“Costruire una piattaforma programmatica condivisa e capace di individuare e rafforzare azioni necessarie”. È questo l’appello che la Commissione provinciale per l’emersione del lavoro non regolare lancia a tutte le sigle sindacali e imprenditoriali, con l’obiettivo di porre rimedio allo sfruttamento in nero
degli extracomunitari nelle campagne salentine e, in particolare, neretine.
“Basta visitare le campagne, le coltivazioni ortofrutticole, i frutteti, le serre ed i vigneti della provincia e del territorio di Nardò, per rendersi conto che il comparto continua a reggersi sul lavoro di braccianti, per la maggior parte stranieri, senza contratto, senza diritti, sconosciuti allo Stato perché anche clandestini. Dal caporalato nelle campagne alla green economy, lo sfruttamento del lavoro nero non si esaurisce, ma si rinnova e si trasforma”, spiega il presidente della Commissione provinciale Toni Dell’Anna.
“Per questo”, aggiunge, “è necessaria una cooperazione tra istituzioni, imprenditoria e sindacati, affinché si possano mettere in evidenza situazioni di lavoro sommerso e di sfruttamento della manodopera irregolare”.
“Più concertazione tra soggetti istituzionali, ma anche più controlli, grazie alle forze dell’ordine, impegnate da sempre nella lotta al caporalato. Le associazioni di volontariato, i sindacati e la forze dell’ordine non bastano se ogni hanno riviviamo e rivediamo il solito film o documentario sullo sfruttamento. Auspico un ufficio unitario di interfaccia tra domanda e offerta per l’assunzione di braccianti, da ubicarsi presso il Centro per l’impiego o direttamente, nell’esempio di Nardò, presso la stessa Masseria Boncuri, affinché gli extracomunitari non si affidino più ai caporali, ma ad una struttura che faccia da intermediazione per la legalità e i diritti dei lavoratori”, conclude il presidente Toni Dell’Anna.