LECCE – Il taglio delle prestazioni ai bambini autistici della fascia tra i sei e gli 11 anni continua a far discutere: anche gli addetti ai lavori si ribellano. “Potrebbe essere l’inizio della fine di un incubo! – spiega Maria Antonietta Bove del Centro Servizi Autismo riferendosi alla riunione in Regione, che ha ridato nuove speranze – Mai più numero chiuso per modulo di età ma una intelligente flessibilità di distribuzione delle ore per accompagnare i bambini delle diverse fasce di età verso una corretta presa in carico globale e longitudinale!
Mai più costringere le famiglie ad affrontare lunghi tragitti della speranza se si ha l’opportunità di scegliere le terapie nella struttura più vicina al proprio domicilio.
Mai più costringere un bimbo di 3 anni ad aspettare fino ai 5 se non 6 anni prima di accedere alle terapie!
Mai più tagli orizzontali alle ore di terapie ma una più equa ridistribuzione delle risorse già esistenti per sostenere un fabbisogno molto più alto di quanto si immagini!
Mai più omettere ciò che è vitale per la qualità degli interventi e il raggiungimento degli obiettivi clinici : professionisti specializzati nell’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) e le relative attività indispensabili per l’efficacia dell’intervento: Parent Training, Supervisioni e Monitoraggi continui, analisi dei dati oggettivi e soprattutto coinvolgimento della Famiglia e della scuola per una necessaria globalità e applicazione delle strategie educative e riabilitative.
Queste sono state ieri le conclusioni dopo una lunga e accorata discussione presso la Commissione terza della Sanità in Regione Puglia presieduta dal Consigliere Mauro Vizzino Presidente Commissione III (Assistenza sanitaria, Servizi sociali), voluta dal Consigliere Antonio Gabellone, durante la quale sono intervenute in rappresentanza due mamme di bambini che frequentano i Centri di Amici di Nico di Matino e Lizzanello, la Direttrice del Cat Asl Lecce Dott.ssa Margiotta, il Rappresentante Legale di Amici di Nico Dott.ssa Maria Antonietta Bove e la Responsabile Funzionaria del Dipartimento Dott.ssa Elena Memeo”.
“A mio figlio gli sono state ridotte del 50% le sue già esigue ore di terapia e quindi ora mi ritrovo con un bambino da sola a casa aggressivo, non verbale che ancora non sa comunicare ” – spiega la mamma di Luca.
“Amici di Nico e’ l’unico centro sul territorio che eroga professionalmente terapie secondo i principi dell’Aba, e che ci ha permesso in questi anni di risollevarci per i miglioramenti ottenuti – continua la dottoressa Bove – Non permettiamo che qualcuno ci impedisca di continuare a farlo ne’ di ridurre le ore per puro calcolo economico. Il Ministro alle Disabilità Locatelli che ho avuto il piacere di incontrare ci ha riferito che le risorse ci sono ma il problema è come utilizzarle. Sono le istituzioni che devono adattarsi e non i bambini!” – dichiara la mamma di Edoardo.
La Responsabile dell’ Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile della Asl di lecce, Adriana Margiotta, ha giustificato tale riduzione a seguito di una modifica organizzativa che ha comportato la redistribuzione del budget disponibile tra i tre moduli di attività assistenziale. Una scelta, a parere dei commissari, inappropriata sulla quale bisognerebbe tornare non solo ripristinando le ore di prestazione sinora ridotte, ma sarà necessario sottoporre a verifica l’opportunità della scelta e chiarire le reali disponibilità di budget. Per questo la Commissione ha ritenuto unanimemente improcrastinabile l’audizione del direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Lecce Dr De Giorgi per il 30 aprile, posta come urgente in calendario.
La Commissione ha espresso molta soddisfazione per l’esito dell’incontro e confermato l’impegno di far adottare con urgenza ogni punto condiviso, compreso quello urgente di revisione dei fabbisogni e, come è stato più volte sottolineato dal consigliere salentino, al corretto utilizzo dei cinque milioni annui stanziati con la Legge di Bilancio 2022 a titolo di contributo per il metodo ABA e non distribuiti.
L’ultima parola passa ora al Consiglio Regionale al quale le famiglie lanciano questo appello: dovete fare presto! I bambini non possono aspettare!”