in un plaid, posizionandolo in un posto sicuro della casa, dove nessuno ne disturberà la lievitazione. L’impasto dovrà essere lasciato lievitare per almeno tre ore, meglio se quattro. L’impasto al termine del tempo avrà triplicato il suo volume.
Dopo la lievitazione passate alla cottura: con l’aiuto di un cucchiaio (le nonne lo facevano con le mani (ma può essere pericoloso per le scottature) prendete un po’ d’impasto grande quanto una noce e versatelo in olio bollente, facendolo friggere e colorire. Abbiate cura di inumidire il cucchiaio ogni volta che procedete in questa operazione, facendo attenzione che no cada acqua nell’olio bollente.
In questo caso preparerete le pittule semplici. Nell’eventualità vogliate renderle più sfiziose, potrete preparare del cavolfiore sbollentato e salato, da avvolgere alla pasta prima della frittura. Stesso discorso se vorrete metterci i peperoni fritti (o “allu vasu), oppure piccoli cubetti di zucchine e pomodori con l’aggiunta capperi (pittule alla pizzaiola), oppure ancora con cubetti di baccalà dissalato (tipiche del periodo natalizio).
Una volta in tavola possono essere utilizzate come antipasto, oppure prendere il posto del pane. Di certo andranno a ruba e piaceranno sia ad adulti che bambini.
Una raccomandazione: le pittule, poiché contengono un po’ più di acqua per la necessità dell’impasto molto morbido, possono, durante la cattura, far saltare dalla pentola qualche goccina di olio bollente. Raccomandiamo di essere soli durante la frittura e di mantenersi il più lontano possibile con il viso durante l’immersione della pasta nell’olio. Le pittule sono pronte in pochi minuti una vola immerse nell’olio. La pentola dovrà essere larga, ma avere il bordo molto alto. Le pittule vanno fritte in abbondante olio, meglio se d’oliva, oppure di semi.