Lo scorso 30 ottobre, la Diocesi di Roma e il Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, hanno organizzato un convegno per riflettere con l’aiuto di esperti qualificati sulla comunicazione, uno degli aspetti più importanti dell’«emergenza educativa».
I lavori sono stati moderati da Angelo Zema, incaricato dell’Ufficio Comunicazioni Sociali per la Diocesi di Roma, il quale ha spiegato le ragioni del Convegno in modo particolare della Televisione e della carta stampata. C’è un aumento dell’informazione e dei contenuti e si è interrogato su quale TV hanno a disposizione le famiglie, in modo particolare i genitori di oggi.
Subito dopo il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha salutato tutti i presenti e ha poi riflettuto sulla famiglia e sull’accanimento da parte dei mass media che insistono sui contenuti negativi, quasi fosse un compiacimento soffermarsi sulle tragedie, come per esempio il caso di Sarah Scazzi ad Avetrana. «Bisogna mantenere un contatto intimo e diretto – ha detto Alemanno – all’interno della realtà familiare ed evitare che i giovani rimangano isolati, facendo in modo che la famiglia diventi la vera protagonista».
Il cardinale Agostino Vallini, vicario di Sua Santità, ha poi riflettuto sul disorientamento della famiglia che oggi vive le ricadute di un disagio sociale. «Dovrebbe essere protagonista – ha affermato – ma è impreparata a causa della frammentarietà educativa». Secondo il cardinale Vicario i figli costruiscono rapporti costanti con persone e ambienti al di fuori della famiglia, anche a causa del lavoro dei genitori e dei molteplici interessi, hobby e attività che i figli coltivano durante la settimana. C’è però un affacciarsi sempre più all’esterno anche a causa di internet, dei social network (come Facebook, ad esempio), e quindi un allontanarsi dalla realtà, verso il virtuale.
«La famiglia è vittima dei media – ha aggiunto Vallini – ma non deve rinunciare a diventare protagonista». La famiglia deve mettersi sempre in discussione e i genitori dovrebbero documentarsi e aggiornarsi sul percorso mediatico dei figli. C’è una ricerca infatti che dimostra che molti genitori non conoscono nemmeno alcuni social network, né l’utilizzo di determinati strumenti come Youtube. Il Cardinale ha poi lanciato una proposta: creare canali televisivi senza pubblicità.
L’intervento successivo di Gianluigi De Palo, Presidente Forum Associazioni Familiari del Lazio, che raccoglie circa 50 sigle associative, ha intrattenuto i presenti in maniera molto divertente quanto provocatoria, mostrando loro estratti di giornali, riviste, spot pubblicitari, o fiction, che mettevano in luce in questi ultimi 10 anni, lo status delle famiglie italiane. In tutti questi articoli o frammenti, si parlava di una famiglia distorta dove si poteva quasi giustificare la possibilità di tradimenti, divorzi e separazioni; inoltre ricerche e inchieste (per lo più commissionate dalle solite riviste di gossip), su coppie omosessuali e sulle percentuali di uxoricidi o delitti all’interno delle mura domestiche. Ma dopo le provocazioni, De Palo ha poi sottolineato la bellezza di fare famiglia. «È bellissimo svegliarsi la notte – ha commentato – perché il proprio figlio piange e vuole il latte. Oppure ritrovarsi la domenica mattina il proprio figlio che salta sul lettone dei genitori. Sono delle esperienze uniche e irripetibili». E per chiudere il suo intervento ha mostrato ai presenti sul maxischermo la foto della sua famiglia per far comprendere meglio “la bellezza di essere famiglia”.
È stata poi la volta della sociologa Elisa Manna, Responsabile Politiche culturali Censis, che ha invece relazionato sui dati di una ricerca apparentemente poco rassicuranti sul rapporto tra Mass Media e Famiglia, che spiega, tra le altre cose, come i minori abbiano libero accesso alla televisione (ovvero alla fruizione di programmi televisivi) o a Internet, senza alcun controllo e filtro da parte dei genitori.
«La famiglia oggi non ha più una totale chiusura e intimità all’interno della propria casa, perché la rete continua a seguirli». È il grido-protesta di Luca Bernabei, produttore televisivo, sull’influenza della Televisione nella vita delle famiglie italiane. «La televisione è sempre educativa – ha aggiunto – perché nel momento in cui c’è una macchina da presa accesa, si sta assumendo un punto di vista e la televisione quindi ha una ripercussione diretta».
La sua proposta è quello di essere attivi. «Prendiamo posizione. Chiediamo la Televisione che vogliamo, protestiamo e diventiamo protagonisti».
Infine l’intervento di Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, ha sottolineato la situazione di questa “emergenza educativa” e sull’importanza di riscoprire il ruolo di corresponsabilità della famiglia, del relazionarsi, del vivere a contatto e a confronto.
Un’occasione quindi per comprendere la bellezza di essere famiglia protagonista, alla continua ricerca di ciò che è bello. Davvero.