di Gaetano Gorgoni
SURBO – Le opposizioni lasciano il Consiglio comunale: c’è il rischio che l’onta di livello nazionale ricopra il paese. Per evitare di fare la fine di Parabita, i consiglieri di opposizione chiedono insistentemente alla maggioranza di dimettersi per affrontare a primavera le nuove elezioni. Oggi è toccato a Martina Gentile rinunciare alla sua presenza in Consiglio. “E’ necessario che chi è al comando capisca che non è più il caso di andare avanti: sarebbe un accanimento terapeutico. Meglio tutelare le istituzioni lasciano. Poi, ci sarà il tempo di chiarire le proprie posizioni. Io sono garantista, ma per ragioni di opportunità politica è meglio lasciare. L’opposizione ha messo in atto da due mesi una moral suasion nei confronti dell’opposizione con l’intento di prevenire il commissariamento. L’obiettivo è ridare la parola agli elettori dopo lo scandalo che è scoppiato a Surbo: l’accusa parla di un politico in affari con la mafia e di appalti truccati.
Tutto da verificare, questo è chiaro, ma nel frattempo si rischia un grosso danno all’immagine, se la Commissione prefettizia (che è già a lavoro da un mese) deciderà di mandare tutti a casa al termine dei 90 giorni previsti per gli accertamenti. Le due liste di opposizione, Nuova Primavera e La Svolta, non hanno più in Consiglio i propri consiglieri eletti in prima battuta. Il problema è che chi è subentrato si sta tenendo stretto il posto. E’ il caso di Marianna Miceli, che è confluita nel gruppo indipendente, dove coabita con Nicola Donno (quest’ultimo, però, è subentrato a un consigliere di maggioranza). “La maggioranza ha comunque i numeri per andare avanti anche senza di me e la consigliera Miceli, per questo abbiamo deciso di andare avanti e fare un’opposizione costruttiva, mantenendo alta la vigilanza sul governo della città, come abbiamo fatto fino ad oggi – puntualizza Donno – Noi siamo veri garantisti e attendiamo prima la relazione Antimafia per giungere a delle conclusioni.
Continueremo a interrogare e a controllare l’operato dell’amministrazione sui temi della Corte dei Conti, degli impianti sportivi, della raccolta differenziata e su tutti i temi importanti per questa comunità, che ha bisogno di fatti e non di campagna elettorale”. Intanto, la Commissione prefettizia prosegue il suo lavoro per valutare gli estremi per uno scioglimento del Consiglio comunale. sono in corsogli accertamenti su alcuni indagati coinvolti nell’inchiesta sugli appalti sospetti (da cui è partito il monitoraggio disposto dal Prefetto Claudio Palomba), che hanno chiesto e ottenuto di essere interrogati per fornire la propria versione dei fatti. Franco Vincenti e Franco Mele, rispettivamente assessore ai Lavori Pubblici e titolare di una ditta subappaltatrice dei lavori condotti, entrambi di Surbo e difesi dall’avvocato Cristiano Solinas, sono stati ascoltati dai carabinieri. Gli interrogatori sono stati lunghi e dettagliati. Si indaga su appalti, che secondo l’accusa sarebbero stati “confezionati su misura per alcune ditte del posto”: lavori importanti tra il 2012 e il 2014.
Vincenti, accusato di finanziamento illecito ai partiti, ha spiegato che il palco allestito in paese sarebbe stato montato per una manifestazione sportiva a cui non avrebbe neppure partecipato e non per ospitare un comizio elettorale di qualche candidato. Si è difeso anche Mele. L’imprenditore ha fatto presente che si sarebbe interessato dell’installazione dei basoli e della fornitura dei materiali chiarendo con argomentazioni tecniche il contenuto di alcune telefonate in cui si ipotizza l’utilizzo di basoli di spessore diverso da quello previsto dall’appalto. Nel registro degli indagati, poi, compaiono gli imprenditori Oronzo e Vincenzo Trio, rispettivamente amministratore di fatto e procuratore speciale della Trio Costruzioni, di Surbo; Giovanni Frassanito, di Veglie, dirigente dell’Ufficio Tecnico comunale di Surbo; Oronzo Fasano e Giuseppe Conte, titolari delle ditte che hanno eseguito i lavori entrambi di Surbo; Alessandro Monaco, di Lecce, direttore tecnico della Trio Costruzioni e Antonio Pellegrino, ritenuto il boss di Squinzano.
LE DICHIARAZIONI DELLA CONSIGLIERA DIMISSIONARIA, MARTINA GENTILE:
“Dopo l’insediamento della Commissione di accesso abbiamo chiesto ripetutamente, tanto in Consiglio Comunale, quanto a mezzo stampa, all’amministrazione Vincenti di compiere un gesto di responsabilità. Il cono d’ombra in cui la città di Surbo è piombata, avrebbe richiesto ben altra dimostrazione di sensibilità politica, perlomeno attraverso il congelamento della delega dell’assessore Franco Vincenti. Siamo oggi all’immobilismo più totale. E se alla Commissione compete l’accertamento della verità, a noi compete il giudizio morale e politico. Ho augurato sinceramente alle persone coinvolte di poter dimostrare la propria estraneità ai fatti, ma non posso tacere sul fatto che ben altro atteggiamento sarebbe convenuto a questa maggioranza. La presenza di eventuali infiltrazioni mafiose rappresenterebbe una macchia gravissima per il nostro Comune: questa maggioranza avrebbe dovuto prendere atto di un fallimento politico che è una verità incontrovertibile, qualunque sia la verità giudiziaria.
I temi su cui si è accesa l’attenzione sono gli stessi dibattuti in tutte le sedi, portati nell’assise comunale e sulla stampa. Chi mi conosce sa quanto mi pesi questa scelta: in questi giorni ho protocollato decine di interrogazioni, per evitare che anche soltanto un argomento, un’istanza legittima fosse trascurata: gestione dei servizi sociali, aerea mercatale, roghi di rifiuti, royalties sul Parco eolico. Continuo a ricevere in cambio solo silenzi. L’opposizione ha un ruolo di controllo, che ritengo in questi anni di aver sempre cercato di svolgere onorevolmente. Avrò commesso qualche errore, ma ho sempre lottato con tutta me stessa per il bene della cittadinanza.
Rivendico, soprattutto, l’uscita dal silenzio e l’aver esercitato il controllo sull’azione amministrativa di questa maggioranza, denunciando sempre ogni scelta che non andasse nella direzione del bene comune. Oggi, quel controllo compete alla Commissione. Ho atteso finora per poter depositare la mia proposta per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili, vittime di precariato di Stato. La mia, sia chiaro, non è una resa, ma una presa d’atto: l’esperienza della maggioranza di Vincenti è, oramai, esaurita, paralizzata. Io ripartirò da oggi stesso, cittadina tra i cittadini, per rilanciare Surbo con tutte le forze progressiste che vorranno mettere la testa e il cuore al servizio della cittadinanza. “
Accanto a lei in conferenza stampa Antonio Cirio e Luca Carlà, del Gruppo Nuova Primavera, che avevano depositato le proprie dimissioni già qualche giorno addietro e che hanno dichiarato che il fallimento politico della maggioranza Vincenti è oramai conclamato. Tante le incompiute a cui si è dato risalto, come il famigerato Palazzetto dello Sport. Inoltre, la mancanza di sensibilità politica dopo l’insediamento della Commissione di accesso ha spinto i consiglieri a chiedere ripetutamente le dimissioni del Sindaco Vincenti e a decidere per le dimissioni in blocco dinanzi al diniego del Sindaco perfino di congelare le deleghe dell’assessore Franco Vincenti.