Patrizia Baldassarre presenta oggi il suo libro “Siamo in ballo. Lettere sull’umanità danzante” a partire dalle ore 17.00, presso l’Auditorium del Conservatorio Tito Schipa di Lecce. Per l’occasione ha rilasciato un’intervista a noi del Corriere Salentino. Patrizia Baldassarre talento indiscusso della danza, donna dal grande carisma ed energia. Ha dedicato tutta la sua vita a quest’Arte, che lei definisce con la a maiuscola, perché arte totalizzante. Il bilancio della sua vita? Positivo. Non desidera niente di più. Per lei la vera ricchezza è interiore! La danza è tutto per lei: bellezza, dinamicità, plasticità, forza fisica, leggerezza, espressività. Ma è anche linguaggio, comunicazione, comunione, terapia, coscienza e anche perdita della stessa; la danza è piacere allo stato puro. Conosciamola meglio.
Chi è Patrizia Baldassarre, ci parli di lei
Questa è una domanda che mi mette un poco a disagio! Non sono mai stata capace di parlare di me. Ho sempre lasciato che fossero gli altri a farlo! Ti rispondo semplicemente così: sono una donna di mezza età con un grande amore per le belle arti in generale e per la danza in particolare. Cosa ho fatto nell’arco di questa mia “mezza età”? Danzare, danzare ed ancora danzare. Fra una danza e l’altra poi, mi sono sposata e ho avuto due figli. Mi sono anche laureata in Scienze dello Spettacolo e ultimamente mi sono tuffata a capofitto nella ricerca, sulla danza naturalmente, senza però trascurare mai i miei ruoli di moglie e di madre
Ha sempre desiderato fare la ballerina?
Quando una passione ti scoppia dentro in tenera età, è normale che condizioni tutti i tuoi sogni e la tua vita! Si certo, fin dai miei primi passi di danza ho desiderato di fare la ballerina!
Come si è avvicinata alla danza?
All’età di cinque anni ero una bambina magrissima, di poco appetito e con l’argento vivo addosso. La danza fu consigliata a mia madre dal pediatra con lo scopo di smorzare la mia evidente iperattività e farmi mangiare un po’ di più. Cominciai a frequentare le lezioni di danza e fu “amore a prima vista”: non smisi più di danzare!
Come è stata la sua prima esperienza artistica?
Dal momento che la danza è “Arte” (con la A maiuscola) e non può essere considerata “sport” dico che la mia prima esperienza artistica fu il mio primo saggio di danza: emozioni che non si possono descrivere, soprattutto se parliamo di una bimba di poco più di cinque anni (ero proprio piccola) che si ritrova catapultata su di un grande palcoscenico con mille luci colorate e svariate centinaia di persone che la guardano! Fantastico!
Quale formazione di repertorio ha avuto?
Il mio percorso coreutico ha avuto una rigorosa impostazione classico-accademica che naturalmente mi ha forgiata nel corpo e nella mente. Tuttavia ho avuto anche numerose esperienze di danza di carattere, danze storiche, modern-dance, jazz-dance, teatro-danza e anche nel campo del fitness con il conseguimento dell’attestato F.I.F di istruttore abilitato di ginnastica aerobica. Insomma ho spaziato instancabilmente in lungo e in largo!
Per lei cos’è la danza oggi?
E’ quello che continuo ancora a chiedermi oggi: cos’è la danza? Come si fa a dare una risposta esaustiva ad una domanda che può portare ad un’infinità di definizioni? Per me indubbiamente è respiro, movimento, vita.
Cosa cerca di trasmettere ai suoi ballerini?
Ho appeso le cosiddette “scarpette al chiodo” nel 2010! Di allievi, durante la mia carriera di insegnante ne ho avuti tanti, tantissimi! Cosa ho cercato sempre di trasmettere? Dire “l’amore per la danza” sarebbe troppo scontato! Come si fa ad amare la danza se per prima cosa non si ama la propria esistenza? Ho cercato dunque di comunicare che è meraviglioso aprire gli occhi la mattina e scoprirsi pieni di energia, di voglia di sapere e di fare! Ho cercato di trasmettere che “ciò che vuoi, puoi”, basta volerlo veramente e che gli ostacoli sono solo nella mente di chi li vuol vedere.
Che bilancio farebbe della sua vita?
Il bilancio della mia vita? Positivo, direi! Cosa potrei desiderare di più? Di certo non mi sono arricchita “economicamente”, ma si sa: la vera ricchezza, quella che nessuno di potrà mai estorcere è interiore! Lascio agli altri, a tutti i miei ex allievi e ai loro genitori il compito di valutare la mia ricchezza. Per il resto…basta che c’è la salute e accogliere ogni nuovo giorno con un “Meraviglioso!”
La danza è bellezza, dinamicità, plasticità, forza fisica, leggerezza, espressività, cosa l’ha mossa a cimentarsi in questa difficile operazione filologica di riproposta delle coreografie ai suoi allievi?
