Dicono che tre indizi (tre vittorie) fanno una prova (promozione); sarà pure così, ma il terzo indizio, questo successo contro il S.Marino, non può essere assunto agli atti del processo promozione se non per la valenza numerica che però non è cosa di poco conto; diciamo che sul piano della complessiva prestazione arriveranno indizi più attendibili, più lampanti: La unanimemente riconosciuta superiorità potenziale è rimasta, per dirla in sintesi, allo stato potenziale.
Quella disputata dal Lecce, diciamolo con franchezza, non è stata una gran partita; la cronaca chiarirà il perchè.
Vatti a fidare di una neopromossa che si presume anche intimorita dal blasone (e dalla classifica) dei giallorossi! E’ stato però sufficente un tiraccio scoccato dal limite dell’area da Poletti a far capire al Lecce che il successo si conquista sudando, contrastando, pressando l’avversario e creando. Magnifico il colpo di testa di Jeda al 10°; l’incrocio dei pali ne mortifica la deliziosa parabola. La svolta giunge al 13°: Pià si incunea in area, sull’uscita disperata del portiere l’impatto è inevitabile; per l’arbitro è calcio di rigore e cartellino rosso. Jeda è sul dischetto, batte, la palla fila oltre la traversa e il S.Marino è in inferiorità numerica. Jeda non è al meglio, accusa noie muscolari, Lerda lo sostituisce con Falco che si posiziona sulla corsia di destra con conseguente spostamento di Chiricò sul versante opposto. Paradossalmente, per alcuni tratti della partita, l’uomo in meno sembra giovare più agli ospiti che ai giallorossi; niente di particolarmente rilevante, ma ai giallorossi non basta tentare di risolvere la contesa riversandosi nel presidio dei biancocelesti; la superiorità territoriale si concretizza, ma zavorrata da imprecisioni e quasi totalmente priva di guizzi risolutori.La manovra (chiamiamola pure manovra) risulta lenta, spesso orizzontale, e per questo motivo assai gradita ai sei tifosi sei che sono giunti da S.Marino a presidiare un brandello del settore riservato agli ospiti.
Lo zero a zero che matura all’intervallo è la naturale conseguenza di quanto prodotto in campo, senza neanche la scusante di un avversario barricadero e catenacciaro perchè, sia pure in inferiorità numerica, il S.Marino ha sempre mantenuto almeno un uomo in avanscoperta. Al 15° della ripresa c’è l’esordio di Foti che sostituisce Pià: E’ sua la zampata che tre minuti più tardi sblocca finalmente il risultato; esattamente dopo 50 minuti disputati in superiorità numerica. Il raddoppio è di Chiricò al minuto 33, e anche su questa rete c’è lo zampino di Foti, puntuale e rapido nell’imbeccare il furetto brindisino.
Vince dunque il Lecce per due a zero, ma. . . con pochi lustrini e tanti punti in classifica.
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