ROMA – Nonostante ormai sia così difficile dire qualcosa contro il governo per una strana riverenza compassionevole, ogni tanto qualcuno mette in luce le contraddizioni di decreti mal scritti e decisioni paradossali e contraddittorie (come quelle che consentivano di portare i bambini al supermercato, ma non di fare una passeggiata solitaria vicino casa o al parco). Così, mentre gli italiani continuano a farsi trattare come bambini, senza fiatare se vengono beccati da uno zelante agente che li purga (dai 400 ai 3 mila euro!) per un giro solitario un po’ troppo distante da casa, c’è un governo straordinariamente illogico che riapre i giochi e le scommesse statali, pur tenendo chiuse tante altre attività che potrebbero essere aperte con le dovute cautele. Adesso i sindaci fanno la voce grossa, perché si specula sui ludopatici per fare un po’ di cassa. Sono già partiti da 3 giorni 10eLotto, Million Day, Winforlife e Vincicasa, mentre si dovrà aspettare il 4 maggio per Lotto, SuperEnalotto, EuroJackpot. Invece, dall’11 maggio si potrà scommettere o giocare alle slot. Ma ci sono troppe contraddizioni. Ragioniamo: venerdì scorso, davanti a una nota pescheria leccese, c’erano 50 persone, molto ravvicinate, a fare la fila, scene normali che la polizia lascia correre. In un supermercato mi sono scontrato quasi con un signore che guardava lo scaffale di fronte: è la normalità. Però chi decide ha scelto di bloccare i cantieri per la costruzione di ospedali per più di un mese, tanti artigiani che lavorano da soli ancora non hanno riaperto; chi fa sport solitario o chi vorrebbe fare un giro a mare a distanza di sicurezza dagli altri non può ancora farlo. Contraddizioni si affastellano in un paese in cui la cura preventiva rischia di ammazzare economicamente la nazione. Si è passati da un eccesso all’altro: eravamo in emergenza epidemia ed erano vietati gli assembramenti, ma uscivamo e la movida andava avanti senza problemi, con centinaia di persone ammassate l’una sull’altra nei luoghi di ritrovo. Sarebbe bastato far rispettare il distanziamento sociale al sud bloccando treni, aerei e arrivi dal nord per tempo?
Non lo sapremo mai, ma sappiamo che su 97 mila abitanti solo 70 si sono ammalati di covid-19 a Lecce e sono tutti familiari di studenti del nord (che si sarebbero ammalati comunque) e persone infettate nei luoghi di ricovero: non risultano storie di persone infettate mentre passeggiavano a mare o facevano jogging all’aria aperta da soli in un parco. Però se qualcuno ci vuole raccontare storie di “contagi solitari”, siamo disponibili ad ascoltarlo. Insomma, credo che si dovrebbe ragionare sui casi pugliesi, sulla abnormità di certe norme, che fra l’altro sono poco chiare. Non contesto la necessità delle chiusure al sud, contesto la durata e il fatto che non si sia intervenuti con efficacia prima e che si sia esagerato dopo, lasciando discrezionalità eccessiva a chi è incaricato di elevare multe, con inevitabili assurdità, come l’episodio della vigilessa che si è messa a contestare l’urgenza di un intervento di un medico, costringendo il giorno dopo alle scuse sindaco e comandante della municipale. Insomma, non riesco a capire come acriticamente gli italiani si facciano suggestionare dai media nazionali: se ci dicono che il covid-19 è poco più di un’influenza, mentre in Cina muore gente, noi ce la beviamo e ripetiamo le parole della tv, poi cambiano versione e noi ripetiamo esattamente a memoria la nuova versione. Mi va benissimo. Ci si può sbagliare, si può cambiare idea sulla base delle novità, ma non sarebbe il caso di farsi qualche domanda in più prima di accettare come oro colato le contraddizioni di un governo che dopo oltre 2 mesi non ha dato risposte definitive sui DPI per ospedali e medici di base e fa girare tanti sanitari con protezioni cinesi, inadeguate e corte (com’è successo al Fazzi), perché la burocrazia domina e non sappiamo agevolare la riconversione delle nostre aziende? Stendo un velo pietoso sui tamponi a rilento (e anche sull’ostinazione del non farli a tappeto subito a tutti coloro che sono in prima linea, come chiede da tempo l’Ordine dei Medici!), alcuni dispersi e rifatti, i reagenti mancanti e il tempo perduto. Vogliamo parlare delle riaperture? Fase 2, quella in cui puoi vedere il congiunto, ma anche l’amico, solo se è un vero amico, e quella della fidanzata, che dev’essere un “affetto stabile”. Già girano le barzellette sul vigile che chiede al fidanzato di tornare a casa, perché per lei è solo un’avventura. Lasciamo la parola ai sindaci, per chiudere. Ecco la lettera pubblicata sul profilo Facebook di Carlo Salvemini, il sindaco di Lecce:
“Illustre
Giuseppe Conte
Presidente
del Consiglio dei Ministri
Caro Presidente,
Come Sindaci e Presidenti di Provincia stiamo affrontando nelle Città che amministriamo uno dei momenti più critici nella gestione dei rapporti e della tenuta di fiducia con i nostri cittadini dall’inizio dell’emergenza.
La prolungata, indispensabile, chiusura di tutte le attività economiche e la faticosa e dolorosa rinuncia agli stessi rapporti sociali che abbiamo dovuto imporre inizia a farsi sentire in tutta la sua durezza. Eppure, come abbiamo fatto da subito, il nostro supporto e la collaborazione con il Governo non è mai mancato. In tutti questi giorni siamo stati alleati nel combattere una emergenza sanitaria drammatica e da cui sentiamo tutta la responsabilità di proteggere per quanto ci è possibile i nostri cittadini.
Proprio per questo ci duole dovere sottolineare che non comprendiamo in alcun modo come si possa permettere di riaprire il gioco lecito con vincita in denaro (Determina Direttoriale Prot.: 125127/RU del 23/4/2020 dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli), mentre si tengono chiusi, per comprensibili motivi che non vogliamo qui sindacare, esercizi commerciali, botteghe di artigiani, sedi di associazioni di volontariato, i parchi giochi per i bambini.
C’è una parte del Paese che annaspando perché gli è stata preclusa la possibilità di riprendere il lavoro, e ci sono famiglie in situazioni critiche, cui tra l’altro non vorremmo si aggiungesse anche il dramma della ludopatia.
Se, come Lei afferma, noi siamo le sentinelle del Governo, da sentinelle non possiamo che dirLe che questa scelta è un errore, che non sarà compresa, se non come il tentativo dello Stato di fare cassa, spesso a discapito dei più deboli.
Siamo certi che comprenderà lo spirito che ci ha spinto a farLe sentire la nostra voce e che vorrà riflettere attentamente su quanto le abbiamo segnalato”. “Oggi in tanti abbiamo firmato questa lettera al Presidente Conte” – spiega il sindaco. Inutile cercare risposte davanti a decisioni illogiche: la politica ha ceduto lo spazio alla burocrazia e ai Comitati tecnici per non prendersi alcuna responsabilità, per poter dire, se un giorno le decisioni risultassero sbagliate (come quelle di imporre lo stesso livello di chiusure e gli stessi tempi da nord a sud), che non è colpa dei governanti, che c’era quella relazione o quel documento che imponeva la scelta sbagliata.