La Corte d’assise d’appello di Lecce ha confermato la condanna a 27 anni di carcere, inflitta, già in primo grado, ad Enza Basile, ritenuta colpevole dell’omicidio del marito Luigi Cera. Sarebbe stata lei ad ucciderlo con un solo colpo sparato alla tempia, il 15 giugno del 2004 nella loro abitazione di Taurisano.
Un delitto che inizialmente la stessa imputata aveva cercato di far passare come un suicidio. Gravi e concordanti gli indizi alla base dell’accusa, a partire dal fatto che la donna, in casa col marito il giorno dell’omicidio, aveva inquinato la scena del crimine facendo sparire anche l’arma, una calibro 22, che aveva nascosto nella cassaforte.
A questo si aggiungevano le escoriazioni sulle sue braccia, compatibili con una colluttazione, e l’assenza di traccie di polvere da sparo sulle mani della vittima.
La Corte ha condannato l’imputata, assistita dall’avvocato Silvio Caroli, risarcire danni per un milione di euro ai familiari della vittima, costituitisi parte civile con l’avvocato Roberto Bray.