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«Tra spari e fiamme», il racconto di una salentina testimone dell’inferno di Bari

rapina-portavalori-bariBARI/COPERTINO (Lecce) – “Sembrava che quel camion stesse girando, poi il conducente è sceso ed ha appiccato il fuoco. È stato l’inizio di un inferno”.

Comincia così il racconto di un’ingegnere di Copertino, residente a Bari dove vive e lavora, che lunedì scorso si è ritrovata nel bel mezzo dell’assalto ai due portavalori dell’istituto di vigilanza “Ivri” da parte di un commando armato, composto da almeno dieci persone incappucciate e senza scrupoli.

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“Come ogni mattina, stavo percorrendo la tangenziale di Bari per raggiungere la zona industriale e recarmi a lavoro. D’un tratto, il fuoriprogramma: il camion che mi precedeva si è messo improvvisamente di traverso, credevo che stesse effettuando qualche manovra di emergenza, ma poi l’uomo che vi era alla guida è sceso ed in un baleno ha scatenato le fiamme”. Quel mezzo, come scoprirà pochi minuti dopo, era soltanto una “barriera” per le forze dell’ordine, per consentire al gruppo di malviventi – che erano armati di kalashnikov – di assaltare i due portavalori.

Sono stati davvero minuti terribili. È accaduto tutto a pochi metri da me e dagli altri automobilisti. Eravamo tutti bloccati da questo camion in fiamme – continua l’ingegnere salentino – e la strada a senso unico non ci permetteva di andare da nessuna parte. Davanti a me si trovava soltanto un’altra auto, con a bordo madre e figlio. Alla vista delle fiamme, la donna ha preso in braccio il bambino e, scesa dall’auto, si è messa a correre per mettersi al riparo, mentre in sottofondo cominciavano a sentirsi degli spari”.

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“Il pericolo maggiore di ritrovarsi in situazioni del genere – conclude la copertinese – è che chiunque si trovi di passaggio può rischiare la propria vita. L’hanno rischiata le guardie giurate a bordo dei blindati, contro cui i malviventi hanno esploso numerosi colpi di kalashnikov, l’hanno rischiata tutti gli automobilisti che si trovavano nella zona. Fortunatamente, nonostante la grande paura, è andata bene a tutti”.

Le modalità da guerriglia utilizzate dal commando di banditi avevano un obiettivo ben preciso: consentire ai malviventi di impossessarsi dei quattro milioni di euro custoditi nei due mezzi.

Il “colpo”, però, è riuscito a metà: l’allarme azionato dai vigilantes ha spruzzato sui soldi una schiuma a presa rapida, che ha reso inutilizzabile gran parte del danaro, costringendo il commando ad “accontentarsi” solo di una parte – comunque cospicua – del ricco bottino.

Claudio Tadicini

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