“Considero il Decreto Legge un passaggio importantissimo della vicenda Taranto”. Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commenta il Decreto Legge n. 129 del 2012 su Taranto che è vigente da oggi. Il Decreto si colloca a valle del Protocollo d’Intesa su Taranto firmato lo scorso 26 luglio da Governo, Regione Puglia ed Enti Locali a Roma. Affida al Presidente del Consiglio, su proposta del Ministro per l’Ambiente, il potere di nominare un Commissario straordinario per l’attuazione degli interventi previsti dal Protocollo
“Il Decreto ha un enorme valore politico – ha continuato il Presidente – per la unanimità di richieste che lo ha promosso, la sensibilità mostrata dal Governo che lo ha scritto d’urgenza ed il consenso diffuso che esso raccoglie. Vorrei dire che in poche occasioni si è potuta osservare una tale convergenza di azione da parte di tante istituzioni diverse. Anche se devo ricordare che l’intuizione e la richiesta partì in un incontro fondamentale con i capigruppo regionali del 5 marzo scorso che identificò in una ‘Legge per Taranto’ la chiave di volta per affrontare i problemi all’orizzonte”.
“Ma l’importanza della vicenda ci impone di dire sempre la verità: il Decreto Legge è tutt’altro che un punto di arrivo – ha proseguito il Presidente – è vero, esso consente di cominciare a mettere in cantiere gli interventi del Protocollo che valgono nel complesso 396 milioni di euro. E tuttavia proprio il Protocollo suggerisce il tema delle risorse messe a disposizione delle bonifiche pubbliche. Devo ricordare, infatti, che gli importi previsti dal Protocollo per l’avvio delle bonifiche ammontano a 119 milioni. Dei quali 58 sono finanziati dalla Regione con risorse FAS. Del residuo (61 Meuro), spettante allo Stato, il Decreto sblocca oggi 20 milioni. Ci sono quindi 78 milioni di risorse fresche e disponibili. Parecchie da reperire per rispettare il Protocollo (41 Meuro), molte, molte di più da programmare e stanziare per rispondere al bisogno di bonificare il territorio di Taranto, ferito dalla siderurgia e da tanta industria di Stato”.
“Ci attendiamo che il Parlamento, già in sede di conversione del Decreto – ha concluso Vendola – sappia continuare la faticosa opera di ricucitura avviata in questi giorni tra l’azione del Governo e i bisogni dei cittadini, nell’unico modo di cui oggi Taranto ha bisogno, impegnare somme non simboliche per bonificarne quartieri, suoli, falda e mare”.