Si, la danza è bellezza, dinamicità, plasticità, forza fisica, leggerezza, espressività. Ma è anche linguaggio, comunicazione, comunione, terapia, coscienza e anche perdita della stessa; la danza è piacere allo stato puro! Il termine “danza” apre a numerosi sentieri da esplorare. Perché imboccare una sola strada? È ciò che cerco di comunicare: per oltrepassare i limiti della propria conoscenza è necessario “sconfinare”.
C’è qualche altro obiettivo che vorrebbe raggiungere?
Credo di aver in effetti raggiunto tanti obiettivi! Tuttavia mai fermarsi! Qualche altro obiettivo c’è, ma voglio essere un po’ scaramantica e non lo svelo.
Direttrice artistica e coreografa per quasi 30 anni presso l’Associazione Culturale Danzarte di Lecce, esperta di storia della danza e del balletto presso Università del Salento, maestra, coreografa
ideatrice di spettacoli di danza. Quali sono state le maggiori difficoltà che ha dovuto affrontare nella sua carriera?
Durante i miei trent’anni di insegnamento ho assistito all’affermarsi di una nuova progenie di allievi purtroppo non più inclini nell’inseguire con convinzione le proprie “passioni”. Sono i figli di un epoca, la nostra, in cui passione e tenacia costituiscono ormai una rarità. Chi come me, ha provato le sue passioni come un vero religioso vive il suo credo, si sente allora più che mai fuori tempo e fuori luogo, si sente non più in linea con queste nuove “forma mentis”. E’ come se si sforzasse di comunicare in una lingua vecchia e ormai in disuso, una lingua che nessuno vuol più ricordare. Ecco, una delle maggiori difficoltà che ho incontrato è stata proprio questa.
Qual è stata la soddisfazione più grande di questo enorme sforzo artistico e produttivo?
Le soddisfazioni più grandi invece sono quando incontro miei ex allievi e questi mi dicono che ricordano con tanta nostalgia il loro periodo di frequenza presso il centro di danza che dirigevo, che hanno fatto prezioso tesoro dei miei insegnamenti di danza e anche di vita e che provano un grande affetto nei miei confronti. Non è fantastico tutto ciò?
Oltre a custodire e tramandare la tradizione classica del balletto, non crede che la danza debba anche aprirsi al nuovo, al contemporaneo?
Oggi la danza è “contemporanea”. La danza da sempre è figlia dell’uomo e, come tale riflette i caratteri dell’epoca in cui vive. Nell’era di homo sapiens technologicus, a parer mio, la danza è molto “motion”, il più delle volte assai poco “emotion”. E’ il risultato della forma che prevale sulla sostanza. Anche la danza classica-accademica non è più fine a sé stessa ma, spesso supportata anche da macchine computerizzate, diviene mezzo per costruire danzatori perfetti, scultorei, che cercano di superare i limiti della propria corporeità con movimenti estremi che rasentano il contorsionismo circense, ma senza anima.
Balliamo per divertimento, per sfogo, per comunicare. “Siamo in ballo. Lettere sull’umanità danzante” è il suo libro che verrà presentato il 15 dicembre, presso il Conservatorio di Musica Tito Schipa di Lecce. Di cosa parla?
Diciamo innanzitutto che non è un romanzo rosa né un libro giallo. Non è anche un trattato sulle “buone maniere” (anche se, in quest’epoca in cui le “buone maniere” costituiscono l’eccezione e non la regola, tutto sommato non ci starebbe male!). E’ un saggio. Ma non è scritto nella forma tradizionale. Diciamo che è un saggio travestito da epistolario con qualche sfumatura autobiografica. Lo scopo non è ovviamente quello di sminuire il mio impegnativo lavoro di ricerca durato svariati anni, bensì quello di renderne godibile la lettura e la comprensione ad un numero più vasto di persone dal momento che l’argomento trattato concerne un’attività umana singolare e fortemente diffusa: la danza. Queste sono le domande a cui ho cercato di dare delle risposte con un linguaggio semplice, accattivante, ma pur sempre scientifico: perché ci piace danzare? E perché proviamo piacere a vedere qualcuno che danza? Quali necessità e funzionalità stanno dietro a questa manifestazione prettamente umana? Impulso istintivo? Senza dubbio un piacere allo stato puro. Prodotto biologico o culturale? E’ un libro dunque che non parla solo di danza, anzi la danza è il pretesto per introdurre argomenti universali: l’essere umano, il suo corpo, la sua mente e quanto c’è in esso di ancora più profondo: la coscienza
La vita è un ballo fuori tempo. Ci sono passaggi divertenti e passaggi tristi. Lei cosa si aspetta dalla vita? Qual è il suo sogno nel cassetto?
Cosa si deve aspettare ancora dalla vita chi nell’arco della sua esistenza ha sempre danzato, danzato ed ancora infaticabilmente danzato? Rispondo con una citazione posta in chiusura del mio libro: “Risalire l’onda del tempo per perdersi nell’eternità o nell’attimo; l’onda del suono per diventare nodo di silenzio o sinfonia divina; l’onda della luce per affogare in un grumo d’oscurità o un mare di lampi”.
Clarissa Rizzo