TREPUZZI (Lecce) – “Può mai un riconoscimento, ideato per promuovere una parte del territorio salentino, essere motivo di polemica, scalfendo l’immagine della nostra terra e caratterizzandola come luogo di ‘litigio’ e non di accoglienza? Questo è ciò che sta avvenendo con il ‘Premio Terre del Negroamaro‘ di Guagnano, che il 22 agosto p.v. sarà assegnato al leghista Flavio Tosi“. A dichiararlo in un comunicato stampa è il Consigliere provinciale uscente Alfonso Rampino.
“Da sempre il Salento ha dato prova di essere terra di accoglienza – aggiunge – La comunità salentina si è continuamente distinta come popolo che ha fatto dell’integrazione un proprio carattere distintivo. Le Amministrazioni Provinciali che negli anni si sono susseguite hanno con lungimiranza costruito l’immagine del Salento terra di pace, terra di ospitalità e di integrazione. L’attraente idea del ‘Salento d’Amare’, coniata dai governi provinciali di centrosinistra, ha superato i confini locali per diventare un brand vincente e suggestivo.
Oggi gran parte di questo sforzo collettivo rischia di fiaccarsi in un vero e proprio tormentone, come giustamente ha fatto notare l’ex rettore Laforgia. Il problema, a mio modesto parere, non è iscriversi al club dei pro o dei contro, rispetto alla decisione presa dall’Amministrazione locale di centrodestra, né fare del veronese Tosi, amministratore leghista che ha dimostrato non poche volte tratti di intolleranza, la vittima, suo malgrado, di questa polemica agostana. E’ opportuno, invece, ritornare alla radice del dibattito per valutare se rispetto agli obiettivi che la manifestazione di Guagnano voleva conseguire, il riconoscimento al sindaco di Verona ne garantisca il raggiungimento.
Se lo scopo del “Premio Terre del Negroamaro” è la valorizzazione del nostro pregiato vitigno – continua Rampino – allora sarebbe stato comprensibile un sodalizio pubblico con operatori del settore vitivinicolo. Se l’obiettivo è la promozione del nostro territorio, allora appare ancora più incomprensibile l’assegnazione di tale Premio a chi per cultura politica predica il secessionismo ed incarna un pensiero che fa dell’intolleranza e della non integrazione il proprio tratto dominante. In ognuno dei due casi, al di là delle personali posizioni, le finalità indicate non appaiono raggiunte né tantomeno centrate. Rimane, quindi, da chiedersi se l’individuazione di Tosi non sia il frutto di un ragionamento politico, evidentemente tutto di parte, che nulla ha in comune con la promozione e la valorizzazione di questo pezzo di Salento.
Il Nord Salento che negli ultimi anni ha maggiormente sofferto di un depauperamento del territorio agricolo, a scapito di distese di pannelli fotovoltaici, e più in generale di uno “stress ambientale”, a causa della vicinanza dei mostri inquinanti esistenti a Taranto e Cerano, necessitava in questo momento di un rilancio di visibilità scevro da polemiche e non funzionale a beghe che sembrano mosse più da fini politici che non istituzionali. Se così fosse, se cioè l’assegnazione del “Premio Terre del Negroamaro” a Flavio Tosi è sottesa da questa logica, allora più che sgolarci nel sostenere o nel criticare l’esito finale della kermesse in questione, dovremmo fare un mea culpa per non aver sfruttato questa ghiotta occasione di crescita della nostra immagine, rimanendo vincolati e subalterni a bassi profili di speculazione politica.
Probabilmente – conclude – una più ponderata valutazione avrebbe consentito di raggiungere con maggiore efficacia gli obiettivi di fondo della manifestazione, scontando così l’ennesima leggerezza che la politica e le istituzioni locali non hanno saputo evitare”.